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BERLINALE 2015 Concorso

Ixcanul: un viaggio maestoso tra le viscere dell’umanità

di 

- BERLINO 2015: Jayro Bustamante ci immerge in una comunità maya e nei flussi di amore e dolore che si celano dietro la sua bella serenità

Ixcanul: un viaggio maestoso tra le viscere dell’umanità

Se ne ha una rappresentazione talmente fantasmatica, che è un vero regalo quello che ci fa il regista guatemalteca formatosi in Francia Jayro Bustamante nel suo primo lungometraggio, portandoci a scoprire la comunità maya da cui proviene. Ixcanul [+leggi anche:
trailer
intervista: Jayro Bustamante
scheda film
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(lett. "vulcano"), in concorso al 65mo Festival di Berlino, ci immerge nella vita di una piantagione di caffè, tra le montagne, con sullo sfondo un maestoso vulcano la cui serenità e forza si ritrovano all’interno del gruppo di lavoratori stagionali. Con calma compiono il loro lavoro quotidiano, con semplicità e buonumore conversano a tavola, in modo aperto ma anche con un pizzico di pudore. Osservandoli, si capisce immediatamente di essere a contatto con una civiltà millenaria, tanto l’umanità che sprigiona la gente di questo paese che "sa di caffè e di vulcano" è profonda e nobile.

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Questa nobiltà la si legge anche nella purezza dei tratti del bel volto indio della giovane Maria, 17 anni, promessa al proprietario della piantagione. Ma, sebbene non faccia trasparire nulla ai suoi genitori – amorevoli ma troppo poveri per rifiutare questo matrimonio arrangiato – è a un altro che lei decide di offrire il suo cuore. La giovane donna, in verità, offre tutta se stessa, direttamente, con una risoluzione sorprendente, perché lo stagionale Pepe rappresenta per lei un altrove che può solo immaginare, ma il cui desiderio silenzioso indica che dietro l’apparenza idilliaca, il quotidiano di Maria è ben più difficile.

Il suo amore incondizionato sopraggiunge come un rombo sordo ma potente nelle viscere di un vulcano immobile, come un’onda risvegliata da un serpente insinuatosi nelle profondità. Maria è incinta, e sebbene questa gravidanza sia tutt’altro che ideale, le superstizioni arcaiche e la saggezza ancestrale indicano che questo bambino vuole vivere.

Purtroppo, il concatenarsi di situazioni scaturite dal desiderio di Maria di fuggire con Pepe costringe i suoi genitori a confrontarsi urgentemente, insieme alla loro figlia, con il mondo moderno, troppo condiscendente per parlare la loro lingua e per essergli realmente di aiuto, anche nel recinto di un ospedale. Dopo questo viaggio, i sentimenti sinceri e profondi che la scelta di Maria ha portato in superficie si trasformano in un sentimento viscerale di strazio, un dolore del cuore e della carne tanto più sconvolgente in quanto sappiamo già che presto questa emozione immensa tornerà a ripiegarsi nel cuore del vulcano, che non la si vedrà più in superficie e che resterà nascosta lì, con dignità, dimenticata da tutti. 

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(Tradotto dal francese)

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