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IDFA 2017

Recensione: The Deminer

di 

- Il film svedese vincitore dell'IDFA, diretto da Hogir Hirori insieme con Shinwar Kamal, è l'incredibile ritratto di un personaggio incredibile

Recensione: The Deminer

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, il documentario svedese realizzato dal duo di Dahuk, il regista Hogir Hirori e il coregista Shinwar Kamal, e vincitore del Premio speciale della giuria nel Concorso lungometraggi internazionali dell'IDFA, è il ritratto pressoché incredibile di un colonnello che ha passato quasi 14 anni a disinnescare mine nel Kurdistan iracheno. 

La primissima scena, girata nei pressi di Mosul, mostra il colonnello Fakhir mentre spiega come disinnescare una mina; e lo spiega mentre lo fa, armato solo di un coltello e di una pinza. Per lui è un'operazione semplicissima, come se non comportasse alcun rischio e lo facesse di continuo. 

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Quest'ultima affermazione è, in effetti, vera: nel 2003 ha disinnescato da solo oltre 600 mine e altre migliaia negli anni successivi. Hirori e Kamal hanno ripercorso la sua storia a partire da centinaia di ore di filmati, che lui e i suoi compagni di battaglia hanno accumulato negli anni, ma anche con interviste a suo figlio e sua moglie, e seguendolo direttamente nel periodo 2014-2016, quando Daesh aveva preso il controllo di Mosul. 

Per certi versi, la storia personale di Fakhir segue la storia recente dell'Iraq: dalla sconfitta di Saddam Hussein e le conseguenti azioni terroristiche dei suoi sostenitori, alla partenza delle truppe americane, quando Obama ha deciso di abbandonare la missione incompiuta, fino alla recente invasione dello Stato islamico. 

Non è un film facile da vedere, in parte perché è fatto prevalentemente di riprese mosse e di bassa qualità, e in parte perché questi materiali mostrano molte scene di sminamento con un altissimo livello di suspense. La maggior parte dei dispositivi che disinnesca il protagonista sono semplici mine fatte in casa, che si attivano con un cellulare o con un meccanismo di rilevazione del peso. Possono esplodere da un momento all'altro e, durante i filmati, Fakhir salta in aria un paio di volte. La seconda volta, perde una gamba, e non viene ripreso nell'esercito. Questo lo ha depresso molto, come testimonia suo figlio. Ma quando Daesh invade il Kurdistan, Fakhir si procura una semplice protesi in plastica e parte volontario con i Peshmerga. In una scena si vede quanto è felice di essere di nuovo sul campo: “Farò questo finché avrò vita” afferma con un sorrisetto, nonostante la frase suoni fatalmente sinistra.

Fakhir il pazzo, come lo chiamano i soldati americani, sbalorditi dal suo coraggio e dalla sua abilità, è un uomo tarchiato, con la faccia quadrata, gli occhi vivaci che brillano sotto due sopracciglia folte e che formano un'espressione imbronciata per la maggior parte del tempo. Arriviamo a conoscere molto bene questo personaggio, nonostante non ci siano quasi per nulla interviste dirette a lui, ma solo un paio di frasi espresse con la voce fuori campo. Conosciamo poi anche la sua famiglia e il suo paese, e abbiamo un saggio del caos da cui l'Iraq non è più riuscito ad emergere dopo Saddam.

Oltre l'inevitabile epica narrativa, Hirori e Kamal riescono a creare anche momenti di poesia, osservando con discrezione le relazioni umane e il rapporto del protagonista con il suo ambiente. Quello rappresentato è un uomo che ha dedicato la sua intera vita a una professione pericolosissima ma dallo spirito fortemente umanitario. “Se sbaglio, muoio solo io; ma se ci riesco, salvo molte vite”, dice Fakhir mentre spiega la sua vocazione, e noi non possiamo che fidarci di lui e ammirarlo.

The Deminer è stato prodotto dalla svedese Lolav Media, e coprodotto da Ginestra Film e SK Production. Dogwoof detiene i diritti internazionali. 

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(Tradotto dall'inglese)

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