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MÁLAGA 2018

Recensione: Las distancias

di 

- Elena Trapé mostra audacia e talento orchestrando una riunione di amici a Berlino, avvelenata da bugie e delusioni

Recensione: Las distancias
Miki Esparbé e Alexandra Jiménez in Las distancias

Proiettato in prima mondiale nella sezione ufficiale in concorso della 21a edizione del Festival de Málaga – Cine en español, Las distancias [+leggi anche:
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intervista: Elena Trapé
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è senza dubbio uno dei titoli più interessanti e con più di un motivo per vincere il suo gran premio: la Biznaga de Oro. Si tratta del secondo film diretto da Elena Trapé, diplomata all'ESCAC, già emersa con il suo film d'esordio, Blog [+leggi anche:
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, presentato nella sezione Zabaltegi del Festival di San Sebastian 2010. Il suo percorso professionale si completa con diversi cortometraggi, molti spot pubblicitari e il documentario Palabras, mapas, secretos y otras cosas, sulla sua ammirata Isabel Coixet, che ha supportato, con la sua casa di produzione, questo più che interessante secondo lungometraggio di Trapé.

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Girato a Berlino, lasciando che il freddo, l'ostilità e la luce invernale della città (grande lavoro del direttore della fotografia Julián Elizalde) permeino ogni inquadratura del film, anche nei numerosi interni di bar o stanze, Las distancias parla di quello che annuncia il titolo: come il tempo, i chilometri, le aspettative e gli eventi della vita allontanino certe persone dalle altre, in questo caso un gruppo di amici che, invano, cercano di far rivivere l'entusiasmo, la leggerezza e il cameratismo dei tempi universitari, quando erano una comitiva solida, allegra e felice.

Trapé riunisce un superbo gruppo di attori (Alexandra Jiménez, Bruno Sevilla, María Ribera e Isak Férriz), che incarnano questi amici da una vita – e la compagna di uno di loro – che si recano nella capitale tedesca per un fine settimana, per fare, come regalo del suo trentacinquesimo compleanno, una grande sorpresa a Comas (un altrettanto magnifico Miki Esparbé). Ma questo non è né il vincente che finge di essere durante le sue visite a Barcellona, da dove tutti provengono, né è entusiasta dello sforzo che i suoi amici hanno fatto per fargli visita. La festa, quindi, comincia in modo mediocre... e va solo peggiorando.

La regista e co-sceneggiatrice (insieme a Miguel Ibáñez Monroy e Josan Hatero) inizia a togliere le maschere a ognuno dei suoi personaggi, lasciandoli nudi di fronte ai loro conflitti, alle loro contraddizioni e alle loro miserie. Nessuno si salva in questo incontro contaminato dal disincanto e dalla frustrazione, ma il tutto mostrato con sottigliezza, tramite silenzi, sguardi e alcune ellissi più eloquenti e drammatiche di tante dispute urlanti. Il crudele passaggio del tempo, le decisioni prese, i desideri insoddisfatti e la crisi vitale (e professionale) sono tra le tante questioni spinose che vengono esposte nelle scene brillantemente scritte e filmate di un film che disturba e inquieta, perché mette il dito nelle dolorose piaghe delle relazioni personali fragili e disincantate.

Las distancias è una produzione di Coming Soon Films (Marta Ramírez), con la collaborazione di Miss Wasabi (Isabel Coixet) e l’appoggio di Institut Català de les Empreses Culturals (ICEC), Instituto de la Cinematografía y de las Artes Audiovisuales (ICAA), Radio Televisión Española (RTVE) e Televisió de Catalunya (TV3). Della sua distribuzione si occupa Sherlock Films. L’italiana True Colours è il suo agente di vendite internazionali.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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