Biùtiful cauntri, il bel paese dei veleni
Un agnello si dibatte nell'inutile tentativo di fuggire. E' avvelenato dalla diossina e verrà soppresso, vittima innocente da sacrificare all'altare della barbarie umana. In questa immagine altamente cinematografica è racchiusa la sostanza di un documentario dal sarcastico titolo di Biùtiful cauntri, che dopo essere stato applaudito ai festival di Torino e Rotterdam arriva nelle sale in 20 copie da venerdì 7 marzo grazie agli sforzi di Lumière & Co.
Tra le 1.200 discariche abusive che sorgono in Campania, tra quei pastori e contadini che lottano letteralmente contro la morte, in quell'intreccio indistricabile di interessi della camorra, dell'industria del centro-nord e della politica (locale e nazionale) c'è un'Italia che rischia seriamente di perdere la sua partita con il futuro. Biùtiful cauntri apre uno squarcio su un territorio martoriato (siamo tra Acerra, Qualiano, Giugliano e Villaricca), dominato da un criminalità dai colletti bianchi, nel quale poche persone resistono e combattono il degrado. E l'impatto di alcune immagini di questa lenta Cernobyl è pesante, come quelle fragole coltivate a pochi metri dai rifiuto tossici di cadmio, alluminio, arsenico.
Sessantamila euro di budget per un anno di riprese, Biùtiful cauntri è firmato da Esmeralda Calabria (apprezzata montatrice di Romanzo criminale [+leggi anche:
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intervista: Michele Placido
scheda film], Il caimano [+leggi anche:
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intervista: Jean Labadie
intervista: Nanni Moretti
scheda film] e il prossimo film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti), Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero, giornalista, tra i curatori del "Rapporto Ecomafie" di Legambiente e focalizza con raro tempismo una emergenza tra le più drammatiche all'ordine del giorno, proprio mentre arriva la notizia del rinvio a giudizio del governatore della Campania Antonio Bassolino e dei vertici dell'Impregilo per la catastrofe dei rifiuti a Napoli. "Ma - spiegano i registi - volevamo mostrare soprattutto i sentimenti e le emozioni della gente che subisce".
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