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LECCE 2018

Recensione: Respiri

di 

- Evento speciale al Festival di Lecce, il primo lungometraggio di Alberto Fiorillo è un intricato thriller psicologico, con Alessio Boni nei panni di un uomo reduce da una grave perdita

Recensione: Respiri
Pino Calabrese e Alessio Boni in Respiri

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di Donato Carrisi, Alessio Boni torna a prestare il suo volto a un controverso e ambiguo personaggio di thriller in Respiri [+leggi anche:
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, primo lungometraggio di Alfredo Fiorillo, presentato come evento speciale al 19° Festival del cinema europeo di Lecce (9-14 aprile). Un’intricata ghost story, ambiziosa e impegnativa, visivamente molto accurata, ma da cui si esce un po’ disorientati e con troppe domande nella testa.

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Sulle rive del lago di Iseo, una sontuosa villa in stile liberty è il luogo che racchiude fantasmi, oscure presenze e ricordi dolorosi per Francesco (Boni), bell’ingegnere quarantenne con figlia piccola dai capelli rossi, Elisa (Eleonora Trevisani). La villa appartiene alla sua famiglia e lui vi ritorna dopo tanti anni, insieme alla bimba, in preda a tormenti e inquietudini. Che cosa gli è successo? Perché ha deciso di ritirarsi in quella casa deserta e semi abbandonata? Chi c’è dietro quella porta, su un letto, attaccato a un respiratore che sentiamo risuonare in tutto l’edificio? E perché Francesco non permette a nessuno di entrare in quella stanza? Gli interrogativi sono tanti e mano a mano che il film procede, invece di diminuire, si moltiplicano in modo esponenziale, trovando solo negli ultimissimi minuti una parziale spiegazione.

Una governante (Milena Vukotic), un custode (Pino Calabrese), un’infermiera (Eva Grimaldi), un vecchio parente (Lino Capolicchio) e un’affascinante amica d’infanzia (l’attrice ucraina Lidija Liberman) sono altrettante figure che appaiono e scompaiono, reali o immaginarie, tra le stanze e i corridoi della villa, location unica di questo viaggio nella mente dalle atmosfere gotiche. Alessio Boni è un interprete di spessore, e qui si impegna a restituire, andando oltre il naturalismo e rischiando anche un po’, le inquietudini e il bipolarismo del protagonista. Un set, questo, particolarmente sentito per l’attore lombardo, visto che è cresciuto proprio vicino alla villa del film, che si trova a Sarnico (Bergamo). Da notare, inoltre, il prezioso tocco dato dalle musiche sempre efficaci di Teho Teardo (Diaz - Don't Clean Up This Blood [+leggi anche:
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, tra le sue tante colonne sonore per il cinema).

Respiri è un film difficilmente collocabile, frutto di un’operazione personale e libera”, spiega il regista, già autore di pubblicità e programmi televisivi, e che qui firma la sceneggiatura insieme alla produttrice Angela Prudenzi. “Tutto nasce da una domanda molto semplice: quanto siamo capaci di convivere con il dolore? E’ un sentimento che tutti conosciamo, ma non sempre sappiamo affrontarlo, capirlo e accettarlo”. Un punto di partenza interessante che però nel suo svolgimento, tra ripetizioni, espedienti per creare suspense un po’ forzati e azioni cui si stenta a dare una motivazione, fatica a coinvolgere pienamente lo spettatore.

Respiri è una produzione italo-polacca di L’Age d’or, società del regista, in collaborazione con Agresywna Banda. L’uscita nelle sale italiane è fissata al 7 giugno con Europictures.

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