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FILM Italia

Recensione: Nato a Casal di Principe

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- Il film di Bruno Oliviero sulla misteriosa scomparsa di Paolo Letizia, nel 1989 a Casal di Principe, è un racconto dolente di cosa vuol dire per la gente comune vivere in terra di camorra

Recensione: Nato a Casal di Principe
Alessio Lapice e Paolo Marco Caterino in Nato a Casal di Principe

Quando durante un provino per la televisione ad Amedeo viene chiesto di fare un sorriso, questo ventenne originario di Casal di Principe venuto a Roma con il sogno di fare l’attore, proprio non ce la fa. Guarda dritto in macchina, gli angoli della sua bocca restano giù, immobili. Alle sue spalle ha un fratello scomparso per mano della camorra, una ricerca forsennata e inutile, l’omertà della gente che lo ha visto crescere, il dolore e l’impotenza delle persone comuni e oneste, come la sua famiglia. Tutto questo racconta Nato a Casal di Principe [+leggi anche:
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, lo straziante film diretto da Bruno Oliviero che ricostruisce, giorno per giorno, una settimana disperata, quella di Amedeo Letizia alla ricerca di suo fratello minore Paolo, rapito per strada da uomini armati e mai più ritrovato, né vivo né morto. Una storia vera, avvenuta nel 1989 nel comune del casertano afflitto dalla criminalità organizzata, e che solo pochi anni fa ha trovato una parziale risposta, nelle dichiarazioni di alcuni pentiti che dal carcere hanno confermato l’uccisione del ragazzo.

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Nessuno di noi, giovani spettatori nei primissimi anni ’90 della serie tv generazionale I ragazzi del muretto, poteva immaginare il dramma che si portava dietro quel giovane attore, Amedeo Letizia, alias Gigi nella popolare fiction. Il film si distacca leggermente dall’omonimo libro da cui è tratto, scritto dallo stesso Amedeo e pubblicato nel 2012, e si concentra sulla ricerca sul campo. Da Roma, dove lavora nei fotoromanzi, Amedeo (interpretato da un bravissimo e dolente Alessio Lapice) si precipita nel suo paese natale non appena viene a sapere della scomparsa. Quel suo fratello più piccolo, Paolo, è una testa calda e si è cacciato nei guai con una rapina. Una strada senza ritorno per tanti ragazzi di quei luoghi, un destino quasi segnato. Qui però, il regista Oliviero e gli sceneggiatori Maurizio Braucci e Massimiliano Virgilio non si focalizzano su boss e sparatorie, ma sulle vittime inconsapevoli, su questa famiglia che si trova ad affrontare una tragedia più grande di sé e che non sa neanche da dove cominciare.

In una casa, quella vera di Amedeo, invasa dalle preghiere della madre (Donatello Finocchiaro), il padre (Massimiliano Gallo) cerca di tenere a bada i propositi di suo figlio di farsi giustizia da solo, nei quali coinvolge anche suo cugino (Paolo Marco Caterino). I due ragazzi cercano di capire informazioni, imbracciano il fucile, ma non sanno dove sbattere la testa, tra indifferenza e tentativi di depistaggi. I carabinieri non indagano, i vicini non parlano, non c’è che l’ignoto da una parte e la rabbia dall’altra, in quello che vuole essere innanzitutto un asciutto racconto di resistenza civile, di dolore vissuto con dignità. Un film che aggiunge un importante tassello in più, senza spettacolo e senza eroi, su ciò che vuol dire per la gente comune vivere in terra di camorra, oggi come trent’anni fa.

Nato a Casal di Principe è una coproduzione italo-spagnola di Cinemusa con Rai Cinema e Neo Art Producciones, con il contributo della Regione Campania. Presentato alla Mostra del cinema di Venezia 2017 nella sezione Cinema nel Giardino, e successivamente proiettato ad Annecy Cinéma Italien e al CPH PIX di Copenhagen, il film esce nelle sale italiane il 25 aprile con Europictures. Il 10% degli incassi saranno destinati alla creazione dell’Accademia di recitazione “Paolo e Leonardo Letizia”, che avrà sede proprio a Casal di Principe, in un bene confiscato alla camorra, e sarà diretta da Massimiliano Gallo.

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