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INDUSTRIA / MERCATO Italia

Balkan Film Festival: i professionisti chiedono di rafforzare le sinergie italo-balcaniche ed europee

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- La creazione di un fondo comune è l’obiettivo strategico individuato durante il workshop che si è tenuto a Roma, alla quinta edizione del festival dedicato al cinema dei Balcani

Balkan Film Festival: i professionisti chiedono di rafforzare le sinergie italo-balcaniche ed europee
Il direttore del Balkan Film Festival Mario Bova e il regista e produttore albanese Jonid Jorgji durante il festival

Rafforzare le sinergie, creare un fondo comune, semplificare le pratiche di accesso ai fondi, per gettare ponti culturali, economici e creativi tra l’Italia e i paesi balcanici. Di questo si è discusso nell’ambito del workshop "Fare insieme cinema. Un ponte tra Italia e Balcani: sviluppare le coproduzioni tra i giovani produttori" al centro della terza giornata del Balkan Film Festival, la manifestazione dedicata alla cultura e alla cinematografia dei Balcani organizzata dall’associazione culturale Occhio Blu, la cui quinta edizione si è tenuta a Roma dal 29 novembre al 4 dicembre (leggi la news).

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il premio miglior regia), cineasti, direttori di centri cinematografici e produttori di entrambe le sponde dell’Adriatico si sono confrontati su come incrementare lo sviluppo di coproduzioni italo-balcaniche ed europee. A partire dai fondi europei e il ruolo centrale che ricoprono nel favorire produzioni e coproduzioni audiovisive. In rappresentanza di Creative Europe MEDIA, Giuseppe Massaro e Maria Cristina Lacagnina di Creative Europe Desk Italy, dopo aver ricordato che il budget di MEDIA (1,4 mld di euro) è quasi raddoppiato in era Covid rispetto al settennio precedente e la progressiva apertura del programma ai paesi balcanici, hanno illustrato i bandi europei e come possono essere utilizzati: in  particolare quelli dedicati alle società di produzione audiovisiva, con scadenze nei primi mesi del 2023, ossia European Co-Development (per il co-sviluppo di opere per cinema, tv, piattaforme), European Slate Development (per lo sviluppo di un catalogo da 3 a 5 progetti), European Mini-Slate Development (dedicato ai paesi con bassa capacità di produzione audiovisiva, quindi tutti i paesi di area balcanica), Tv and Online Content (per progetti destinati alla trasmissione televisiva).

La parola è poi passata ad alcuni cineasti e direttori di centri cinematografici attivi nell’area Balcanica, che hanno sottolineato l’importanza della cooperazione europea per far emergere i talenti locali e far circolare le opere oltre i confini nazionali. Il regista e produttore albanese Jonid Jorgji, direttore dell’Agenzia delle industrie creative del Comune di Tirana, ha ricordato che negli ultimi due anni il Tirana Film Office ha offerto il suo supporto a 22 progetti italiani girati nella capitale albanese, ma ha anche evidenziato l’esigenza di semplificare le procedure di applicazione per i bandi europei, e la necessità assoluta di creare un fondo comune tra Italia e paesi balcanici per attivare future coproduzioni. La pensa allo stesso modo Arben Zharku, produttore ed ex direttore del Centro cinematografico del Kosovo, paese dove negli ultimi dieci anni si sono moltiplicate le coproduzioni con i paesi vicini e che vede una quota preponderante di cineaste donne: “Le coproduzioni non sono solo condivisione di soldi, ma anche un prezioso mix di creatività da paesi diversi”, ha detto.

“Fino a 5-6 anni fa si facevano solo film di produzione nazionale, oggi tutti i film nascono come coproduzioni con paesi confinanti e non, come Belgio e Olanda”, ha specificato Bojan Lazareski, direttore del North Macedonia Film Agency, il quale ha poi confermato il ruolo fondamentale del Programma MEDIA per promuovere i progetti e raggiungere il pubblico europeo, ma anche che le lunghe procedure burocratiche per partecipare ai bandi rappresentano un ostacolo per i produttori macedoni. Il regista e DoP sloveno Gregor Bozič si è soffermato invece sul problema della diffusione delle opere: “Uno dei più grandi problemi per noi registi è la frustrazione di non sapere cosa accadrà dopo”, ha detto, “bisogna creare più occasioni dove gli spettatori possano vedere i film di cui si è parlato nei grandi festival e fare promozione nelle scuole per rieducare i più giovani al cinema d’autore”; il cineasta suggerisce inoltre che le film commission italiane si facciano conoscere meglio sul territorio sloveno, dove è ben pubblicizzata quella del Friuli, ma si sa poco o nulla di quella pugliese, per esempio.

Ed è proprio al ruolo centrale delle film commission italiane nello sviluppo delle collaborazioni con i Balcani, grazie alle risorse che mettono a disposizione e al loro radicamento sul territorio, che si è passati con gli interventi di Giampaolo Calabrese di Calabria Film Commission e Raffaella Del Vecchio di Apulia Film Commission: il primo ha parlato del bando regionale che stanzia 5 mln per la produzione cinematografica e audiovisiva, di cui 2 mln sono dedicati alle opere internazionali, e dell’imminente creazione degli Studios di Lamezia Terme, una cittadella del cinema ad alta tecnologia con teatri di posa e una piscina per le riprese in mare, i cui lavori cominceranno a inizio 2023; Del Vecchio ha invece illustrato l’Apulia Film Fund per produzioni nazionali e internazionali (nel 2020 il fondo ha contribuito a finanziare 42 progetti, per un investimento totale di 9,2 mln di euro), e i servizi erogati dalla FC, tra cui un sofisticato database online per il location scouting.

Sempre per sottolineare l’importanza della collaborazione tra paesi, il microfono è poi passato ai produttori con esperienza diretta nella creazione di film di coproduzione europea e balcanica: Serena Alfieri di Vivo Film ha parlato di Vergine giurata [+leggi anche:
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di Laura Bispuri, girato sulle montagne al confine tra Albania e Kosovo (“Un film come questo non avremmo mai potuto realizzarlo senza una coproduzione”); la produttrice serbo-croata residente in Italia Ines Vasilievic di Nightswim ha ricordato la sua esperienza con La nave dolce [+leggi anche:
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di Daniele Vicari e l’importanza dell’apertura in Italia del bando per le coproduzioni minoritarie; Barbara Meleleo di Clipper Media ha raccontato come il documentario di Barbara Cupisti Hotel Sarajevo [+leggi anche:
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si sia evoluto grazie al prezioso contatto con la realtà locale; Giovanni Saulini di Magda Film ha annunciato il progetto di film che sta sviluppando con l’Albania, dal libro “Il sogno italiano” dello scrittore albanese Ylljet Aliçka, e che sarà diretto da Mimmo Calopresti. A chiudere il workshop è stato il regista bosniaco Ado Hasanovic, residente a Roma da oltre dieci anni, attivo nella promozione del dialogo tra i paesi del Mediterraneo tramite la collaborazione tra il festival sardo Passaggi d'Autore - Intrecci mediterranei, di cui è direttore artistico, e il Sarajevo Film Festival.

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