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CROSSING EUROPE 2017

Il cinema continentale sfila quest’anno a Crossing Europe

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- La 14a edizione del festival, in programma a Linz dal 25 al 30 aprile, prevede la proiezione di 160 film e documentari europei e 74 première austriache

Il cinema continentale sfila quest’anno a Crossing Europe
El bar di Álex de la Iglesia

Un calendario ricco e vario attende il pubblico della 14a edizione di Crossing Europe, in programma a Linz dal 25 al 30 aprile, che quest’anno punta i riflettori sul tema delle politiche identitarie e sulle differenti realtà quotidiane dell’Europa contemporanea.

La manifestazione vanta non meno di cinque film d’apertura, distribuiti nelle diverse location del festival (tutti presentati in anteprima al pubblico austriaco). Un inizio che fin da subito offre uno spaccato di quello che sarà il programma messo a punto per le giornate successive e il cui obiettivo principale è quello di riflettere “sulla paura e l’insicurezza che dominano non solo la nostra vita quotidiana, ma anche la percezione dei media e l’azione politica”. Tra le pellicole scelte per la serata inaugurale, citiamo la coproduzione franco-belga A casa nostra (Chez nous) [+leggi anche:
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intervista: Lucas Belvaux
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di Lucas Belvaux, Close Relations [+leggi anche:
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del russo Vitaly Mansky, la coproduzione svizzero-polacca ispirata all’opera di Camus e diretta da Anka e Wilhelm Sasnal The Sun, The Sun Blinded Me [+leggi anche:
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intervista: Anka e Wilhelm Sasnal
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, Clair Obscur [+leggi anche:
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della turca Yeşim Ustaoğlu (alla quale verrà dedicato un focus nella sezione Spotlight) e El bar [+leggi anche:
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intervista: Alex de la Iglesia
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dello spagnolo Álex de la Iglesia.

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In totale, verranno proiettati 160 lungometraggi europei, documentari e cortometraggi provenienti da 43 paesi e suddivisi in tre concorsi principali, dedicati rispettivamente alle opere di finzione, ai documentari e al cinema locale. In occasione della manifestazione, 74 pellicole austriache verranno infatti presentate in anteprima e, tra queste, 24 in prima mondiale.

Un gruppo di dodici film, composti da dieci opere prime e due opere seconde, si sfideranno nella sezione dedicata al cinema di finzione, molti dei quali con la partecipazione di registi e membri del cast: tra questi, troviamo Godless [+leggi anche:
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intervista: Ralitza Petrova
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 di Ralitza Petrova, vincitore del Pardo d’oro a Locarno 2016, A Taste of Ink [+leggi anche:
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di Morgan Simon, premiato l’anno scorso a San Sebastián, Heartstone [+leggi anche:
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di Guðmundur Arnar Guðmundsson, già ospite della Mostra di Venezia, Quit Staring at My Plate [+leggi anche:
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di Hana Jušić, In the Blood [+leggi anche:
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di Rasmus Heisterberg, visto a Toronto 2016, e House of Others [+leggi anche:
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di Rusudan Glurjidze, che al Karlovy Vary 2016 ha ricevuto il Gran Premio per la categoria East of the West.

La sezione dei documentari include dieci titoli già apprezzati in altri festival internazionali, come l’ipnotico Depth Two [+leggi anche:
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di Ognjen Glavonić, The War Show [+leggi anche:
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di Andreas Dalsgaard e Obaidah Zytoon, proiettato a Venezia, e il film di Robert Kirchhoff A Hole in the Head [+leggi anche:
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intervista: Robert Kirchhoff
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incentrato sul genocidio gitano.

Filo conduttore della categoria denominata Panorama Fiction sarà la presenza di figure femminili forti ed emancipate, ritratte in una serie di titoli recenti, tra cui A Date for Mad Mary [+leggi anche:
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di Darren Thornton (Karlovy Vary 2016), Sámi Blood [+leggi anche:
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di Amanda Kernell, presentato a Venezia l’anno scorso e vincitore quest’anno come Miglior film nordico a Göteborg, e María (and Everybody Else) [+leggi anche:
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di Nely Reguera (San Sebastián 2016). Per la sezione Panorama Documentary sono stati selezionati Atelier de conversation [+leggi anche:
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di Bernhard Braunstein (Cinéma du Réel 2017), Loving Pia [+leggi anche:
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di Daniel Joseph Borgman, presentato alla Berlinale, e Gogita’s New Life [+leggi anche:
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di Levan Koguashvili (IDFA 2016).

Completano il programma festivaliero la rassegna parallela sul cinema fantastico, battezzata Night Sight, quella focalizzata sulle giovani generazioni, dal titolo Cinema Next Europe, un’altra sul tema della formazione professionale al tempo della globalizzazione e della crisi economica, denominata Working Worlds e, in ultimo, la sezione Architecture and Society, incentrata sul rapporto tra ruoli di genere e spazi e, in particolare, sulla regista greca Sofia Exarchou e sul suo pluripremiato film d’esordio Park [+leggi anche:
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. Infine, Crossing Europe renderà omaggio al duo di cineasti polacchi Anka e Wilhelm Sasnal, con una retrospettiva che ripercorrerà la loro intera carriera.

Per maggiori informazioni sul programma del festival, clicca qui.

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(Tradotto dall'inglese)

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