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CANNES 2007 Quinzaine / Francia

La France o l'altrove utopico

di 

La 39ma edizione della Quinzaine des Réalisateurs ha accolto oggi La France, Prix Jean Vigo 2007, lungometraggio del giovane regista francese Serge Bozon rivelatosi nel 1998 con L'Amitié, poi nel 2003 con Mods. Questa prima proiezione non ha sedotto, provocando le risa e i fischi di un pubblico interdetto dagli intermezzi cantati. Al contrario del suo precedente film, presentato come commedia musicale, La France [+leggi anche:
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non include che quattro momenti cantati, un racconto sotto forma di ballata. Ma è senza dubbio un'opera inusuale sorprendente e dolce, che mischia i generi più vari. Sebbene non manchino i riferimenti ai film di guerra, ai western, a Samuel Fuller, non si tratta né di un film storico, né di una commedia musicale, tantomeno di un film d'azione.

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Interpretata dall'attrice francese dal fisico androgino Sylvie Testud, Camille è una giovane donna che attende notizie dal marito partito al fronte nella Prima guerra mondiale. Quando riceve una lettera in cui lui le chiede di dimenticarlo, Camille decide di "farsi violenza", ha spiegato lo sceneggiatore Axelle Ropert, e di travestirsi da uomo per partire alla sua ricerca. Nella foresta incrocia una truppa agli ordini del luogotenente Paulhan (Pascal Greggory) e si unisce al gruppo. Quello che non sa, però, è che loro non sono diretti al fronte perché disertori.

Mods era la storia di un personaggio disperato. Questo è invece il racconto di un soldato che sogna l'Atlandide, parla il greco e ha bisogno di dormire. Al fronte perde il sonno, la voglia di vivere e di sognare. Quando muore, i suoi compagni decidono di disertare. Attraverso la sua storia, in quest'Atlantide raccontata da un altro membro della truppa, nei momenti musicali dove tutti si riuniscono davanti alla cinepresa per cantare gli amori di una giovane donna cieca, e poi ancora nella fuga di questi uomini che perdono l'onore "alla ricerca di una terra più clemente" (stando alle parole del regista), tutti cercano un altrove che sanno pertanto essere utopico. E La France s'immerge nello stesso calmo disincanto di Mods, tranquillo e dolce, serenamente disperato.

Prodotto da David Thion per Les Films Pelléas, presenti alla Quinzaine anche con il primo lungometraggio di Mia Hansen-Love, Tout est pardonné [+leggi anche:
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, La France è stato girato in 43 giorni, quasi interamente in esterna, per un budget totale di 1,82 milioni di euro. Il film ha beneficiato di un anticipo sugli incassi (450 000 euro) del Centre National de la Cinémographie (CNC) e del sostegno delle regioni Centre e Ile-de-France, oltre a un pre-acquisto di Cinecinéma. E' venduto all'estero da Pyramide e sarà distribuito in Francia da Shellac.

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(Tradotto dal francese)

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