“I frutti si raccolgono quando sono maturi e saper aspettare è il nostro primo comandamento”
Rapporto industria: Distribuzione, esercenti e streaming
Stefania Rifiordi • Distributrice, Invisible Carpet
La fondatrice della società di distribuzione ci ha parlato della mission di portare nelle sale italiane film d’autore che propongano una visione originale della contemporaneità

Per la nostra ultima intervista al Distributore del Mese del 2024, abbiamo parlato con Stefania Rifiordi, fondatrice di Invisible Carpet, ponendo alcune domande sulle attività della società, sulle strategie promozionali e sulla distribuzione dell’opera prima di Mara Tamkovich, Sotto il cielo grigio [+leggi anche:
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intervista: Mara Tamkovich
scheda film].
Cineuropa: Potrebbe esporre la politica editoriale di Invisible Carpet e parlare di com’è composto lo staff?
Stefania Rifiordi: Invisible Carpet seleziona film d’autore che abbiano una visione originale di un contesto sociale, storico, politico o unicamente umano, trasponendola in un linguaggio cinematografico universale e riconoscibile. Il nostro staff è composto da un consolidato team di professionisti che lavora progettualmente su ogni film in uscita, curandone ogni dettaglio e prestando la massima attenzione per ogni aspetto: comunicazione, ufficio stampa, marketing, commerciale, doppiaggio ed altro ancora.
Quanti titoli gestite nel corso dell'anno?
Dal 2020, nostro anno di nascita ma anche del Covid, con conseguente chiusura delle sale cinematografiche italiane, abbiamo fatto uscire quattro film: L’ora del crepuscolo, Klondike [+leggi anche:
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intervista: Maryna Er Gorbach
scheda film], Brighton 4th [+leggi anche:
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intervista: Levan Koguashvili
scheda film] e Sotto il cielo grigio, quest’ultimo titolo ancora in fase di uscita dopo la partecipazione al 42mo Torino Film Festival - dove ha vinto una Menzione Speciale assegnata dalla Scuola Holden - ed il tour della regista in sei città italiane appena concluso. Siamo passati da un titolo a due titoli per anno, e contiamo di arrivare a gestirne annualmente almeno quattro.
Quali sono gli eventi principali che frequentate?
Appuntamento annuale immancabile è il Marché du Film, dove attingiamo gran parte dei nostri film per le uscite in sala precedute dalle nostre anteprime inclusive: la nostra mission infatti è quella di portare il cinema agli invisibili, ovvero a quelle persone che vivono ai margini, non completamente connesse col tessuto sociale. Dal 2020, nonostante il Covid, siamo riusciti ad allestire vere e proprie sale nei luoghi degli invisibili: nel carcere di Eboli, per 30 detenuti; nella casa-famiglia di Battipaglia per i bambini e ragazzi privi della propria famiglia d’origine; per 100 senzatetto nelle stazioni di Roma Termini, Napoli Centrale e Milano Centrale; per 100 giovani dei quartieri difficili di Corviale a Roma, del Rione Sanità a Napoli e del tunnel della Stazione Centrale a Milano; per 100 profughi ucraini invitati speciali alla Festa del Cinema di Roma e al Linea d’Ombra Film Festival di Salerno; per 100 ludopatici e affetti da dipendenze, invitati in forma anonima alle anteprime di Roma e Napoli. Alle anteprime di Sotto il cielo grigio, che racconta la repressione della stampa ad opera del regime bielorusso, ad assistere alla proiezione e a partecipare al Q&A con la regista, abbiamo invitato a Roma e Milano la giornalista e video-operatrice Darya Chultsova, alla cui storia è ispirato il film, che fu arrestata in Bielorussia nel 2020 insieme alla giornalista Katsiaryna Andreyeva per aver trasmesso in diretta streaming le immagini delle proteste conseguenti alle elezioni politiche truccate da Lukashenko; il giornalista Paolo Borrometi, condirettore dell’AGI Agenzia Giornalistica Italia, che vive sotto scorta per aver subito ripetute minacce, aggressioni e intimidazioni dalle cosche mafiose del suo territorio; la giornalista Stefania Battistini, inviata del TG1 che vive sotto scorta da quando le è stato recapitato l’ordine d’arresto e la richiesta di estradizione dalle autorità russe per lei e il suo operatore; il giornalista Duilio Giammaria, per molti anni inviato Rai in zone di guerra; Lorenzo Cremonesi, inviato del Corriere della Sera.
Ci sono stati cambi in termini di fonti di guadagno nel corso degli ultimi anni tra sala, VOD, vendite TV e così via?
Possiamo affermare che il cinema vive un momento felice in termini di qualità e creatività, che costituiscono il nostro maggior stimolo a proseguire. I frutti si raccolgono quando sono maturi e saper aspettare è il nostro primo comandamento. Siamo ben posizionati su tutti i campi, ma le vendite televisive ci permettono di procedere a passo più spedito.
Quali sono i vostri segmenti di pubblico preferiti? Su quali invece fate più fatica ad attrarre?
Il nostro target di riferimento è il pubblico cinefilo, il frequentatore abituale delle sale d’essai. Eppure abbiamo riscontrato particolare attenzione verso i nostri film dal pubblico più giovane, quello delle scuole: i giovani hanno rivelato una particolare sensibilità verso il cinema d’autore e di qualità. Il pubblico c’è, la nostra più grande fatica è quella di reperire un numero congruo di sale su tutto il territorio nazionale per consentire la visione dei nostri film.
Quali strategie solitamente utilizzate in fase di campagna promozionale?
La principale promozione di ogni nostro film è data dalla presenza del regista che invitiamo a partecipare a un tour di una settimana nelle più virtuose sale italiane: il pubblico è il nostro miglior alleato, non possono esistere strategie senza partecipazione. Possiamo confermare che non ha eguali la validità di promuovere il film lasciando che siano i protagonisti a parlarne: regista e pubblico.
I festival sono ancora fondamentali per lanciare un film?
I festival sono il terreno di semina per il lancio di un film: Sotto il cielo grigio ne è la riprova. Il film ha ottenuto grande attenzione della stampa e della critica nella cornice del festival più adeguato all’opera prima di un talento così spiccato. La vicenda di Andreyeva e Chultsova è tornata alla ribalta grazie al film. Ci auguriamo vivamente che questa rinnovata attenzione riesca a far liberare Chultsova, condannata a 8 anni e 3 mesi e ancora in carcere.
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