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FESTIVAL Italia

A Firenze i Popoli del documentario

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Al via oggi il 49mo Festival dei Popoli (a Firenze fino al prossimo 21 novembre), appuntamento tra i più antichi e prestigiosi dedicati al documentario: “Alla vigilia dei suoi cinquant’anni di attività”, spiega il direttore artistico Luciano Barisone, “abbiamo cercato di renderlo appetibile non soltanto al pubblico fiorentino e italiano, ma anche al mercato internazionale, segnalando il capoluogo toscano e tutta la Regione come territori ‘sensibili’ alle esigenze dei cineasti, dei produttori, dei compratori e dei venditori di cinema”.

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Per farlo, il Festival sceglie di ottimizzare le risorse, incrementando ospiti e premi (di nuova istituzione quello promosso dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, che garantirà a due opere la distribuzione in sala), e allo stesso tempo snellendo il programma, che si compone di cinque sezioni per un totale di 163 titoli, tra cui 10 anteprime mondiali, 6 internazionali, 2 europee e 28 italiane.

La Selezione ufficiale offre due concorsi, per corti e lunghi di tutto il mondo, e lo spazio non competitivo “Stile Libero”. Tre i lungometraggi italiani in corsa per il Premio dei Popoli: Fondamenta delle convertite di Penelope Bortoluzzi, sulla vita quotidiana di detenute, bambini e agenti penitenziarie nel carcere femminile della Giudecca di Venezia; Hair India di Raffaele Brunetti e Marco Leopardi, ritratto inedito dell’India dei nostri giorni; e Rumore bianco di Alberto Fasulo, girato lungo il corso del fiume Tagliamento. Ma molto attese sono anche le opere di Raymond Depardon, La Vie moderne [+leggi anche:
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, e di Fernand Melgar, La Forteresse [+leggi anche:
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L’Omaggio è dedicato alla cineasta francese di origine britannica Claire Simon, di cui si vedrà – in collaborazione con il festival Filmmaker/Doc di Milano – l’intera filmografia, dai mediometraggi degli anni ’80 all’ultimo Les Bureaux de Dieu [+leggi anche:
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Intitolata “Una diagonale baltica”, la retrospettiva di quest’anno fa luce sulla produzione documentaria di Estonia, Lettonia e Lituania, da quarant’anni fa ad oggi: ospiti a Firenze i cineasti Herz Frank, Laila Pakalnina, Dainis Kļava, Andres Sööt, Mark Soosar, Arūnas Matelis e Audrius Stonys.

Concludono il programma una sezione tematica (dedicata ai “Volti del potere”, con opere di ogni tempo, dal Jean Renoir di La Vie est à nous al Manu Luksch di Faceless) e la Tavola rotonda “L’eredità di Nanook”, che indaga lo status del documentario contemporaneo.

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