26/05/2007

Attraversare le colline, andare al villaggio e vendere la propria mucca, comprare un'icona religiosa e trovare una moglie. Sono le tre promesse che Tsane fa al nonno, che si crede in punto di morte. Non sono i fratelli Grimm, non è H.C. Andersen né Charles Perrault. E' Emir Kusturica.

Entrato nel ristretto club dei vincitori di due Palme d'oro a Cannes (con Papà è in viaggio d'affari nel 1985 e Underground nel 1995) il cantore dei Balcani torna in concorso con il suo ottavo lungometraggio Promise Me This [+leggi anche:
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scheda film], fiaba coloratissima e divertente prodotta con 8,11 ml di euro dalla società del regista Rasta Films e al 40% dai francesi Olivier Delboscq e Marc Missonnier di Fidélité, per la prima volta coinvolti in un progetto oltre confine (in coproduzione con France 2 Cinéma e StudioCanal (che cura anche le vendite).

Nello stile di Gatto nero, gatto bianco (1998), annunciato come "una commedia dal cuore leggero e necessariamente pazza", Promise Me This ha una peculiarità che sta tutta nel protagonista, Uros Milovanovic, un ragazzino decisamente troppo giovane per trovare moglie, affiancato dal 57nne Miki Manojlovic (apparso già proprio in Gatto nero, gatto bianco e Papà è in viaggio d'affari), Aleksandar Bercek (La vita è un miracolo, 2004) e la bella Marija Petronijevic nel ruolo di Jasna.

Il regista bosniaco nato a Sarajevo ha creato il villaggio del film dal nulla, tra le montagne a sud-est di Belgrado, con tanto di chiesa, hotel , ristoranti e una scuola di cinema, addirittura inaugurato dal Primo ministro serbo Vojislav Kostunica nel 2004. Come una supernova che esplode nell'universo, il genio di Kusturica si espande in continuazione senza sentire il bisogno di rinnovarsi o guardare al passato, al Tempo dei gitani.