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IFFR 2017

Generatie B: il ritorno al no-future

di 

- Partecipa nella sezione Perspective/A Bande Apart del 46esimo festival di Rotterdam una nuova serie tv belga scritta da Pieter Van Hees e Joos Vandescateele

Generatie B: il ritorno al no-future

In un futuro non troppo lontano, in una Bruxelles sempre più disoccupata e in preda alla paura si muove il giovane Jonas, anche lui in crisi economica e sentimentale. È la trama della serie tv Generatie B, composta da sei episodi - tre dei quali sono stati presentati al 46esimo festival di Rotterdam - nella quale domina l'assurdo a cui fa eco un amaro fondo di verità, nella quale galleggiano migliaia di giovani adulti, tra amori mancati, proteste e genitori oppressivi. 

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I toni però sono da commedia brillante, un susseguirsi di dialoghi serrati, inopportuni, che si prendono gioco della burocrazia imperante, della paura dell'ISIS e dell'arabo (nonostante Bruxelles sia la città più araba d'Europa - il protagonista indossa un maglietta con la scritta I love Molembeek), dell'impossibilità di senso alla quale si può sfuggire solo imbracciando un fucile carico di sudore, per restare in fior di metafora.

In Belgio il nichilismo cupo non attacca, ci si difende con l'humor nero e la tradizione è lunga: basti pensare al memorabile C'est arrivé près de chez vous o al recente Kill me please [+leggi anche:
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. E' proprio chez nous che Jonas si muove in un'esistenza tradotta, almeno per i trentenni della classe sociale medio bassa, nella formula laurea – call centre – precarietà, tant'è che non si fatica troppo a riconoscersi nell'occhialuto protagonista, destinatario dello stantío e abusato epiteto Harry Potter, giusto per rinfocolare i luoghi comuni. 

La tragedia di una generazione ridicola quindi, cinica e incapace di reagire: tutto viene messo alla berlina, tutto è oggetto di sberleffo: il terrorismo, la lotta armata, la politica, gli odiati pranzi in famiglia (il patriarca Godfried somiglia casualmente al primo ministro belga), i mass media. Nonostante siamo in un futuro distopico la ricostruzione che se ne fa è contemporanea, il look dei protagonisti convince pur con tutti i loro vizi; le loro idiosincrasie, anche se esasperate, pure.

Quello di cui il prodotto pecca (ma a Rotterdam si son proiettati solo i primi tre episodi) è forse l'originalità, a parte l'essere una serie tv belga in fiammingo, se questo può considerarsi originale; in alcune battute la comicità scade nel gretto (lo stesso stile del Charlie Hebdo che si omaggia in una breve scena, sbertucciando i Je suis Charlie [+leggi anche:
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), operazione che nelle intenzioni degli autori vorrebbe essere liberatoria, invece ottiene l'effetto contrario, guastando la festa, il tutto in nome dell'unpolitically correct, molto di moda in questo no-future.

La serie completa, prodotta da De Menten sarà trasmessa da Canvas Tv.

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