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“I festival europei sono di sicuro la piattaforma che può offrire più esposizione ai film centroasiatici”

Rapporto industria: Produrre - Coprodurre...

Stefano Centini • Produttore, Volos Films

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Il giurato italiano del CAF Pitch di Bishkek ci ha parlato del suo lavoro di produttore e del potenziale offerto dalla regione centrasiatica

Stefano Centini • Produttore, Volos Films

Abbiamo incontrato Stefano Centini di Volos Films, uno dei produttori che ha partecipato alla giuria del CAF Pitch organizzato dal Bishkek International Film Festival. Durante la nostra conversazione, abbiamo parlato della società di produzione di Centini (con sede in Italia e Taiwan) e delle possibili collaborazioni tra la regione centrasiatica ed il resto del mondo.

Cineuropa: Potrebbe introdurre il suo lavoro e la sua società di produzione che si divide tra Taiwan ed Italia?
Stefano Centini:
Mi sono formato al Centro Sperimentale in Lombardia ma dopo un periodo di studi di lingua e cultura cinese in Francia, sono arrivato a Taiwan, dove nel 2018 ho fondato la mia società, Volos Films. Ho sempre visto la figura del produttore non solo come qualcuno che cura gli aspetti finanziari del film, ma anche gli aspetti artistici, ossia lo sviluppo, la scelta dei collaboratori, lo stile e come la struttura finanziaria si riflette su tutti questi aspetti artistici, propri del cinema che volevo creare, con una forte identità autoriale. Volos è cresciuta con l’intento di dedicarsi a questo tipo di cinema, il più delle volte attraverso la coproduzione internazionale. [..] Quando è nata Volos Films, Taiwan si stava aprendo a questo tipo di collaborazione con fondi appositi creati da TAICCA, un’agenzia fondata dal Ministero della Cultura locale per internazionalizzare i talenti e le società locali; da allora siamo riusciti a produrre una media di quattro film all’anno, sia con talenti locali [tra i quali figura il documentario di Elvis Lu, A Holy Family [+leggi anche:
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, vincitore del gran premio del Festival di Taipei e nominato miglior film del 2022 dall’associazione dei critici taiwanesi] sia con talenti internazionali, partecipando come produttori minoritari a film che sono stati selezionati a Cannes come The Settlers [+leggi anche:
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intervista: Felipe Gálvez
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di Felipe Gálvez, Tomorrow is a Long Time [+leggi anche:
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di Jow Zhi Wei a Berlino e The Human Surge 3 [+leggi anche:
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di Teddy Williams a Locarno. Dal 2022, ho aperto anche Volos Films Italia, con la scommessa di capire se lo stesso tipo di approccio trovasse una risposta anche qui, per l’apertura del fondo di coproduzioni minoritarie, ma anche perché ho intravisto una nuova generazione di registi e produttori che, mi pare, sono più curiosi e aperti a questo tipo di collaborazioni internazionali. Nei primi due anni, Volos Italia ha prodotto principalmente film asiatici e in minoritaria, tra cui Essential Truths of the Lake [+leggi anche:
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, Viet and Nam [+leggi anche:
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e I, The Song, sostenuto dal MIC e attualmente in post-produzione.

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Dall’anno prossimo, grazie alle mie instancabili colleghe a Taiwan che si stanno occupando sempre più della parte taiwanese della società, vorrei cominciare a lavorare con autori italiani e sto iniziando discussioni in questo senso.

