email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

VENEZIA 2017 Orizzonti

Oblivion Verses: i ricordi del passato

di 

- VENEZIA 2017: Nel suo primo lungometraggio, selezionato nella sezione Orizzonti, il regista iraniano Alireza Khatami dimostra che il realismo magico va ben oltre i confini dell’America Latina

Oblivion Verses: i ricordi del passato

In Oblivion Verses [+leggi anche:
trailer
intervista: Alireza Khatami
scheda film
]
, primo lungometraggio del regista iraniano Alireza Khatami, presentato nella sezione Orizzonti della Mostra del cinema di Venezia, il custode di un obitorio (Juan Margallo, The Spirit of the Beehive) trova il corpo di una giovane donna, probabilmente uccisa dai miliziani durante le manifestazioni in corso. Decide di fare tutto il possibile per evitare che finisca in una tomba anonima. Con l’aiuto di un becchino, che sembra saper tutto della gente che sotterra, di una donna alla ricerca di sua figlia scomparsa, e di una serie di altri personaggi misteriosi che incontrerà sul suo cammino, il vecchio uomo intraprende un viaggio nel cuore del proprio passato.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

“La verità è che la verità non esiste”, scriveva Laura Esquivel nel suo romanzo di successo Come l’acqua per il cioccolato. Khatami non solo sembra condividere il suo pensiero, ma dimostra anche che il realismo magico si estende ben al di là delle ferventi storie d’amore dell’America Latina.

Al regista non interessa dare risposte facili, e rende i suoi personaggi senza nome complessi e vivaci. Le loro motivazioni potrebbero non avere mai una completa spiegazione; ma da un archivista circondato di orologi e allarmi che suonano per ragioni dimenticate a un impiegato d’ufficio che farebbe ridere Kafka, i personaggi non smettono di essere interessanti. Nel suo film, Khatami affronta temi seri con charme e spirito – senza parlare dei sontuosi effetti visivi come la visione francamente assurda di una balena volante che pertanto si addice perfettamente a questo strano mondo.

Oblivion Verses, anche se si ispira ad alcuni fatti reali, tra cui esperienze che il regista stesso ha vissuto, è più una meditazione sulla vita e la morte che non una denuncia. Sebbene Khatami abbia avuto l’occasione di assistere Asghar Farhadi nel corso della sua carriera, tiene a chiarire un punto: il suo film non è un altro dramma sociale realista. Con il suo ritmo tranquillo che si adatta perfettamente al protagonista titubante, il film è in realtà un viaggio che non porterà da nessuna parte, o forse ovunque. Comunque sia, vale la pena vederlo.  

Le vendite internazionali di Oblivion Verses, prodotto da House on Fire (Francia), Endorphine Production (Germania) e Lemming Film (Paesi Bassi) e dalla compagnia cilena Quijote Rampante, sono gestite da Urban Distribution International.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy