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Cannes 2002

di 

- Un anno dopo la Palma d´oro il regista sale in cattedra per due ore di «Leçon» tra politica, cinema e vita vissuta

Ore 14, lezione di Nanni. Ecco il prof - cartella di cuoio e blocco di appunti - che trasforma il cortese invito del Festival di Cannes a tornare protagonista dopo la Palma d´oro con una «Leçon de cinéma» in autoritratto tra l´ironico e il megalomane. Senza troppa politica ma con bordatine a Berlusconi o Bossi. Alla consolle c´è Angelo Barbagallo, filmati e video anche inediti scorrono sullo schermo commentati in diretta, mentre il critico francese Jean Gili tace e acconsente. Moretti scrive su di sé una voce dell´enciclopedia, è uomo di cinema globale: esercente, produttore, regista, attore, critico, giurato, organizzatore di festival... ma anche pallanuotista, simpatico genitore, commentatore politico bravo a trovare il pelo nell´uovo. La lezione si dilata fino al limite massimo. Poi lui scompare, come risucchiato dalle quinte della Sala Buñuel.

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Nanni esercente Per riscaldare la platea, del resto molto partecipe, si parte con un cortometraggio autoreferenziale - La sera della prima di «Close up» - che non è una novità per gli italiani ma che molti stranieri non conoscono. E´ la giornata tipo di Nanni gestore del Nuovo Sacher: demoralizzante il confronto con gli incassi del Re Leone, «ma non sono entrato in affari per fare soldi».

Nanni giurato Quattro filmini inediti: Nanni giurato a Torino (1989), Locarno (1990), Cannes (1997), Venezia (2001). «Intorno al lavoro del giurato circolano tante mitologie, per esempio che il presidente abbia due voti», premette Moretti. E tira fuori le immagini di interminabili pranzi al ristorante. Ha una parola buona per tutti: «Se Sokurov si ama, Paul Auster si adora...». Rivela i retroscena del Leone d´oro a Mira Nair: «cinque voti per lei, gruppo capitanato da Amitav Ghosh, contro i due per Babak Payami». Riserva una battuta al cambio di direzione della Mostra: «Vedete questa scultura della Biennale, lì dentro c´era nascosta una persona, De Hadeln, gli hanno dato il via libera poche settimane fa».

Nanni produttore I miei primi film li hanno prodotti gli altri, ma mi hanno lasciato piena libertà. Quindi ho fondato la Sacher, con Barbagallo, perché volevo scoprire altri registi e ho avuto ragione. Luchetti e Calopresti, che hanno iniziato con me, sono molto considerati in Italia. Inconsapevolmente avevo anche il desiderio di lavorare in modo diverso, poter accumulare materiali senza sapere cosa farne: così sono nati Palombella rossa, Caro diario, Aprile. Spesso giro cose che poi non uso. Ci fa vedere un corto del ´91 in cui un gruppo di ex extraparlamentari si ritrovano sullo scompartimento di un treno e litigano come se fossero passati venti minuti e non vent´anni dai tempi di Potere operaio o dei trotzkisti: «Faceva schifo e non l´ho mai utilizzato». Seguono una seduta di chemioterapia (Caro diario), un discorso di Bossi in Parlamento, il corteo del 25 Aprile del ´94 (Aprile), il suo ultimo campionato di pallanuoto (Palombella rossa). Tutto fa brodo.

Nanni attore Capitolo interminabile. Si parte dall´ottobre ´72. «Finito il liceo, un amico mi chiese che volevo fare nella vita. Io risposi `il cinema´. E lui: `sì, ma cosa? L´attore? Il regista?´ E io: `tutte e due le cose´. Davo un´impressione di velleitarismo e confusione ma lo pensavo veramente. Infatti. Padre e padrone dei Taviani, Il portaborse, La seconda volta, le mille trasformazioni di Michele Apicella - «che avrei potuto fare solo io». Sfiorò Michalkov che lo voleva in Oci ciornie e anche Kieslowski. «Dovevo partecipare a La doppia vita di Veronica, ma fu allora che cominciai ad avere i sintomi di quello che si sarebbe rivelato un tumore».

Nanni perfezionista Stoccate qua e là. Per la Rai (che non volle finanziare Il portaborse), per Retequattro, che interruppe un omaggio a La dolce vita di Fellini con 40 minuti e 52 secondi di spot. Nanni, il perfezionista, li cita tutti. Spot dopo spot.

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