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VISIONS DU RÉEL 2018

Recensione: A Bright Light - Karen and the Process

di 

- Emmanuelle Antille presenta a Visions du Réel il suo ultimo lavoro, un ritratto di una delle artiste più emblematiche (e segrete) della storia della musica

Recensione: A Bright Light - Karen and the Process

A Bright Light - Karen Dalton and The Process [+leggi anche:
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dell’artista svizzera Emmanuelle Antille, proiettato in prima mondiale a Visions du Réel nella sezione Burning Lights, è un ritratto misterioso e toccante di una delle artiste più emblematiche (e segrete) della storia della musica. Emmanuelle Antille percorre le tracce di Karen Dalton, accarezza con il suo sguardo acuto i luoghi che l’hanno accolta, ne assapora le atmosfere e ne restituisce l’aura grazie alle testimonianze delle persone che le sono state vicine.

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A Bright Light - Karen Dalton and The Process non vuole ricostruire cronologicamente la storia di una musicista dal destino tragico, ma piuttosto ritrascriverne l’essenza attraverso la magia del mezzo filmico. Emmanuelle Antille utilizza le immagini come fossero delle tracce fugaci di un passato incerto: le deforma, trasforma e interroga nella speranza di estrapolarne l’essenza. Karen Dalton ha vissuto in equilibrio costante tra realtà e oblio, fra palcoscenico e semi eremo, alla ricerca di un’impossibile pace interiore. Il film di Antille si nutre di quest’ambiguità, la mette in avanti e la sublima attraverso il gesto filmico.

Karen Dalton è una figura emblematica ma tristemente sconosciuta della musica folk americana. Malgrado il breve successo all’interno della scena del Greenwich Village di New York e l’ammirazione di artisti quali Bob Dylan e Tim Hardin, amico e partner musicale, Karen non era fatta per il rigore asettico dell’industria musicale.

Musicista grandiosa dalla voce unica e dal talento melodico senza precedenti, Karen Dalton è stata soprattutto una donna libera che ha scelto il suo destino. Questo l’ha spinta a vivere ai margini della società, un po’ come una Nico americana, attorniata da un’aura di tristezza profonda fatta di solitudine e abbandono. La musica le ha permesso di esprimere il suo mondo interiore, ne ha incarnato i tormenti e le delusioni. Emmanuelle Antille restituisce visivamente questo mondo fatto di gioia ma soprattutto di dolere, di momenti di speranza ma anche e soprattutto di incertezza.

Miscelando il suo giornale intimo alla costruzione di un film biografico, l’artista svizzera parte per un lungo viaggio alla ricerca di Karen, delle tracce di un’esistenza che sembra pian piano svanire. La realtà si mescola con eleganza all’onirismo delle immagini, come a volerci ricordare che il processo creativo di Karen Dalton non è stato che un andirivieni costante tra queste due realtà. La sua esistenza, tragica e tormentata alimentava la sua musica, come un vampiro al contempo meraviglioso e spaventoso. Dove si situa la frontiera tra vita e arte? Queste due realtà possono coabitare senza distruggersi mutualmente? Antille sembra incarnare attraverso la sua persona (numerose le immagini nelle quali appare) ma soprattutto tramite le immagini che cattura e restituisce, il fantasma a tratti luminoso a tratti oscuro, di una donna forte che sembra sul punto di sbiadire. Karen rinasce attraverso l’universo artistico di Antille, provandoci che solo l’arte ha il coraggio di cercare la luce nelle tenebre. 

A Bright Light - Karen Dalton and The Process è prodotto da Rubis Films e Intermezzo Films che si occupano anche della vendita all’internazionale.

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