Ha partecipato come giurato al CAF Pitch di Bishkek di quest'anno. Quali sono le potenzialita' dei progetti presentati?
Quest’anno abbiamo assistito al pitch di dieci progetti da parte di produttori e registi della regione e con gli altri quattro giurati abbiamo assegnato un totale di cinque premi. In principio erano quattro ma abbiamo voluto aggiungere una menzione speciale non prevista. L’aver assegnato un premio in più corrisponde al voler riconoscere il lavoro di preparazione per ogni progetto e il forte desiderio di aprirsi al mercato internazionale che abbiamo visto non solo durante i pitch, ma anche nell’interazione durante le masterclass che ogni giurato ha proposto, con focus sui fondi disponibili nei propri paesi. [..] La selezione dei progetti rifletteva l’energia di questa nuova generazione che si sta formando ora, con una serie di progetti sia di registi più affermati che giovani autori, e con un ventaglio di generi abbastanza diverso. In particolare, tra i progetti premiati, mi fa piacere ricordare Cradle Homecoming del regista tagiko Iskandar Usmonov, il cui primo film The Telegram aveva circolato in vari festival tra cui quello di Busan, e Balyk del giovane regista kirghiso Tolomush Zhanybekov. Il primo è la storia di un artigiano che produce culle per neonati secondo la tradizione locale ma per una serie di sventure si ritrova a dover creare bare per i caduti della guerra in Russia; Balyk, invece, è la storia di un adolescente balbuziente che attraverso l’innamoramento platonico con la sua professoressa trova il coraggio e la forza di superare le sue paure. In particolare, come dimostrano questi due esempi, ho apprezzato la capacità di diversi progetti di prendere spunto da piccole storie quotidiane, personaggi della vita di tutti i giorni della regione che si ritrovano ad affrontare situazioni che hanno un riflesso universale.

Come pensa il mercato centrasiatico possa interfacciarsi in futuro con partner e festival europei?
I festival europei sono di sicuro la piattaforma che può offrire più esposizione ai film centroasiatici; d’altro canto, il circuito dei festival è sicuramente in attesa di prodotti cinematografici da questa regione che, come ha provato il festival di Bishkek, sta cercando di aprirsi ai mercati internazionali. Credo che da un lato sarà importante verificare quanto questa volontà sarà supportata dalle autorità locali in futuro, in una regione politicamente instabile, e quanto ad esempio la cooperazione tra i paesi della regione darà una spinta allo sviluppo dei progetti anche inter-regionali, dall’altro invece quanto la cooperazione con partner europei potrà fornire quello scambio di talenti necessario a produrre film che possano avere una maggiore visibilità, sia nel circuito dei festival ma anche, si spera, in quello più ampio della distribuzione. [..]

C’è stato sicuramente molto interesse riguardo a possibili collaborazioni con l’Italia dopo la visita di Roberto Stabile ad aprile 2023 e le conseguenti discussioni riguardo la firma di possibili accordi per la coproduzione, e molti registi e partecipanti al CAF hanno espresso curiosità riguardo alle possibilità di coproduzione con l’Italia. Come spesso in questi casi, il primo passo sarà trovare i progetti giusti da sviluppare e concepire insieme, e in questo senso il CAF di Bishkek può offrire una piattaforma importante.

Su quali progetti sta lavorando?
Da Taiwan, sto sviluppando il nuovo documentario di Elvis Lu e la mia prima serie, The Fundamentals, ambientata e girata a Taiwan ma scritta dal regista di Singapore Yeo Siew Hua (vincitore del Pardo d’oro a Locarno con A Land Imagined [+leggi anche:
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) [..]  Sul fronte italiano, in questo momento sto preparando il terzo film di Kenneth Dagatan, Molder, che parteciperà al mercato di progetti del Bifan in Corea. Sarà girato interamente in Italia con un cast misto di attori italiani e filippini nella prima metà del 2025.

Sto inoltre coproducendo, assieme a Tommaso Bertani di Ring Film e Alex Lo di Cinema Inutile, il secondo film di Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi, Testa o Croce. [..] Infine, sto ultimando la post-produzione di un corto con il regista venezuelano Jorge Thielen Armand, con il quale sto sviluppando anche un progetto di lungometraggio, Death Has No Masters. Abbiamo portato il progetto all’Investors Circle del Festival di Cannes e stiamo chiudendo il finanziamento per girare la seconda metà dell’anno prossimo.

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