email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

“Scegliamo autrici e autori al primo o secondo film che abbiano una visione molto personale ma soprattutto un’urgenza nel raccontare”

Rapporto industria: Produrre - Coprodurre...

Francesca Andreoli • Produttrice, Cinedora

di 

La produttrice italiana di Vermiglio, Leone d’Argento a Venezia e 7 David di Donatello, ci ha parlato dell’importanza della coproduzione e del progetto che porta a Cannes

Francesca Andreoli • Produttrice, Cinedora
(© Lorenzo Burlando)

Dopo una lunga esperienza con Tempesta Film Francesca Andreoli ha fondato Cinedora con Leonardo Guerra Seràgnoli, Maura Delpero, Santiago Fondevila Sancet. La nuova società ha prodotto l’opera seconda di Maura Delpero, Vermiglio [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Maura Delpero
scheda film
]
, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria a Venezia 2024 e indicato dall’Italia per la candidatura agli Oscar. Incontriamo Andreoli all’indomani della conquista di ben 7 David di Donatello, tra cui miglior film e regia, mentre la produttrice è in procinto di partire per Cannes, dove parteciperà ai Producers on the Move dell'EFP.

Cineuropa: Per la prima volta nella storia dei premi dell’Accademia del Cinema Italiano, una donna vince il Premio per la miglior regia.
Francesca Andreoli:
È un premio che ci riempie di gioia e allo stesso tempo ci fa riflettere. Come è possibile che in 70 anni non ci sia stata una donna regista vincitrice? Per troppo tempo lo sguardo delle donne è stato considerato marginale. Mentre il cinema dovrebbe essere fatto di una pluralità di sguardi, abbracciare tutti i punti di vista e tutte le prospettive.

Le regole del nuovo tax credit e dei finanziamenti selettivi hanno reso difficile l’accesso alla maggioranza delle piccole e medie produzioni. Che ne pensa?
Il tax credit è stato spesso raccontato come un “aiuto” al cinema, ma per chi produce film indipendenti d’autore è l'infrastruttura stesso su cui poggiamo il nostro lavoro. Senza il tax credit non esisterebbe film come Vermiglio. È uno strumento fondamentale per sostenere un cinema che non rientra nei grandi circuiti commerciali. Un cinema che ha una funzione culturale, sociale, economica. Unito ai fondi regionali, ai finanziamenti pubblici e ai meccanismi di co-produzione, il tax credit è ciò che rende possibile un cinema molto radicato sul territorio ma allo stesso tempo internazionale. È incredibile che la politica, invece di proteggere e rafforzare questi tipi di incentivi, li minacci ciclicamente e ancora non riconosca che investire nella cultura non è mai una spesa a fondo perduto ma una scelta strategica, anche sul tipo di società che vogliamo.

La coproduzione ha caratterizzato sa sempre il tuo lavoro.
Quando stavo in Tempesta ho iniziato a lavorare sulle coproduzioni con i film di Alice Rohrwacher e Leonardo di Costanzo. Un'esperienza formativa fondamentale è stata anche quella con ACE Producers, perché lì sono entrata in relazione con numerosissimi produttori europei. mi ha aperto veramente al mondo delle coproduzioni. Per me fare un film significa coprodurlo, non sono interessata a fare film sull’Italia solo per l’Italia. Il nostro lavoro si fonda sempre di più sulle coproduzioni e non solo per ragioni finanziarie ma perché permettono una contaminazione di sguardi che arricchisce sempre i progetti. A volte basta una conversazione con un coproduttore per vedere il tuo progetto con occhi nuovi. C’è un bacino inesauribile di talenti e sguardi differenti.

Come avete costruito finanziariamente il progetto di Vermiglio?
Una cosa molto forte, percepita da tutti, è stata la possibilità di fare un film fuori da ogni logica commerciale, un progetto praticamente impossibile, da cui tutti scapperebbero. Presentavo un’opera seconda di una regista ancora poco conosciuta, ambientato in un paesino tra le montagne, senza un cast di richiamo, recitato interamente in dialetto con i sottotitoli, con le relative difficoltà distributive. Vermiglio ha invece trovato l’appoggio di tantissimi fondi pubblici su cui poi abbiamo costruito il piano finanziario. Ero sicura del talento di Maura e che con le giuste risorse e i giusti partner questo talento avrebbe trovato il modo di esprimersi al meglio. Ci siamo battuti per creare un’opera libera da ogni schema, per fare un cinema che rompesse completamente con tutte le logiche che esigono che tu debba inserire certi elementi per avere più possibilità che il film abbia una distribuzione ampia e abbia successo.

In Cinedora siete in quattro, qual è la vostra filosofia e come organizzate il lavoro?
Ci piace lavorare con autrici e autori – soprattutto all’opera prima e seconda - che abbiano una visione molto personale ma soprattutto un’urgenza nel raccontare. Questo dovrebbe portare a produrre film che siano accessibili ma profondi e universali. Abbiamo impostato il lavoro in maniera molto orizzontale, senza gerarchie. Ognuno mette a disposizione i propri talenti e esperienze. Il mio background è da produttrice, mentre Leonardo, per Vermiglio, è stato più vicino a Maura sulla parte registica e di sguardo.

Cosa ti aspetti da Producers on the Move e che progetti porti con te a Cannes?
È una grande occasione di confronto, ti mette in contatto con altri produttori europei che come me lavorano su progetti indipendenti, quindi piuttosto complessi. Sarà un modo concreto per costruire relazioni di lavoro ma anche per confrontarmi con chi vive sfide simili. Porto un progetto che si chiama Me if You Want: lo stanno scrivendo Leonardo Serragnoli e Blaise Peters, che è di origine africana e vive a Londra. Il film parla di un italiano che scopre che potrebbe avere una figlia a Londra e parte alla volta dell’Inghilterra per incontrare questa presunta figlia, che fa la dj. Arriverà fino in Nigeria. Un film sul rapporto padre-figlia, sull’identità, sul senso di appartenenza, su come si possa diventare una famiglia anche senza esserlo biologicamente.

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy