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Italia

Rapporto industria: Produrre - Coprodurre...

Coproduzioni e sinergie distributive italo-balcaniche in discussione al Balkan Film Festival di Roma

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La sesta edizione del festival dedicato al cinema dei Balcani ha ospitato un workshop con rappresentanti dell’industria cinematografica italiana e balcanica e di organismi europei

Coproduzioni e sinergie distributive italo-balcaniche in discussione al Balkan Film Festival di Roma
L'ad del Croatian Audiovisual Centre Chris Marcich con il direttore del Balkan Film Festival Mario Bova

Un brainstorming annuale che faciliti lo sviluppo di collaborazioni tra il cinema italiano e il cinema balcanico, fornendo importanti strumenti di conoscenza delle opportunità messe in campo e dei modi per sfruttarle al meglio. Questo vuole essere, nelle intenzioni del suo direttore Mario Bova, il Balkan Film Festival, il festival dedicato al cinema dei Balcani che dal 7 al 12 novembre ha celebrato a Roma la sua sesta edizione (leggi la news). Non solo un luogo di conoscenza di film, dunque, ma anche un luogo di discussione: “Il festival potrebbe svolgere una funzione facilitatrice per la creazione di un tavolo permanente di dialogo tra l’Italia e i vari paesi balcanici”, ha specificato Bova, “per sensibilizzare gli operatori dell’intero settore e per impiegare al meglio i finanziamenti che vengono dall’Europa sia a livello di sviluppo che a livello produttivo”.

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Coproduzioni e sinergie distributive italo-balcaniche sono state al centro di vari interventi al workshop internazionale "La Via del cinema", a partire proprio dalle potenzialità di sostegno offerte dall’Europa, che, secondo Bova, “se viste con una maggiore fiducia da parte degli operatori, possono portare a risultati interessanti”. Dopo il saluto della consigliera del ministero degli Esteri italiano Cristina Caputo, la quale ha ricordato la firma lo scorso marzo a Belgrado di un accordo di coproduzione cinematografica Italia-Serbia, la parola è passata a Enrico Bufalini e Maria Cristina Lacagnina, che, in rappresentanza di Creative Europe Media, hanno illustrato gli schemi di finanziamento di contenuti audiovisivi che promuovono l’integrazione tra paesi a grande capacità produttiva e paesi a minor capacità produttiva. Tra questi ultimi rientrano proprio i paesi balcanici, che per questo motivo hanno più possibilità di accedere ad alcuni fondi come l’European Mini-Slate Development, per lo sviluppo di un catalogo da 2 a 3 progetti (il nuovo bando sarà pubblicato il 5 dicembre 2023 e scadrà il 4 aprile 2024).

Enrico Vannucci, vicedirettore esecutivo di Eurimages (fondo di cui fanno parte 11 paesi dei Balcani), in collegamento video ha evidenziato il concetto di coproduzione tra paesi come punto chiave delle attività dell’organismo, ha ricordato il suo budget di 26 milioni di euro, le sue tre call annuali (la prossima scadenza per le domande è gennaio 2024), il suo meccanismo di soft loans (rimborsati in funzione dei proventi che i film distribuiti generano) e anche le iniziative di promozione come i Coproduction Development Awards, premi allo sviluppo di film in coproduzione.

Una collaborazione più puntuale ed efficace tra film commission italiane e centri nazionali di cinematografia balcanici è una delle vie individuate per avviare un dialogo più incisivo. A tal proposito è intervenuto Chris Marcich in rappresentanza del Croatian Audiovisual Centre, il quale ha sottolineato la necessità di una maggiore interazione tra professionisti e di trovare un modo istituzionale per far incontrare i produttori delle due sponde dell’Adriatico. Marcich ha ricordato la collaborazione in corso tra Italia, Croazia e Germania sul progetto di serie tv high budget Greater Adria, le cui riprese cominceranno nel 2024, e che conta di usufruire del sostegno di un programma pilota di Eurimages dedicato alle serie che verrà lanciato l’anno prossimo; il professionista croato ha inoltre evidenziato le criticità nel campo della distribuzione in Croazia di film italiani, che semplicemente non arrivano, al contrario di quelli francesi.

