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CANNES 2017 Proiezione speciale

The Venerable W.: la faccia buddista del terrore

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- CANNES 2017: Barbet Schroeder chiude la sua "trilogia del Male" con il ritratto illuminante di un buddista birmano che soffia sulle braci del nazionalismo anti-musulmano

The Venerable W.: la faccia buddista del terrore

"L’odio è sicuramente la più duratura delle passioni". Questa citazione di Lord Byron, enunciata molto presto in The Venerable W., il nuovo e particolarmente istruttivo documentario di Barbet Schroeder, presentato oggi in proiezione speciale della Selezione ufficiale del 70° Festival di Cannes, è un sunto perfetto del pericolosissimo personaggio (all’apparenza sorridente e soddisfatto di se stesso) sul quale il cineasta ha puntato i suoi riflettori per chiudere una "trilogia del Male" cominciata con Idi Amin Dada (1974) e proseguita con L'avvocato del terrore (scoperto al Certain Regard cannense nel 2007 e César 2008 del miglior documentario).

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Perché il maestro buddista birmano Wirathu, basandosi sul movimento 969, che dovrebbe incarnare la cultura e l’identità buddista e che predica in realtà "la protezione della razza e della religione", è un vero e proprio incendiario di prima classe, che soffia sulle braci di un conflitto interetnico contro la minoranza dei Rohingya, che hanno il grande torto di essere musulmani in un paese dove la religione ampiamente maggioritaria crede che colui che uccide un animale è capace di uccidere anche un uomo.

Incontrando e tracciando con una consumata arte della narrazione il percorso di Wirathu, Barbet Schroeder, appassionato di buddismo, è partito in cerca di una risposta alla domanda di come una religione così tollerante e pacifica possa generare un individuo così settario e malefico. Recandosi a Mandalay dove vivono 300 000 monaci su 1 milione di abitanti e non dimenticando di sottolineare che la popolazione birmana non conta in totale che il 4% di musulmani, il regista mette in scena un sermone illuminante di Wirathu che denuncia la strategia dei soldi e del sesso che i musulmani porterebbero avanti per deviare le donne dalla religione buddista: "se glielo si lascia fare in nome dei diritti dell’uomo, la nostra razza verrà distrutta".

Andando indietro nel tempo, il film ci racconta poi le diverse tappe del percorso del venerabile W., che si fa conoscere nel 2003 grazie ad alcune riunioni segrete di cui circolano le registrazioni e in cui incita a boicottare i negozi musulmani, per poi promettere di passare al livello superiore ("quando darò il segnale, siate pronti dietro di me, devo pianificare un’operazione efficace, stile Mossad o FBI", "ora il leader sono io. Farò in modo che i musulmani non abbiano più niente da mangiare, né un posto dove vivere"). I disordini violenti e mortali che ne conseguono spingono i militari al potere a imprigionare W., ma quest’ultimo ottiene l’amnistia nel 2012 e riprende la sua crociata alimentandola con una propaganda video e Internet in cui le "fake news" fanno la loro parte e traendo profitto da ogni minimo incidente. Un’ondata di violenza infiamma quindi tutto il paese, con la complicità passiva delle autorità militari che hanno sempre condotto, come il film non manca di spiegare, una politica repressiva contro i Rohingya, una strategia che avrà fine solo con l’arrivo al potere di Aung Sang Suu Kyi.

Facendo emergere gradualmente l’ampiezza della dimensione malsana e manipolatrice di Wirathu ("chiuderemo il nostro paese con le nostre stesse ossa, se necessario"), così come il quadro generale della complessa situazione geopolitica birmana dove ai Rohingya viene negata la nazionalità e sono privati dei loro diritti dal 1982, Barbet Schroeder e la sua talentuosa montatrice Nelly Quettier realizzano con The Venerable W. un documentario molto ricco (con un buon miscuglio di materiali d’archivio molto vari e di interviste che controbilanciano i punti di vista) e appassionante che elucida in modo acuto il detto buddista secondo cui "l'innocente che assorbe goccia dopo goccia finisce per riempirsi di male".

The Venerable W. è prodotto da Les Films du Losange che lo distribuirà in Francia il 7 giugno e ne guida le vendite internazionali.

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(Tradotto dal francese)

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