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VENEZIA 2017 Concorso

Una famiglia nasconde sempre un segreto

di 

- VENEZIA 2017: Il secondo film di Sebastiano Riso, in concorso per il Leone d’Oro, affronta il drammatico tema del mercato nero dei neonati

Una famiglia nasconde sempre un segreto
Micaela Ramazzotti e Patrick Bruel in Una famiglia

Affronta il drammatico tema dell'utero in affitto, o per meglio dire del mercato nero dei neonati Una famiglia [+leggi anche:
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intervista: Matilda De Angelis
intervista: Sebastiano Riso
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, opera seconda di Sebastiano Riso in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. Prodotto da Indiana con Rai Cinema e la partecipazione della francese BAC Films (anche il suo esportatore) e la collaborazione di Manny Films, il film uscirà in Italia il 28 settembre con BIM.

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Insieme agli sceneggiatori Stefano Grasso e Andrea Cedrola, Riso ha studiato le dinamiche del fenomeno consultando e studiando decine di intercettazioni telefoniche che riguardano casi di questo genere e migliaia di pagine di documenti che sono stati forniti dal Procuratore di Grosseto. Adottare è complicatissimo per le coppie eterosessuali e vietato per quelle omosessuali e alcuni si trasformano in ricettatori di bambini, approfittando del vuoto legislativo e rafforzando quel mercato nero. Con Una famiglia, Riso non percorre però la strada del legal thriller e nemmeno gli interessa indagare la maternità o paternità ad ogni costo come espressione di massimo egoismo. La sua storia si focalizza piuttosto su una coppia di "donatori" clandestini e sul loro rapporto "malato".

Siamo a Roma, la protagonista Maria (Micaela Ramazzotti, presente nell'esordio del regista, Più buio di mezzanotte [+leggi anche:
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, selezionato alla Semaine de la Critique di Cannes 2014), giovane donna che proviene dalla periferia, è ossessionata dai figli che ha dato via, immagina di vederli dappertutto, persino in metropolitana. Ha conosciuto anni prima Vincenzo (Patrick Bruel), un parigino affascinante, freddo e controllato, di cui si è innamorata. L'inizio del film li coglie nel momento in cui lei comincia a ribellarsi e sogna una vera famiglia. Mentre lui la costringe a mangiare foglie di una pianta peruviana che dovrebbe aumentare la fertilità, lei di nascosto va dal medico per farsi inserire la spirale e fermare quel business che frutta all'uomo un minimo di 50mila euro a bambino. Ma il sesso che fanno, funzionale alla futura vendita, è in realtà intenso e appassionato. Cosa spinge Maria ad amare in modo così coinvolgente un mostro che la usa come una fabbrica di neonati? Possiamo solo intuire delle ferite precedenti che hanno portato la donna ad amare con atteggiamenti masochistici, alla ricerca inconscia di sofferenza e umiliazione. Vincenzo lo fa certamente per soldi ma ad un "acquirente" che gli confessa di percepire dai suoi occhi quale possa essere stato il suo passato, risponde "non puoi nemmeno immaginarlo". Due patologie mentali unite in un progetto scellerato, in cui la donna è indotta ad una continua procreazione, a mesi di gravidanza, fino ad un parto che la priva dell'ennesimo bambino, in una maternità perennemente mancata e un lutto incessante da elaborare.

Con una regia elaborata che impegna lunghi piani sequenza, dolly, focali macro e macchine da presa in continuo movimento che indugiano su primissimi piani della disperata protagonista, Sebastiano Riso sviluppa la vicenda spingendo sul pedale dell'eccesso drammatico per mostrarci una delle facce nascoste della società di cui facciamo parte. Nel cast appaiono anche Pippo Delbono, Fortunato Cerlino, Marco Leonardi, Matilda De Angelis, Ennio Fantastichini.

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