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VISIONS DU RÉEL 2017

Pomme et volcan - à la recherche de ce qui reste: una straordinaria avventura umana

di 

- Con il suo film presentato nella sezione Helvétiques di Visions du Réel, Nathalie Oestreicher distilla con straordinaria intensità l’essenza di una vita troppo breve. Un regalo che non ha prezzo

Pomme et volcan - à la recherche de ce qui reste: una straordinaria avventura umana

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della regista svizzera Nathalie Oestreicher, presentato in prima mondiale nella sezione Helvétiques di Visions du Réel, è un film nato dall’urgenza di depositare sulla pellicola un’immagine, quella di Fabienne, la migliore amica della regista gravemente malata, che svanisce pian piano per trasformarsi in essenza (un profumo, un gesto così caratteristico, il rumore del vento o il canto degli uccelli). Un’impronta digitale effimera ma di una forza straordinaria che imprime direttamente sul nostro cuore.

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L’idea che ha dato vita all’ultimo film di Nathalie Oestreicher è quella di filmare (come la protagonista stessa l’ha domandato) Fabienne nel momento in cui la grave malattia che l’affligge e che avanza imperterrita non si legge ancora davvero sul suo corpo. Quello che la protagonista di Pomme et volcan desidera più di ogni altra cosa è capire come e quale ricordo di sé potrà lasciare alle sue giovani figlie. Lucida (misteriosamente saggia) ed incredibilmente piena d’ironia Fabienne scruta la cinepresa, come fosse un caleidoscopio, per trovare risposte impossibili da formulare razionalmente. A partire dalla sua storia vera e propria Pomme et volcan scivola progressivamente verso altri racconti: quello della regista e di conseguenza anche quello di suo padre che ha perso da bambina e del suo fratellastro che si è suicidato quando era adolescente. Inutile negarlo, sulla carta il film di Nathalie Oestreicher sembrerebbe di un’insopportabile tristezza eppure ciò che emana, e che lo sublima, è un’incredibile positività e lucidità.

Ogni storia, come un piccolo giardino segreto con i suoi nuovi germogli (la natura è onnipresente nel film come metafora di un ciclo vitale inarrestabile ma rassicurante) e i suoi rami secchi, si costruisce innestandosi su ciò che l’ha preceduta, nel bene e nel male.

Come lo dice molto bene la mamma della regista nel film: è impossibile rifarsi una vita come è impossibile riscrivere una storia, ciò che invece lo è, è cominciare un nuovo capitolo. Pomme et volcan riassume visivamente molto bene questo concetto caro anche a Nathalie che seppur trovi logicamente insopportabile il fatto di non poter essere presente fisicamente per le sue figlie è anche spaventata all’idea di trasformarsi in ricordo cupo e pesante. L’assenza, ecco quello che Nathalie Oestreicher cerca di ricostruire mettendo in scena personaggi reali: sua mamma e i suoi figli, immaginari: suo padre e suo fratello di cui sin da piccola ha riscritto a suo modo la storia, e Fabienne che sembra trasformarsi in ponte fra questi due mondi. Come lasciare una traccia di sé ai propri figli? Come continuare a far parte della loro vita senza soffocarli? Cosciente dell’impossibilità di dare una risposta a queste domande, la regista abbandona progressivamente le parole per lasciarsi trasportare dalla sue sensazioni fisiche rispetto a ciò che l’attornia e che risveglia in lei ricordi dolorosi ma reali (quelli di un padre alcolizzato e un fratello che soffriva di depressione). La vita come una scalata infinita (quella del Vesuvio fatta con il fratello da adolescente, quella che fa ora per raggiungere la cima dalla quale in fratello si è gettato) su una montagna innevata dove lasciamo le nostre tracce. L’ultima fase di un’ascensione che le due amiche hanno coraggiosamente intrapreso insieme per regalarci un paesaggio sonoro (di Beni Mosele) visivo e sensoriale di una bellezza inquietante e magnifica.

Pomme et volcan – à la recherche de ce qui reste è prodotto da Stella Händler di Freihändler (che si occupa anche delle vendite internazionali), la Schweizer Radio und Fernsehen e la RTS.

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