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CANNES 2017 Un Certain Regard

Out: irretito nel vasto mondo

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- CANNES 2017: Lo slovacco György Kristóf svela un’opera prima dotata di molte qualità formali, al confine tra realismo sociale e parabola assurda

Out: irretito nel vasto mondo
Sándor Terhes in Out

C’è in ognuno di noi un desiderio, talvolta represso, di evadere dalla propria vita, di scoprire nuovi orizzonti e di vedersi sotto un’altra luce, ma le porte dell’ignoto non sempre si aprono e quando lo fanno, quali che siano le circostanze, la terra incognita non sempre è tutta rose e fiori come sperato... E’ questo il filo conduttore di Out [+leggi anche:
trailer
intervista: György Kristóf
scheda film
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, primo lungometraggio dello slovacco György Kristóf, presentato nella selezione Un Certain Regard al 70° Festival di Cannes, che disseziona con un innegabile talento visivo e un gusto pronunciato per l’assurdo eloquente la traiettoria di un migrante economico europeo che tenta di sfuggire alla vita in cui è irretito e si lancia in un viaggio che gli riserverà molte sorprese. Perché se "qui comincia il mare, non sappiamo mai dove finisce".

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"Devo lasciar andare il 40% di voi. Niente panico! Una nuova partenza richiede molta energia, passione e coraggio, ma voi siete dei combattenti, non mollerete, guadagnerete la fierezza eterna". Quando il direttore della fabbrica slovacca dove lavora il cinquantenne Agoston (Sándor Terhes) suona così la campana a morto del suo lavoro da operaio, è un futuro di disoccupazione e di giornate in casa che gli si prospetta, tra una lucidatura di scarpe e una perdita d’acqua, nonostante l’atmosfera familiare amorevole con sua moglie e sua figlia. Agoston decide così di rompere la maledizione che si è abbattuta su di lui, e affidandosi a un volantino che vanta prospettive di lavoro in un cantiere navale in Lettonia, decide di tentare la fortuna all’estero ("non sei mai andato neanche in riva al mare" - "bisogna cominciare da qualche parte"). Lasciandosi la famiglia alle spalle, il nostro laconico antieroe, che pensa che altrove le cose possano essere diverse e sogna di diventare un pescatore di mare, mentre ha sempre pescato solo al lago, inanellerà in Lettonia tribolazioni solitarie, incontri assurdi e disillusioni in un mondo in cui gli animali sembrano avere più valore degli uomini.

Dando prova di un senso dell’immagine particolamente affilato, soprattutto attraverso delle scenografie scelte straordinariamente bene (originali e molto cinematografiche), una certa scienza delle transizioni sorprendenti e un ottimo lavoro sulle inquadrature e la fotografia firmata Gergely Pohánok, György Kristóf si mostra come un regista molto promettente. Il gioco tra realismo e assurdo, centrale in questo film ben controllato, trova tuttavia qualche limite nello svolgimento della trama, ma per un’opera prima è anche un modo per attirare l’attenzione e non ha grandi conseguenze. E sarà particolarmente interessante vedere in quale direzione si orienterà in futuro questo cineasta evidentemente dotato.

Prodotto dalla Slovacchia (Sentimentalfilm) con la Repubblica Ceca (Endorfilm) e L’Ungheria (KMH Film), Out sarà distribuito in Francia da Arizona ed è venduto nel mondo da Cercamon.

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(Tradotto dal francese)

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