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LONDRA 2016

Free Fire : ridere a crepapelle durante una sparatoria all’ultimo sangue

di 

- Un traffico d’armi degenera in un orribile bagno di sangue nell’accattivante commedia d’azione di Ben Wheatley

Free Fire : ridere a crepapelle durante una sparatoria all’ultimo sangue
Brie Larson in Free Fire

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, scelto per chiudere il 60o BFI London Film Festival poco dopo la sua presentazione al Festival internazionale del film di Toronto, conferma che Ben Wheatley fa parte degli innovatori più originali del genere; questa volta passa dall’horror al thriller, al quale aggiunge un tocco particolare di umorismo britannico.

Brie Larson interpreta Justine, l’intermediaria di un traffico d’armi tra una gang americana, diretta da un ciarlatano e dal suo affascinante socio (rispettivamente gli straordinari Sharlto Cooper e Armie Hammer), e un gruppo di irlandesi (Cillian Murphy, Michael Smiley, Sam Riley). Mentre sono alle prese con il conteggio del denaro, uno dei membri del gruppo irlandese è accusato di essere il responsabile di un violento alterco avvenuto la notte precedente e, mano a mano che le tensioni aumentano, finisce per essere ucciso. Segue una sparatoria, e la presenza di cecchini appostati sul tetto del magazzino aggrava la situazione. Tutti si ritrovano rapidamente intrappolati nella fabbrica abbandonata, sperando di mettersi al riparo dallo scambio di proiettili generale e sanguinoso, cercando allo stesso tempo di mettere le mani sulla grande valigetta contenente il denaro che si trova aperta a terra. Il numero delle vittime aumenta: chiedono una tregua temporanea per permettere a Justine di scappare e di chiamare aiuto, ma un telefono suona nel momento in cui quest’ultima è sul punto di uscire. È chiaro che il primo a rispondere sarà il vincitore.

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Ambientando il suo film nel Massachusetts degli anni Settanta, nonostante sia stato girato quasi interamente per sei settimane in un magazzino di Brighton, Ben Wheatley fa tornare di moda il grilletto facile e lo stato d’animo variabile tipico dei migliori classici di Sam Peckinpah, e rinforza il tutto attraverso delle gag da morir dal ridere sull’estetica dell’epoca, sui personaggi tipicamente rétro (il capo sornione, la bambola, il ragazzo strabico, il bruto, ecc.) e anche sulla diversità degli accenti del cast internazionale. Le similitudini con Tarantino sono inevitabili, ma a dispetto del carattere universale del film e delle sue riprese negli Stati Uniti, il regista resta profondamente ancorato all’eredità della commedia inglese.

Potendosi vantare di un eccellente montaggio, di attori impressionanti e di un utilizzo ingegnoso di ciò che si può trovare in una fabbrica abbandonata per far evolvere la storia, Free Fire ha potuto godere ugualmente dei consigli e dell’abilità di collaboratori eccezionali. Marin Scorsese e Emma Tillinger Koskoff, nel ruolo di produttori delegati, hanno certamente permesso di trovare il tono giusto, e la musica vivace composta da Geoff Barrow e Ben Salisbury dei Portishead si sposa perfettamente con l’energia dell’atmosfera violenta del film.

Il progetto più ambizioso di Wheatley fino ad ora presenta tutti gli elementi di un grande successo e si conclude su una nota contemporanea e culturalmente pertinente. Inoltre, come è spesso il caso per le visite dei territori già conquistati, è il viaggio che conta, non la meta. In questo senso, il regista britannico ci propone un tour allucinante.

Free Fire è prodotto da Film4, BFI e Rook Films. Le vendite internazionali sono dirette da Protagonist Pictures.

La nostra copertura per il 60° BFI London Film Festival è gestita in collaborazione con lo UK National Film and Television School's MA in Cinema, Organizzazione e Gestione.

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(Tradotto dall'inglese)

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