email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2017 Cinéma de la plage

Djam: libera come una donna

di 

- CANNES 2017: Tony Gatlif ci trasporta nella patria del rebetiko al fianco di una giovane donna greca che accompagniamo nella capitale in una fuga costellata di canti irresistibili e di danze viscerali

Djam: libera come una donna
Daphne Patakia in Djam

Djam [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, il nuovo film di Tony Gatlif che ha dato luogo sulla Croisette a una grande serata di cine-concerto durante il 70° Festival di Cannes, porta il nome di una donna (interpretata meravigliosamente da Daphne Patakia), una ragazza greca, bella, insolente, sempre a proprio agio, divertente, che danza come un’irresistibile Salomè e proietta i suoi canti pieni di passione e malinconia dritti al cuore. L’autore di Gadjo Dilo e Exils non poteva scegliere una guida migliore – perché si rimane per forza catturati da questa eroina luminosa – per farci scoprire una musica tradizionale greca chiamata rebetiko che lui stesso frequenta da un po’ di tempo, una musica al contempo ritmata e coinvolgente, dolorosa e ribelle, che si impadronisce di te e ti trascina con passione attorno a testi sovversivi che parlano del e al popolo, che protestano contro il potere, il denaro e tutti coloro che non sanno amare. E’ un canto impregnato della sua cultura, viscerale, che impariamo a conoscere al fianco di Djam, dal momento che il suo amato patrigno l’ha mandata da Lesbo a Istanbul per far riparare un asse della sua barca, e a compiere qualche altra piccola missione che dà alla sua fuga l’aria di una favola.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Pertanto, in cammino, alle porte dell’Europa, capiteranno disavventure di ogni tipo, soprattutto da quando Djam incontra Avril, una francese un po’ perduta, sradicata, ignara della cultura magnifica che porta dentro di sé. Lei non ha la stessa libertà di Djam ma se ne impregna, esercitandola per esempio scegliendo di restare nel suo solco magnetico, nonostante la greca le ordini di lasciarla tranquilla. Così, tra imbrogli, scioperi, rapine e svolte impreviste per salvare un uomo dalla disperazione, fanno la strada insieme, sempre in musica, e sono felici nonostante tutto, felici e vive insieme. Perché come un’Arca di Noè di suoni e testi, una barca che raccoglie le foto degli antenati attorno ai viventi, il rebetiko fa lo stesso, laddove viaggia, in una calda atmosfera di comunione.

Djam è l’incarnazione dello spirito del rebetiko. Libera, sicura di sé, vive come vuole e la sua gioia è semplice poiché ricomincia a ogni canzone, a ogni incontro, che diventa sempre condivisione, ma l’analogia con il canto greco va oltre. Attraverso questo personaggio che sprigiona purezza, che va in giro senza niente sotto la gonna, sui tetti brucianti dove cammina e dove dorme la notte, a cielo aperto, Gatlif ha anche voluto – spiega, risentito per la regressione della condizione femminile dalla fine degli anni Sessanta – restituire alla donna un’indipendenza che le stanno portando via. Se Djam non si pone il problema delle mutande, o di essere sfacciata, è perché non deve farlo. Non solo lei sa chi è, ma come direbbe Prévert, lei è come è e fa quello che vuole e non deve nascondersi, e fa molto bene perché è così che ci piace.

Prodotto dalla Francia (Princes Films, Pyramide Productions, Cinéma d’Auvergne-Rhône-Alpes), la Grecia (Blonde Audiovisual Productions) e la Turchia (Güverte Film), il film è venduto nel mondo da Les Films du Losange.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy