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NETHERLANDS FILM FESTIVAL 2015

The Paradise Suite: La nuda verità dietro il “Sogno Europeo”

di 

- La seconda pellicola di Joost van Ginkel’s, selezionata come candidata olandese agli Oscar, rappresenta una critica e cruda istantanea dell’Europa contemporanea

The Paradise Suite: La nuda verità dietro il “Sogno Europeo”

Nel suo secondo film, The Paradise Suite [+leggi anche:
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, il regista olandese Joost van Ginkel analizza le pecche della società contemporanea tramite relazioni intricate e rendezvous casuali fra I personaggi principali. Il film, la cui première si è tenuta al Netherlands Film Festival e già selezionato come candidato olandese all'Oscar al Miglior Film Straniero (vedi news), è un complicato mosaico di relazioni tra i sei personaggi, le cui storie si incrociano per caso. Ogni personaggio viene gradualmente introdotto allo spettatore, ciò permette al pubblico di cogliere gli aspetti più profondi delle loro vite private e di comprendere in miglior modo la condizione di ciascuno.

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Il celebre direttore d’orchestra svedese Stig (Magnus Krepper) è appena atterrato ad Amsterdam per eseguire un importante brano di Mozart con un'orchestra, assieme al figlio piccolo, Lukas (Erik Adelow). Egli è un perfezionista, quasi in maniera maniacale, e questa sfumatura del suo carattere influenza in maniera fortemente negativa la sua relazione con il figlio. 

In Bulgaria, Jenya (Anjela Nedyalkova) vuole fuggire dall’ambiente noioso e deprimente che la circonda. Spinta dalla madre (Petia Silianova), decide di partecipare a un photo shoot per modelle alquanto sospetto ad Amsterdam. Ovviamente, non è al corrente del fatto che inseguire il proprio sogno trasformerà la sua noiosa vita in un incubo ad occhi aperti.

Una dottoressa di mezz’età bosniaca, Seka (Jasna Djuricic), fatica a dimenticare la morte del suo unico figlio e convive con il vivido ricordo ogni giorno. Il suo animo tormentato brama vendetta, e ella sa che potrebbe benissimo incontrare il killer, Ivica (Boris Isakovic), per caso ogni volta che esce di casa. Ivica è un uomo doppiogiochista, violento e senza scrupoli, ossessionato solamente da due cose: il denaro e il suo figlioletto Mateja, una delle poche persone in grado di liberargli la mente e di dimenticarsi del suo passato da criminale di guerra. 

A volte, non avere problemi con la legge quando si è un immigrato clandestino africano che lotta per sopravvivere, può essere una sfida più dura del previsto. Yaya (Issaka Sawadogo), il più gentile, generoso e buono degli immigrati, cerca almeno di tenersi alla larga dai guai. Non immaginerebbe mai che le sue virtù lo condurranno alla rovina. 

La maestria di Van Ginkel gli permette di mettere insieme facilmente tutti questi complessi elementi nella suggestiva cornice di Amsterdam, in cui l'intero film è ambientato.

I sei personaggi cambieranno le proprie vite per sempre, anche solo tramite un mero scambio di sguardi. “Il gioco di sguardi” è centrale in tutta la sequenza di eventi; infatti, il punto di svolta delle situazioni dei diversi personaggi è spesso determinato da un incontro puramente visivo. Tramite un particolare stile di regia di basso profilo e non invadente, il regista presenta allo spettatore un ritratto incredibilmente realistico dell’Europa contemporanea, dove ciascuno dei protagonisti incarna un’attuale stereotipo contenuto dell’immaginario collettivo.

Il film è una co-produzione olandese, svedese e bulgara, prodotto da PRPL, Bastide Films, Gotafilm, Film i Väst e KaBoAl Pictures Ltd, le vendite internazionali sono gestite da Media Luna New Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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