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CPH:DOX 2018

Il CPH:DOX di Copenhagen offre “riflessi di un mondo impazzito”

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- 200 film, più di 100 anteprime, musica, scienza, arte ed esperimenti sociali in programma al Festival internazionale del documentario di Copenhagen, che si terrà dal 15 al 25 marzo

Il CPH:DOX di Copenhagen offre “riflessi di un mondo impazzito”
Central Airport THF di Karim Aïnouz

Per la sua 15a edizione, il CPH:DOX - Festival internazionale del documentario di Copenhagen, tornato con successo a marzo dopo lo spostamento nel 2017 a novembre, presenta un programma 2018 grandioso ed esplosivo dal suo quartier generale nella Charlottenborg Art Gallery di Copenhagen, che dall’anno scorso serve da nuovo centro del festival.

Durante il suo svolgimento dal 15 al 25 marzo, Niklas Engstrøm, responsabile del programma, promette un CPH: DOX2018 "che riflette un mondo impazzito – con fake news, radicalismo e attacchi alle basi delle nostre società democratiche". In tutto, sono in menù 200 film, tra cui più di 100 anteprime, "che celebrano numerosi metodi per la follia, che si tratti di cinema interventista, esperimenti sociali o il punto di vista personale in un mondo di verità in competizione".

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In questi giorni, CPH:DOX presenterà sei programmi competitivi internazionali: Dox:Award, il concorso principale; F:act Award, dedicato a film investigativi e socialmente impegnati; New:Vision Award, con artisti visivi; Next:Wave Award, per talenti nuovi ed emergenti; Nordic:Dox Award, incentrato sulla regione nordica; e il premio del pubblico Politiken.

I titoli della competizione principale, una dozzina anche quest’anno, includono Central Airport THF [+leggi anche:
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intervista: Karim Aïnouz
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di Karim Aïnouz, un’esplorazione del leggendario aeroporto berlinese Tempelhof, chiuso nel 2008 e attualmente impiegato come alloggio per rifugiati; The Raft [+leggi anche:
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intervista: Marcus Lindeen
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di Marcus Lindeen, un resoconto di prima mano unico di una spedizione atlantica radicale nei primi anni '70; e Lost Warrior [+leggi anche:
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, la storia straziante di un adolescente somalo radicalizzato alla ricerca di un futuro decente. Il film è stato co-diretto da Nasib Farah e Søren Steen Jespersen, produttore del vincitore del Dox:Award l’anno scorso, e successivamente nominato all’Oscar, Last Men in Aleppo [+leggi anche:
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Proposte varie in altre sezioni includono Weapon of Choice di Fritz Ofner e Eva Hausberger, una documentazione in stile noir della pistola austriaca Glock (F:act); la storia di Bing Liu lunga quattro anni di tre amici skater dell’Illinois che diventano giovani uomini, il successo del Sundance Minding the Gap (Next:Wave); e, in modo particolarmente curioso, Slow Graffiti, l’interpretazione del new jerseyano Alex Da Corte del seminale corto del 1967 del campione del documentario danese Jørgen Leth, The Perfect Human, che sostituisce i personaggi principali con Boris Karloff e il mostro di Frankenstein (New:Vision).

Tra le altre proposte, c’è un programma curato dalla band inglese The xx ospite, un ampliato focus sulla scienza, un nuovo programma sulla giustizia e lo stato costituzionale, e infine, ma non meno importante, una mostra d'arte e un programma cinematografico dedicato agli esperimenti sociali.

Quanto agli elementi di grandezza ed esplosività, entrambi saranno abbondanti alla cerimonia di apertura che si terrà all'Old Stage del Royal Danish Theatre. Sullo schermo, sarà mostrato un oggetto altamente contemporaneo, dedicato ai movimenti di #MeToo e #TimesUp: The Abused Child Actors, il nuovo documentario danese di Cecilie Frydenlund e Peter Vesterlund, avrà la sua anteprima mondiale durante la serata. Il lavoro è stato sviluppato in collaborazione con il quotidiano Politiken e il canale televisivo TV2, che hanno collaborato due anni fa per lanciare un'inchiesta giornalistica che ha portato alla luce abusi sessuali all'interno della comunità cinematografica danese.

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(Tradotto dall'inglese)

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