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FESTIVAL Belgio

Orgia francofona a Namur

di 

La ventunesima edizione del Festival International du Film Francophone de Namur, che si aprirà il 29 settembre con l’anteprima del film di Rachid Bouchareb, Indigènes [+leggi anche:
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intervista: Jean Bréhat
intervista: Rachid Bouchareb
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, e che dovrebbe concludersi il 6 ottobre con la proiezione dell’ultima opera del grande cineasta francese Alain Resnais, Cœurs [+leggi anche:
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, presenta quest’anno un programma decisamente ricco.

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Sotto gli auspici dell’attrice francese Dominique Blanc, la giuria ufficiale dovrà scegliere tra 12 film, tra i quali il primo lungometraggio del regista belga Olivier Masset-Depasse Cages [+leggi anche:
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, la coproduzione Congorama [+leggi anche:
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del canadese Philippe Falardeau, Bled Number One [+leggi anche:
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dell'algerino Rabah Ameur-Zaimeche, Prix de la Jeunesse all’ultimo festival de Cannes; le produzioni francesi Je vais bien, ne t'en fais pas [+leggi anche:
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di Philippe Lioret, L'homme de sa vie [+leggi anche:
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di Zabou Breitman, il primo lungometraggio di Gabriel Le Bomin, Les Fragments d'Antonin [+leggi anche:
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, Mon frère se marie dello svizzero Jean-Stéphane Bron, ed il rumeno Le papier sera bleu di Radu Muntean, presentato recentemente al festival di Locarno.

Oltre alla concorso ufficiale, la particolarità di questo festival è l’intento di presentare al pubblico un panorama completo della produzione francofona contemporanea. Produzioni del Quebec, della Svizzera, del Maghreb o dell’Africa occidentale, corti, lunghi, fictions o documentari: come ogni anno, Namur propone ai festivalieri un programma notevole e organizza molteplici eventi per il grande pubblico (ad esempio un ricco programma pedagogico) e per i professionisti del settore (il forum della coproduzione e varie tavole rotonde), in un mélange di generi e persone.
Accanto alla vetrina della produzione belgo-francofona dell’anno scorso e ad uno spazio dedicato al cinema belgo-fiammingo (tra cui Le Bonheur des autres [+leggi anche:
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di Fien Troch ed il recente Vidange perdue [+leggi anche:
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di Geoffrey Enthoven), ci saranno delle interessanti anteprime (Azur et Asnar [+leggi anche:
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o Le Pressentiment [+leggi anche:
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di Jean-Pierre Daroussin), a fianco ad una cinquantina di cortometraggi tra cui sedici produzioni belgo-francophone, e ad una ventina di documentari oltre ai quindici presenti in competizione ufficiale (come Le fille du juge di William Karel o La Petite dame du capitole della svizzera Jacqueline Veuve). Nove film in cerca di distributore in Belgio saranno presentati della sezione Panorama – come Bénarès di Mauricien Barlen Pyamootoo o l'incandescente Ça brûle [+leggi anche:
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di Claire Simon, presentato all’ultima Quinzaine a Cannes - ; il festival di Namur sarà per loro la perfetta occasione per trovarne uno.

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(Tradotto dal francese)

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