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GERUSALEMME 2017

Doubtful: l’amore non può salvarci tutti

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- Il primo lungometraggio di Eliran Elya, premiato a Gerusalemme, è uno sguardo onesto e maturo su due anime perse che percorrono una via già segnata

Doubtful: l’amore non può salvarci tutti

Dalla scena iniziale, ben coreografata alla maniera dei fratelli Dardenne e girata con la camera a spalla, fino alla scena di chiusura, serrata e devastante, il film d’esordio di Eliran Elya è uno straordinario viaggio emozionale. Parzialmente ispirata a un tragico omicidio avvenuto nel 2012, la vicenda di un insegnante e del suo studente potrebbe sembrare una storia non molto originale per il cinema, e invece va oltre i luoghi comuni con maturità e con un grande senso di umanità. Queste sono solo alcune delle ragioni che hanno portato Doubtful a vincere il Premio per il Miglior Film e per la Migliore Fotografia al Festival del cinema di Gerusalemme.

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Assi (Ran Danker) è un giovane cineasta di Tel Aviv, condannato ai lavori socialmente utili dopo un incidente in moto, di cui subisce ancora le conseguenze. Viene inviato a lavorare con un gruppo di giovani delinquenti in una città del Sud dell’Israele, ai quali insegna ad esprimersi con la cinepresa. Inizialmente sospettosi, i ragazzi lentamente si affidano al loro nuovo insegnante; Eden in particolare, uno dei membri più aggressivi e problematici del gruppo. Assi è incuriosito da questo ragazzo speciale e tra i due si stabilisce presto un legame. Ma mentre Assi intravvede del potenziale in Eden e diventa per lui una specie di mentore, è all’oscuro dei problemi emozionali del ragazzo e della sua mancanza di una guida, problemi che ne hanno già segnato l’esistenza. E nonostante gli sforzi, Assi non può salvare Eden dalla sua natura violenta.

Elya, che è anche autore della sceneggiatura, crea dei personaggi problematici con innegabile amore e compassione nei loro confronti, e racconta la storia con un approccio minimalista che accresce il realismo e l’onestà del film. Per il suo primo lungometraggio da regista, Elya ha scelto il meglio del cinema israeliano, come il direttore della fotografia Shai Goldman (La Banda [+leggi anche:
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) e il montatore Arik Leibovitch (Zero Motivation), che hanno messo a disposizione la loro esperienza e le loro conoscenze per realizzare una storia solida e ben strutturata. Bisogna ricordare anche il direttore dei casting, Orit Azoulay, che ha reclutato attori non professionisti per i ruoli dei ragazzi, quasi tutti indimenticabili. Particolarmente stupefacente è il giovane che interpreta Eden, il sedicenne Adar Hazazi, che ci regala una delle interpretazioni più incredibili dell’anno, nelle vesti di questa giovane anima in difficoltà. Hazazi porta sullo schermo un carisma travolgente ed è quasi difficile credere che questa sia la sua prima esperienza di attore.

Oltre alle visibili influenze dei fratelli Dardenne (in particolare del loro Il Figlio [+leggi anche:
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del 2002), in Doubtful ci sono momenti in cui i ragazzi oltrepassano la quarta parete attraverso l’uso della mini-dv camera di Assi, il che è sicuramente ispirato a un altro grande film sul rapporto studente-insegnante, Half Nelson, diretto da Ryan Fleck nel 2006, con Ryan Gosling. Infine, nonostante Doubtful non sia un film rivoluzionario e la parabola emozionale di Assi risulti più costruita che spontanea, l’abilità registica di  Elya e l’intimità che riesce a creare tra noi e i personaggi ne fanno molto più di un promettente esordio, ma una notevole e già autonoma opera.

Il film è prodotto da Rogovin Brothers Ltd.

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(Tradotto dall'inglese)

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