Le film commission italiane sono state quindi chiamate in causa per capire cosa si può fare per migliorare le possibilità di collaborazione. Il direttore di Marche Film Commission Francesco Gesualdi ha anticipato la volontà di inserire nel prossimo bando dedicato alle produzioni audiovisive, a cavallo della prossima estate, delle risorse destinate alle coproduzioni tra i paesi balcanici e la regione Marche. Raffaella Delvecchio di Apulia Film Commission ha ricordato l’Apulia Film Fund, il fondo di sostegno per produzioni anche internazionali che girano in Puglia, l’attivazione di una rete di festival e sale cinematografiche che offrono una diffusione più capillare di opere europee nella regione, il forum di coproduzione mediterranea che favorisce gli scambi tra operatori dell’audiovisivo, e altre iniziative come il Progetto Circe con cui si sono prodotte serie tv tra Puglia, Molise, Albania e Grecia. Tina Bianchi ha raccontato l’esperienza di due tavole rotonde organizzate da Roma Lazio Film Commission con i paesi dell’area balcanica, da cui è emersa la necessità di lavorare sulla creatività, non solo quella generata dalla prossimità geografica, tramite residenze creative e sviluppo di progetti, e di creare fondi multilaterali che consentano di intervenire sui progetti anche con somme non elevate, favorendo i paesi a minor capacità produttiva. Infine, Giampaolo Calabrese di Calabria Film Commission ha sottolineato che la Calabria, essendo territorio di minoranze linguistiche, in particolare di origine arbëreshë, può essere un ponte di interesse reciproco: ne è un esempio il film finanziato di recente, Italianesi di Saverio La Ruina, sugli italiani imprigionati in Albania durante la Seconda guerra mondiale e poi dimenticati.

A proposito dell’Albania è intervenuto Jonid Jorgy (Creative Industries Tirana), che si è soffermato sulla questione della distribuzione e su un’importante iniziativa avviata quest’anno dall’Ufficio del cinema e il Comune di Tirana: un piano per rivitalizzare le sale cinematografiche della città abbandonate da più di trent’anni, che saranno disponibili per la programmazione di film d’autore albanesi, italiani, balcanici ed europei. Secondo il regista e produttore montenegrino Aleksandar Vujović (New Standard Media), i tempi sono maturi per la creazione da parte di film commission e centri cinematografici di un fondo comune destinato a favorire la circolazione dei film italiani nei Balcani e viceversa; Vujović ha inoltre ricordato l’importanza del Balkan Film Market come luogo si scambio e networking per i professionisti del settore. Il regista e direttore della fotografia sloveno Gregor Bozic ha posto l’accento sulla necessità di pensare alle coproduzioni anche come opportunità per gli autori di conoscere gente creativa, e di non limitarsi solo all’aspetto finanziario; inoltre, sulla base dell’esperienza del suo film Storie dai boschi di castagne [+leggi anche:
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distribuito con successo in Giappone dopo una campagna promozionale di tipo artigianale avviata sei mesi prima, ha ipotizzato il ritorno a un modo più intimo di comunicare il cinema alla gente.

Si è parlato inoltre di formazione con Gianluca Arcopinto, docente del Centro Sperimentale di Cinematografia e Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volontè, che ha sottolineato come i ragazzi rappresentino il futuro. Un suo ex allievo, il co-fondatore di dispàrte Alessandro Amato ha poi illustrato due suoi progetti di coproduzione con i Balcani, i lungometraggi d’esordio del regista italiano Giulio Mastromauro, Paradiso (con la Slovenia) e del regista albanese Erenik Beqiri, After Dark (con l’Albania e la Francia), le cui riprese cominceranno prossimamente. Di una coproduzione in corso ha parlato anche lo scrittore albanese Ylljet Aliçka, un film tratto dal suo romanzo Il sogno italiano e che vedrà alla regia Mimmo Calopresti. Margherita Martelli (Fandango Sales) ha infine discusso di distribuzione internazionale, soffermandosi sul programma europeo Films on the Move, che offre agli agenti di vendita un supporto finanziario per la diffusione di film al di fuori del paese d’origine; la società ne ha beneficiato nel 2022 e ciò ha reso possibile il lancio del film Il colibrì [+leggi anche:
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intervista: Benedetta Porcaroli
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di Francesca Archibugi in ben 18 territori, compresa l’area della ex Yugoslavia.

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