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LOCARNO 2016 Cineasti del presente

Afterlov, una storia d’amore che si trasforma in battaglia

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- LOCARNO 2016: Il giovane regista greco Stergios Paschos ha presentato il suo primo intenso e surreale lungometraggio nella sezione Cineasti del presente

Afterlov, una storia d’amore che si trasforma in battaglia
Iro Bezou e Haris Fragoulis in Afterlov

Dopo aver scritto e girato sette cortometraggi, sostenuto dall’emittente nazionale ERT e dopo aver partecipato con il suo progetto allo Script&Pitch e al FrameWork Project del Torino Film Lab, Stergios Paschos calca il red carpet del Festival del Film Locarno con il suo primo sorprendente lungometraggio Afterlov [+leggi anche:
trailer
intervista: Stergios Paschos
scheda film
]
, selezionato nella sezione Cineasti del presente.

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È estate ad Atene e Nikos (sorprendente Haris Fragoulis), un trentenne dall’aspetto un po’ hipster un po’ hippy che sopravvive facendo il musicista, si prende cura della villa lussuosa di un amico produttore. Le giornate passano solitarie e oziose tra cocktail improvvisati in piscina e coccole con il cane del proprietario che sembra più un pupazzo di pezza che un cane da guardia. Tutto sembra scorrere liscio, troppo liscio, ma le apparenze come spesso accade ingannano e Nikos trama dentro di se un piano emotivamente machiavellico. Incapace di superare una storia d’amore ormai finita Nikos decide di invitare la sua ex, Sofia (Iro Bezou), a passare qualche giorno con lui nella villa. Sofia accetta con piacere non rendendosi conto che dietro l’invito di Nikos si nascondono inquietanti verità. Dopo una serata apparentemente idilliaca Nikos rinchiude la sua ex nella villa deciso a farle confessare i motivi che l’hanno spinta ad abbandonarlo. Lo stratagemma porterà i suoi frutti?

Afterlov è una commedia agrodolce post-rottura amorosa, un condensato di leggerezza adolescenziale (anche se i protagonisti sono più vicini ai trenta che ai vent’anni), di amore passionale e di incomunicabilità. L’apparente leggerezza che aleggia sul primo film di Paschos, sorta di oggetto volante non identificato che ricorda registi indipendenti americani quale Alex Ross Perry o i fratelli Safdie, si insinua sotto pelle, violentemente. Nikos e Sofia sono due persone (personaggi) che non vogliono crescere, incapaci di vivere insieme e allo stesso tempo terrorizzati all’idea di separarsi, per sempre. L’immensa villa che fa da cornice a quest’epopea amorosa dai risvolti drammatici diventa una prigione dove esprimere il proprio disagio, dove dare libero sfogo alle proprie tormentate angosce. La cinepresa di Paschos segue da vicino, attraverso movimenti statici, due personaggi in cattività, pronti a sferrare l’attacco. Nikos e Sofia sono mostrati, spesso e volentieri, attraverso il filtro dei vetri, delle porte o dei muri della villa, come se la coppia non potesse, fisicamente e emotivamente, entrare in contatto. La natura paradisiaca che attornia la dimora si oppone al dramma che si sta consumando tra le sue mura, sottolineandone con forza la natura claustrofobica e violenta. I personaggi non riescono, malgrado gli innumerevoli tentativi, ad esprimere a parole quello che provano, prigionieri di un mondo in cui l’incomunicabilità (dei sentimenti) sembra dominare sovrana. La prigionia forzata, anziché appianare le tensioni tra i nostri ex innamorati, attizza un fuoco violento che non pensavano bruciasse ancora. L’amore, la passione si trasformano in un uragano incontrollato che sfida le leggi, le interpretazioni e in qualche sorta il buon senso. Amore come sinonimo di pazzia (intesa come libertà totale), ecco il filo conduttore di una commedia stralunata che perdere il controllo, deliziosamente.

Heretic Outreach si occupa dei diritti mondiali del film.

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