“Abbiamo confermato la rilevanza culturale ed industriale di un progetto che cerca di creare un vero ponte tra l’Italia e le industrie della regione mediterranea”
Rapporto industria: Produrre - Coprodurre...
Paolo Bertolin, Ginella Vocca • Responsabile MEDMeetings, direttrice MEDFilm Festival
I professionisti tracciano un bilancio dell’evento, confermando la sua centralità per i progetti euro-mediterranei e la sua capacità di rafforzare il dialogo produttivo tra l’Italia e paesi MENA

La 9a edizione dei MedMeetings, svoltasi a Roma il 10 e 11 novembre, ha riunito produttori, autori e professionisti dell’industria cinematografica euro-mediterranea in due giornate intensive dedicate allo sviluppo delle coproduzioni tra l’Italia e i paesi dell’area MENA. Prima ed unica piattaforma industry italiana esclusivamente dedicata a progetti provenienti da quest’area geografica, i MedMeetings hanno alternato pitching session, works in progress e incontri professionali 1:1, confermando la propria identità di spazio di confronto mirato e altamente curato.
Nel corso dell’edizione sono stati assegnati diversi premi. Per i MedWIPs – Works in Progress, l’OIM Prize (€10.000) è andato a In a Manner of Speaking di Val Jashari (prodotto da Valmira Hyseni e coprodotto da Kosovo e Montenegro), lo Stadion Video Prize (€3.500) a Halima di Yassine el Idrissi (Marocco), mentre l’FM Records Prize (€1.000) è stato conferito a Where I End and You Begin di David Power (prodotto da Raffaella Pontarelli, una co-produzione italo-rumena). Per la sezione MedPitching, il MedPitching Prize (€1.000) è stato assegnato a El Bastardiya – Once Upon a Time in Tripoli di Abdullah Al-Ghaly (prodotto da Hala Lotfy, una co-produzione Libia-Egitto).
Abbiamo incontrato Paolo Bertolin, responsabile dei MedMeetings, e Ginella Vocca, direttrice del MEDFilm Festival, per tracciare un bilancio dell’edizione trascorsa e guardare alle prospettive future della piattaforma.
Cineuropa: Qual è il vostro bilancio complessivo dell’edizione di quest’anno? In che modo ha ulteriormente definito l’identità dei MedMeetings come piattaforma di sviluppo e incontro per i progetti del Mediterraneo?
Paolo Bertolin: L’edizione 2025 dei MedMeetings ha confermato la rilevanza culturale ed industriale di un progetto che cerca di creare un vero ponte tra l’Italia e le industrie consorelle della regione mediterranea. Con una selezione che ha guardato più che mai verso la sponda meridionale del Mediterraneo, la definizione identitaria del nostro progetto si è consolidata, ma ha al contempo allargato le prospettive dei produttori italiani partecipanti, rispetto a realtà in fermento e desiderose di lavorare con l’Italia.
Potete condividere alcune cifre chiave per descrivere la portata dell’edizione di quest’anno?
P.B.: Rispetto ai numeri, il nostro è un evento un po’ particolare. I MedMeetings sono una piattaforma “boutique”, che vuole esaltare la qualità più che la quantità. Già dall’anno scorso abbiamo ridotto il numero dei progetti in sviluppo invitati a MedPitching da dieci o undici a sei, allineandoli al numero di progetti in post-produzione invitati a MedWIPs. Abbiamo portato a sette il numero totale dei progetti MedPitching grazie all’inclusione di un progetto qatarino, The Pearl, sostenuto dal Doha Film Institute, in occasione di un più ampio omaggio alla produzione del Qatar e dell’istituto nel quadro del festival. Anche in termini di professionisti italiani invitati, rimaniamo dell’idea che l’ideale sia coinvolgere attori realmente attivi nella coproduzione, per creare uno spazio di interscambio più conviviale e concentrato sui progetti.
Come valutereste la qualità e la diversità dei progetti selezionati quest’anno?
P.B.: La selezione di quest’anno è stata forse la più variegata e matura da quando abbiamo iniziato la vetrina dei progetti in sviluppo MedPitching. In termini di generi e linguaggio, oltre che di provenienza, i produttori hanno potuto navigare tra drammi storici dall’Algeria (The Joyful 1926) e dalla Giordania (Churching of Women), l’horror psicologico (il turco Forty Days Forty Nights) e riflessioni d’autore su società al crocevia della storia, come il libico El Bastardiya – Once Upon a Time in Tripoli, il libanese Running with Beasts ed il palestinese Weedestine.
Quali sono secondo voi le ragioni principali per cui i progetti vincitori si sono distinti?
P.B.: El Bastardiya – Once Upon a Time in Tripoli ha conquistato il voto dei partecipanti industry alla sessione di MedPitching grazie al suo approccio ironico e di genere, ispirato alla tradizione del cinema popolare italiano, che il regista ha adottato per raccontare la travagliata contemporaneità del suo paese. Sul fronte dei MedWIPs, il kosovaro In a Manner of Speaking si è imposto per l’efficacia con cui racconta lo spaesamento di un immigrato “di ritorno” e della donna sola che lo aiuta a nascondersi dalla polizia.
Quali ricadute concrete possono aspettarsi i team selezionati dopo la partecipazione ai MedMeetings?
P.B.: La speranza è sempre quella che i progetti invitati possano trovare la strada di una collaborazione con l’Italia, attraverso la coproduzione minoritaria o altre risorse disponibili per i nostri produttori, inclusi i fondi regionali. Per i MedWIPs, speriamo che, una volta completati, i film trovino la via dei festival, tornino a Roma nel programma del MedFilm Festival e magari riescano a ottenere una distribuzione in Italia.
Qual è il valore aggiunto che il vostro evento offre rispetto ad altre iniziative simili?
P.B.: L’idea di un focus preciso sulla collaborazione coproduttiva con l’Italia, che si traduce nella selezione di progetti realmente interessati a lavorare con il nostro paese e nell’invito a produttori locali che abbiano un effettivo interesse a collaborare con i paesi della nostra regione di riferimento.
Quali sono i vostri piani futuri?
P.B.: Speriamo che, nel quadro di una normalizzata cadenza dei bandi, si possano invitare ancora più produttori italiani interessati alla collaborazione con partner dell’area mediterranea, affinché l’industria italiana possa essere motore di uno sviluppo creativo diffuso e proficuo.
Ginella Vocca: Da quest’anno l’Italian Trade & Investment Agency (ICE) è al nostro fianco, un riconoscimento significativo per la piattaforma industry dei MedMeetings e un segnale dell’interesse del sistema paese per un progetto tematicamente unico in Italia, come il MedFilm Festival. È certamente una sicurezza in più in termini organizzativi. L’appuntamento è dunque con la 10a edizione dei MedMeetings, l’unica piattaforma dedicata alle relazioni tra l’industria cinematografica italiana e i paesi MENA.
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