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TRIESTE 2016

The Wednesday Child, una famiglia che stenta a prendere forma

di 

- L’opera prima della regista e sceneggiatrice Lili Horvát ricostruisce con delicatezza ed eleganza formale il percorso di riscatto sociale di una giovane ungherese

The Wednesday Child, una famiglia che stenta a prendere forma
Kinga Vecsei in The Wednesday Child

Uscito nelle sale ungheresi a dicembre 2015, The Wednesday Child [+leggi anche:
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intervista: Lili Horvát |
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è stato selezionato in concorso al Trieste Film Festival dopo aver riscosso un grande successo in vari festival, in particolare a Karlovy Vary, dove è stato premiato come miglior film nella sezione East of the West. Si tratta dell’opera prima della regista e sceneggiatrice Lili Horvát che nella video intervista rilasciata a Cineuropa parlava di “una storia di fiducia e determinazione” nonostante le avversità della vita.

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Protagonista è infatti Maja (interpretata con grande sensibilità da Kinga Vecsei) una 19nne disadattata della periferia di Budapest, madre di un bambino di 5 anni ospite di un orfanotrofio che può visitare solo di mercoledì (da cui il titolo del film). La stessa Maja e il padre del bambino, Krisz (Zsolt Antal) hanno vissuto la loro infanzia nello stesso istituto. Mentre Maja sta facendo di tutto per ottenere così la custodia del bambino, il giovane Krisz continua la sua vita fatta di furti nelle auto assieme a una banda di sbandati. Maja avvia una attività di lavanderia entrando nel programma di microcredito organizzato dagli assistenti sociali, ma il suo giovane compagno le sbarra la strada quando scopre il feeling che si è creato tra la ragazza e l’assistente sociale che segue il suo caso (Szabolcs Thuróczy, White God [+leggi anche:
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intervista: Kornél Mundruczó
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).

Il film parte proprio dal drammatico epilogo per darci subito un lungo flashback che ricostruisce con delicatezza ed eleganza formale il percorso di riscatto sociale di questa giovane ungherese. La sfumatura dominante del film è un tenue verde pastello, colore che nella cultura occidentale rappresenta la speranza, sentimento che nel film è continuamente frustrato ma tenacemente coltivato dalla protagonista. C’è un realismo sociale nella scrittura di Lili Horvát che si fa quasi pamphlet politico e avvicina immancabilmente il suo cinema a quello dei fratelli Dardenne in questo stare dalla parte degli ultimi. In particolare la famiglia che stenta a prendere forma di The Wednesday Child ricorda quella de L'Enfant [+leggi anche:
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intervista: Luc & Jean-Pierre Dardenne
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, Palma d’Oro a Cannes nel 2005. Qui il bambino è muto e non è amato dal padre, nel film dei Dardenne il piccolo veniva addirittura venduto dal giovane e sconsiderato genitore. In entrambi i film questi micro-nuclei parentali sono sinonimi della società disgregata europea. Con qualche passaggio un po’ troppo prevedibile nell’opera prima di Lili Horvát, che per The Wednesday Child è partita dal suo precedente cortometraggio Sunstroke.

Il film è prodotto da Popfilm e coprodotto dalla tedesca Detailfilm. HNFF World Sales cura le vendite all’estero.

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