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FESTIVAL Italia

A Pesaro le apocalissi del cinema tedesco

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“L’ossessione per il realismo, e l’interesse per le figure femminili: complesse, contraddittorie, interpretate da splendide attrici”. Sono queste le cifre stilistiche della Berliner Schule secondo Olaf Möller, curatore (con il direttore del festival, Giovanni Spagnoletti) della retrospettiva che la 44. Mostra internazionale del nuovo cinema di Pesaro (fino al 29 giugno) sta dedicando al cinema tedesco contemporaneo.

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Motivi di salute, o impegni di lavoro, hanno tenuto lontani i nomi di punta del gruppo (da Angela Schanelec a Christian Petzold; e Valeska Grisebach, vincitrice due anni fa proprio a Pesaro del Premio Lino Micciché, con Desiderio [+leggi anche:
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), ma non i loro film (rispettivamente Afternoon, Yella [+leggi anche:
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e Be My Star).

“Dalla fine degli anni Novanta”, ha sottolineato oggi Spagnoletti, “la Germania vive una stagione felice, paragonabile soltanto ai momenti d’oro dell’Espressionismo, e del Neuer Deutsche Film. Merito della scuola berlinese, ma anche dei cineasti del resto del Paese: da Monaco (storica capitale del cinema tedesco) ad Amburgo a Colonia”.

Tra i giovani registi presenti al Festival, Volker Sattel e Mario Mentrup, che in City of Light immaginano la Berlino di un futuro non troppo lontano, sconvolta dai debiti economici e dalle malattie. Un road movie fantascientifico, che condivide le atmosfere apocalittiche con Atoms, film di diploma di Till Steinmetz (anche lui a Pesaro, con il direttore della fotografia Thilo Schmidt), meditazione sulla ricerca della felicità nel mondo giunto al capolinea.

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