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SAN SEBASTIAN 2017 Concorso

Recensione: Life and Nothing More

di 

- SAN SEBASTIÁN 2017: Antonio Méndez Esparza firma una docu-fiction ambientata in una città nordamericana, dove la madre di un adolescente problematico sopravvive come può

Recensione: Life and Nothing More

Antonio Méndez Esparza debuttò con Qui e là [+leggi anche:
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, girato in Messico e premiato a Cannes nel 2012. Con quel lungometraggio nacque la sua solida alleanza con Pedro Hernández (Aquí y Allí Films, compagnia che ha sostenuto, fra gli altri, film coraggiosi come Magical Girl [+leggi anche:
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), che gli ha prodotto anche, in spregio ad ogni pericolo, Life and Nothing More [+leggi anche:
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, film che compete per la Conchiglia d’Oro nella sezione ufficiale del Festival internazionale del film di San Sebastián (il suo film precedente era selezionato nella sezione Horizontes Latinos).

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Su sceneggiatura dello stesso Méndez Esparza, Life and Nothing More cattura la realtà quotidiana di una madre che cresce da sola i suoi due figli: un adolescente di 14 anni e una bambina di tre. Il padre è in carcere. Il ragazzo fa diverse sciocchezze. La madre, che lavora in un bar, incontra un uomo... Lo scontro in casa è prevedibile, ma il regista non nutre la difficile routine di questa famiglia frammentata con ornamenti drammatici e fa sì che lo spettatore osservi l'azione come se fosse seduto sul divano usurato di casa. In questo modo, la realtà si infiltra in ogni inquadratura di un film senza altra colonna sonora che i rumori della città e con una cinepresa che non pretende di fare movimenti stilistici acrobatici.

Trattando senza enfasi e in modo intuitivo temi come i ruoli familiari, la paternità assente o la difficoltà titanica di crescere i figli senza alcun aiuto, Life and Nothing More è nato come il ritratto di una madre sola e di un focolare spezzato, ma mentre il film veniva girato, si è fatto assorbire da ciò che succedeva intorno, in uno spirito di cinema libero assoluto; alla fine il film ha cambiato il suo corso e ha cominciato a seguire le orme di quel figlio complicato che, maturando, accetta di affrontare il suo dolore, guardandolo negli occhi, pronto a ricostruire tutto ciò che serve.

La vida… è girato con una piccola troupe e con la collaborazione di alcuni allievi di Méndez Esparza, che è anche professore di cinema (e che ammette di girare come un dilettante e di amare la filmografia di Jim Jarmusch e i diari di Cocteau), riuscendo così a catturare l’intimità desiderata. Ha anche cercato, in un processo di casting durato più di un anno, una donna forte che facesse da protagonista e ha quindi trovato Regina Williams, lei stessa cameriera come il suo ruolo e madre di quattro figli, ma molto più temperamentale del personaggio scritto che incarna: la credibilità di questa donna che si mette per la prima volta davanti a una macchina da presa raggiunge un tale livello di autenticità che alcuni pronostici la danno come probabile vincitrice del premio della miglior attrice del 65º Festival del cinema di San Sebastián. Dopo il suo passaggio nella città basca, Miami, Tokyo, Sao Paulo, Morelia e Chicago sono le prossime tappe festivaliere di questo film fotografato da Barbu Balasoiu (Sieranevada [+leggi anche:
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).

Life and Nothing More è una coproduzione tra Spagna e Stati Uniti di Aquí y Allí Films. In Spagna lo distribuisce Wanda Visión (la sua uscita è prevista per il 1° dicembre) e delle sue vendite si occupa la compagnia britannica Film Constellation.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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