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SUNDANCE 2017

My Happy Family: "Non è mai troppo tardi"

di 

- Il duo Nana Ekvtimishvili - Simon Gross torna con un magnifico ritratto di donna in cerca di libertà, diretto con sottile maestria

My Happy Family: "Non è mai troppo tardi"

"Non ho bisogno di nessuno che mi protegga, né che mi controlli. Sono una donna adulta". Abbandonando senza motivo apparente né particolare rumore il suo ruolo di madre e di moglie, la cinquantenne georgiana Manana, personaggio principale di My Happy Family [+leggi anche:
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del duo Nana Ekvtimishvili - Simon Gross che è stato presentato al Festival di Sundance nella sezione World Cinema Competition Dramatic, fa eco a una miriade di destini femminili che si fanno e si disfano in modo identico in tutti i continenti. Ma riuscire a trattare con forze e sottigliezza una storia semplice e universale non è alla portata di tutti, ed è lì che il talento discreto e smagliante del duo di cineasti rivelatosi nel 2013 a Berlino con In Bloom [+leggi anche:
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fa la differenza.

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Fascino delicato, arte del ritmo, realismo profondo e suggestivo che lascia affiorare l’emozione senza mai forzarla, padronanza degli ingredienti narrativi giocando in particolare su un alone di mistero, piccoli episodi della commedia del quotidiano e diverse canzoni perfettamente integrate nella trama, messa in scena fluida e rigorosa, superba fotografia patinata e interpreti di una grande giustezza nel solco di Ia Shugliashvili che porta tutto il film sulle sue spalle: My Happy Family è una bella dimostrazione di una sottile arte cinematografica della sdrammatizzazione per meglio restituire le sfumature della vita.

"Non festeggerò il mio compleanno e non inviterò nessuno. Non sono dell’umore". La mattina dei suoi 52 anni, Manana, insegnante di letteratura, ha un’aria grigia nell’appartamento dove vive con la sua invadente madre Lamara (Berta Khapava), suo padre Otar (Goven Cheishvili), suo marito Soso (Merab Ninidze), suo figlio di 20 anni Lasha incollato al suo computer (Giorgi Tabidze) e sua figlia di 23 anni Nino (Tsisia Qumsishvili), giovane sposa che abita sotto il tetto familiare con lo studente Vakho (Giorgi Khurtsilava). Ma niente da fare, "la gente verrà lo stesso" e Manana subisce il rituale animato di una serata effervescente. Visto che si concede una sola apparizione, suo marito la rimprovera: "Ma cosa ti succede? E’ morto qualcuno? Fai problemi per niente". Allora la verità viene a galla, con la massima calma da parte di Manana: "Non voglio più vivere qui. Voglio lasciare questa casa". L'incomprensione è generale, tanto più che la donna si rifiuta di dare una qualsiasi spiegazione, nonostante le suppliche. Se ne va, quindi, ritrovando con il tempo i piccoli piaceri di una vita solitaria e tranquilla, pur essendo regolarmente sollecitata dai membri della sua famiglia (che non rinunciano a farle cambiare idea e le fanno pressione in vario modo) e messa a confronto con il conformismo della società (comprese le sue vecchie amiche) per la quale la felicità individuale di una donna non deve passare davanti a tutto il resto. E ricostruirsi non sarà sempre facile per Manana, perché il passato non si può cancellare...

Film di una grande sensibilità, My Happy Family è un’istantanea delicata e commovente di un passaggio fondamentale nel "turbinio della vita". Schivando con abilità le insidie della psicologia e del melodramma, e appoggiandosi su una sceneggiatura molto solida (scritta da Nana Ekvtimishvili), il lungometraggio che beneficia anche del talento del direttore della fotografia rumeno Tudor Vladimir Pandaru (Un padre, una figlia [+leggi anche:
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) e di un montaggio molto efficace (firmato dal tedesco Stefan Stabenow e fondato su un acuto senso della durata delle sequenze e delle ellissi) conferma tutto il potenziale di una coppia di cineasti che scalerà rapidamente la gerarchia mondiale.

Coproduzione tra la Georgia (Polare), la Germania (Augenschein) e la Francia (Arizona Films), My Happy Family sarà proiettato al Forum del prossimo Festival di Berlino. La società parigina Memento Films International guida le vendite.

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(Tradotto dal francese)

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