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CANNES 2017 Concorso

The Square: una satira contundente e geniale

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- CANNES 2017: Lo svedese Ruben Östlund entra finalmente in competizione a Cannes con un’opera brillante e beffarda che trasforma un tempio della civiltà benpensante in uno zoo ridicolo

The Square: una satira contundente e geniale
Dominic West e Terry Notary in The Square

Dopo tre apprezzate selezioni a Cannes, lo svedese Ruben Östlund torna sulla Croisette, stavolta in concorso, con un’opera punteggiata da scene esilaranti che mette gli agiati borghesi-bohème tipici della società occidentale in un angolo e li confronta coi paradossi più crudeli e grotteschi del loro gregario individualismo. Come nel suo film precedente, Forza maggiore [+leggi anche:
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, il regista mette in scena in The Square [+leggi anche:
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un personaggio maschile, Christian (Claes Bang), di un’ignavia allucinante accresciuta dal fatto che questo carismatico conservatore di museo si fa soddisfatto portavoce di una classe benpensante che si permette di sparare sentenze ma sta ben attenta a proteggersi dalla miseria che ha sotto gli occhi. Attraverso la reazione patetica di questo personaggio quando gli viene rubato il cellulare, e la cinica campagna lanciata dal museo attorno a un’installazione artistica astratta (il "Quadrato" del titolo) che intende proporre un’utopia sociale (un luogo di uguaglianza dove ognuno aiuta il prossimo) ma che diventa di fatto la rappresentazione della viltà di questo universo, Östlund si prende gioco della sua superficialità e della sua ipocrisia, con un’intelligenza del dettaglio (in ciascun momento delle 2h20 di durata del film) e un umorismo che lascia sbalorditi.

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Sfruttando lo scenario di un museo d’arte contemporanea – una nuova occasione per lui per regalarci inquadrature composte in modo geniale (ma Östlund è di quelli che anche da un cumulo d’immondizia sotto la pioggia battente riesce a trarre un’immagine incredibile) – il regista si spinge fino a un livello di caricatura al contempo esilarante e terribile, tanto la sua aberrazione resta credibile. Perché vi si possono riconoscere tanti personaggi familiari: le due giovani imbecilli dell’agenzia di comunicazione; i condiscendenti impiegati del museo che tacciono non appena viene stappato il Veuve Cliquot, trasformandosi in un’orda gesticolante; l’americana (Elisabeth Moss) che non obbedisce agli stessi codici ma neanche sfugge alla banale mediocrità di un misero programma serale... C’è anche l’artista in pigiama (Dominic West) e la folla che lo ascolta e rimane interdetta quando sente dire alcune assurdità da uno di loro, ma viene rassicurata quando il comportamento inopportuno viene classificato come "Tourette", così come "tollera" senza batter ciglio alcune violente dimostrazioni di aggressività scimmiesca, fino a quando non sfuggono al suo controllo (in una scena straordinaria dove il film raggiunge il parossismo), perché in fondo le scimmie sono loro, in smoking, che reagiscono per imitazione più che per solidarietà.

Quello che Östlund sembra fare qui (laddove Forza maggiore era più contenuto) è spingere questi comportamenti verso estremi che è difficile descrivere a parole, come quando Christian, per ritrovare le figlie al centro commerciale, affida i suoi lussuosi acquisti al mendicante al quale ha appena rifiutato uno spicciolo, stando bene attento a non lasciargli il portafoglio, o ancora quando lascia un messaggio a un ragazzino svantaggiato che ha trattato male e spinto giù per le scale, lasciandolo gemere per lungo tempo (mentre le figlie dormono nella stanza accanto), in cui finisce persino – per "giustificare" i suoi pregiudizi e il suo incredibile egoismo, invece di chiedere scusa – per dare la colpa agli altri (non senza vantarsi, en passant, della sua enorme fortuna). L’autore di Play [+leggi anche:
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, cercando di tracciare i limiti dell’indecenza umana, lascia lo spettatore completamente stupefatto, e stordito dal suo talento.

Prodotto da Plattform Produktion, Essential Film Produktion, Parisienne de Production, Coproduction Office APS, Film i Väst, Sveriges Television, ARTE France Cinéma, ZDF Arte e gli americani di Imperative Entertainment, il film è venduto nel mondo da Coproduction Office.

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(Tradotto dal francese)

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