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CANNES 2018

Una nuova fase per Cannes?

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- Dopo la conferma di Asghar Farhadi in apertura, un punto sulle voci che si inseguono a una settimana dall’annuncio della selezione ufficiale del 71° Festival di Cannes

Una nuova fase per Cannes?
Dogman di Matteo Garrone

Decidendo di vietare i selfie sui gradini del Palais des Festivals per preservare il glamour del tappeto rosso, e ridando la priorità alle proiezioni ufficiali rispetto alle proiezioni stampa per proteggere gli artisti e consentire loro di sfruttare al meglio la prima mondiale dei loro film, Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes, ha chiaramente lanciato il messaggio di voler riprendere in mano la situazione dinanzi agli eccessi della civiltà dei social network.

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Ma il cambio di direzione in atto riguarda anche la scelta dei film in corsa per la Palma d'Oro al 71° Festival di Cannes (8-19 maggio)? E’ quello che si mormora a Parigi, con qualche sorpresa in vista e l'assenza in competizione di grandi "habitué".

Al momento, l’apertura dell’evento cannense è in buone mani con Todos lo saben [+leggi anche:
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dell’iraniano Asghar Farhadi (guidato dal suo trio di star Penélope Cruz, Javier Bardem e Ricardo Darin - prodotto da Spagna, Francia e Italia) che sarà proiettato in concorso (leggi l’articolo).

Ma quali sono i titoli al centro dei rumors in corso a Parigi? Il duo italiano Dogman [+leggi anche:
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intervista: Matteo Garrone
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di Matteo Garrone e Loro [+leggi anche:
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di Paolo Sorrentino (con un’incertezza sulla forma del film: le due parti potrebbero essere riunite in una versione unica), Cold War [+leggi anche:
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Q&A: Pawel Pawlikowski
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del polacco Pawel Pawlikowski, The House That Jack Built [+leggi anche:
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intervista: Lars von Trier
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del danese Lars von Trier (che tornerebbe per la prima volta dopo essere stato bandito nel 2011, con un film dal contenuto ancora una volta esplosivo) e The Wild Pear Tree [+leggi anche:
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del turco Nuri Bilge Ceylan

Sul fronte nordamericano tornano con insistenza i nomi di Under The Silver Lake di David Robert Mitchell, Domino [+leggi anche:
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di Brian De Palma e Black Klansman di Spike Lee.

In pole position per il cinema asiatico figurano Three Faces dell’iraniano Jafar Panahi, Ash is Purest White [+leggi anche:
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del cinese Jia Zhangke (anche se alcuni problemi legati all'ufficio censura del suo paese sono ancora da risolvere) e Burning del sudcoreano Lee Chang Dong.

Dall’America latina emergono Temblores [+leggi anche:
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intervista: Jayro Bustamante
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del guatemalteca Jayro Bustamante e La Quietud [+leggi anche:
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dell’argentino Pablo Trapero, mentre un fitto mistero avvolge Roma del messicano Alfonso Cuarón

Restano ancora in corsa Lazzaro felice [+leggi anche:
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intervista: Alice Rohrwacher
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di Alice Rohrwacher e Sunset [+leggi anche:
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intervista: László Nemes
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dell’ungherese László Nemes,che il comitato di selezione visionerà nei prossimi giorni, così come Long Day’s Journey Into Night [+leggi anche:
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del cinese Bi Gan,anticipato da un ottimo passaparola. Da non trascurare le chance di Donbass [+leggi anche:
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dell’ucraino Sergei Loznitsa, sempre presente nei nostri radar, mentre grande incertezza aleggia sulla sorte di Peterloo [+leggi anche:
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intervista: Mike Leigh
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dell’inglese Mike Leigh

Tra i principali outsider spiccano Leto [+leggi anche:
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del russo Kirill Serebrennikov, The Nightingale dell’australiana Jennifer Kent, Angelo [+leggi anche:
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dell’austriaco Markus Schleinzer, The Souvenir - Part 1 [+leggi anche:
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dell’inglese Joanna Hogg, Roads [+leggi anche:
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del tedesco Sebastian Schipper e Quién te cantará [+leggi anche:
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intervista: Carlos Vermut
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dello spagnolo Carlos Vermut

Tra i pretendenti francesi (la cui selezione si chiude tradizionalmente il giorno prima della conferenza stampa), quelli con più possibilità sono Maya [+leggi anche:
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intervista: Mia Hansen-Løve
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di Mia Hansen-Love, Un autre monde [+leggi anche:
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intervista: Stéphane Brizé
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 di Stéphane Brizé e Un amour impossible [+leggi anche:
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 di Catherine Corsini, ma sarebbero ancora in ballottaggio per la selezione ufficiale anche Amanda [+leggi anche:
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intervista: Mikhaël Hers
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di Mikhaël Hers, Plaire, aimer et courir vite [+leggi anche:
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Q&A: Christophe Honoré
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 di Christophe Honoré e Mademoiselle de Joncquières [+leggi anche:
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intervista: Emmanuel Mouret
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di Emmanuel Mouret, tenendo conto che Non Fiction [+leggi anche:
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intervista: Olivier Assayas
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di Olivier Assayas e Les estivants [+leggi anche:
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intervista: Valeria Bruni Tedeschi
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di Valeria Bruni Tedeschi non sono stati ancora mostrati al comitato.

Il cinema d’animazione potrebbe avere un buon posto sulla Croisette con Dilili à Paris [+leggi anche:
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 del francese Michel Ocelot e The Tower [+leggi anche:
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intervista: Mats Grorud
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del norvegese Mats Grorud.

Infine, tra i film i cui nomi ricorrono per un posto in sezioni parallele, tra cui il Certain Regard, si distinguono fra gli altri Petra [+leggi anche:
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intervista: Jaime Rosales
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dello spagnolo Jaime Rosales, Girl [+leggi anche:
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del belga Lukas Dhont, Monos [+leggi anche:
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del colombiano-equadoriano Alejandro Landes e Le monde est à toi [+leggi anche:
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intervista: Romain Gavras
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di Romain Gavras

Per ragioni varie (strategie d’uscita, post-produzione in ritardo, scelta dei selezionatori, ecc.), i film di Xavier Dolan, Claire Denis, Barry Jenkins, Luca Guadagnino, Naomi Kawase e Jacques Audiard (a meno di sorprese dell’ultimo minuto) potrebbero non far parte di questa edizione.

Nel vortice dei rumors, tutte queste ipotesi sono naturalmente da prendere con le dovute precauzioni. Verdetto il 12 aprile alla conferenza stampa di Parigi che vedrà Thierry Frémaux svelare l'identità dei fortunati eletti della Selezione ufficiale e la lista dei candidati alla Palma d'Oro che verrà assegnata da una giuria presieduta dall'attrice australiana Cate Blanchett (news).

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(Tradotto dal francese)

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