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FILM / RECENSIONI

Delta

di 

- Un tuffo nella natura selvaggia del delta del Danubio in cerca di un paradiso perduto dove serpeggiano le ombre della tragedia. Un film ungherese affascinante svelato in competizione a Cannes

A 33 anni è stato il più giovane dei registi in concorso al Festival di Cannes 2008, ma non per questo l'ungherese Kornél Mundruczó ha mostrato meno talento. E Delta [+leggi anche:
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, suo terzo lungometraggio, conferma il suo stile personale e il suo enorme potenziale cinematografico. Sorprendente sul piano estetico, il film riesce ad affascinare nonostante la sua trama e i suoi dialoghi estremamente minimalisti. Un vero e proprio tour de force riuscito grazie al carisma dei due interpreti principali (Orsi Toth e il neo-attore Lajko Felix, celebre violinista e compositore dell'ottima musica di Delta) e a uno spiccato senso della regia.

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Inno alla bellezza della natura selvaggia girato nel delta del Danubio, in Romania, il lungometraggio sceneggiato dal regista e da Yvette Biro si ispira al teatro classico di Shakespeare e di Euripide. Di ritorno nel suo villaggio natale dopo una lunga assenza, un uomo senza nome costruisce una casa in mezzo al nulla, aiutato dalla sorellastra appena conosciuta, ma ostacolato dalla madre e dal patrigno. Immersi in un paesaggio filmato magistralmente ma senza eccessi, fratello e sorella si osservano, si scoprono e finiscono per amarsi in questo giardino dell'Eden, una sorta di paradiso perduto di cui s'impadroniscono lentamente e in cui le parole sono superflue. Ma nel mondo di Mundruczó, la felicità fuori dagli schemi non è ben accetta dalla società e il dramma sarà inevitabile. "Sono vicino all'idea di Rousseau, secondo cui l'uomo è naturalmente buono, ma viene corrotto dalla società". Una filosofia che l'autore trasmette attraverso una poesia vicina all'universo di Terence Malick, un'arte consumata di atmosfere sottili e di emozioni sussurrate, anche in una lunga e terribile scena di violenza intravista da lontano. Segnato dalla morte dell'attore principale Lajos Bertok durante le riprese, che ha obbligato la produzione a ripartire da zero, Delta si rivela un film affascinante, brillante quanto impietoso, soprattutto nel finale crudo che arriva come una mannaia.

Figura di spicco della promettente nuova generazione di autori ungheresi (György Pálfi, Szabolcs Hajdu, Benedek Fliegauf, Roland Vranik, Aron Gauder, Agnes Kocsis…), Kornél Mundruczó è stato premiato a Locarno nel 2002 con la sua opera prima Pleasant Days [+leggi anche:
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e già apprezzato sulla Croisette con Johanna [+leggi anche:
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al Certain Regard nel 2005. Con Delta, il regista, che cita volentieri Fassbinder e Bergman tra i suoi riferimenti, prosegue la sua ascesa alla notorietà senza perdere di vista le sue esigenze artistiche e la sua intransigenza morale, quando è evidente che potrebbe girare con la massima facilità un thriller standard. Ma al contrario di alcuni suoi connazionali tentati dalle seduzioni hollywoodiane, Mundruczó preferisce continuare a percorrere la strada del cinema d'autore europeo di qualità, un percorso che lo porterà prossimamente ad adattare Frankenstein, che ha già portato a teatro l'anno scorso.

Prodotto da Proton Cinema con i tedeschi di Essential Filmproduktion e gli ungheresi di Filmpartners, Delta ha beneficiato del sostegno del ministero della Cultura ungherese, della Hungarian Film Foundation, della ZDF, del Mitteldeutsche Medienforderung, del MedienBoard, di TV2 Hungary e di Budapest Film, che lo ha distribuito con successo in Ungheria nell'autunno 2008. Il lungometraggio è stato venduto all'estero dai francesi di The Coproduction Office. Distribuito in Francia da Le Pacte il 4 marzo, il film sarà lanciato il 24 aprile in Spagna e l'8 maggio nel Regno Unito.

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(Tradotto dal francese)

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