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Le strategie di business delle maggiori case di produzione

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- Carlos Biern Lliviria, direttore della co-produzione alla BRB Internacional, ha presentato il caso della sua società spagnola, aperta alle co-produzioni e collaborazioni internazionali, e dell'industria cinematografica spagnola, un mercato piccolo ma vivace.

Carlos Biern Lliviria è Vicepresidente Esecutivo – Coproduzioni e Distribuzione Mondiale - alla BRB Internacional. La sua esperienza comprende più di 20 co-produzioni in Spagna, Francia, Italia, Regno Unito, Canada, Corea del Sud e Stati Uniti con serie televisive quali “Iron Kid”, “Bernard”, “The Imp”, “Angus & Cheryl”, “Papawa” e “Khuda-yana”.

Come è cambiato il mercato indirizzato ai giovani in questi ultimi anni?
Il mercato rivolto ai bambini e ai teenager è quello che ha subito più cambiamenti. I giovani sono molto attivi, dinamici, sempre aperti alle nuove ondate di tendenze, mode, tecnologie… Come produttori dobbiamo costantemente ricostruire il nostro modello finanziario, quasi ogni tre o quattro anni. Non è solo una cosa collegata alla crisi attuale.

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Come ha iniziato la BRB a lavorare nel campo dell'animazione?
La BRB ha iniziato come società di merchandising. Stavamo facendo attività promozionale per il mercato statunitense. Dopo vari anni passati a lavorare come agenti, negli anni '80 abbiamo deciso di metterci in proprio.
Abbiamo prodotto svariate serie televisive e creato un solido archivio co-producendo fino a tre o quattro show all'anno negli anni '80 e '90.
Negli ultimi due anni la BRB si è evoluta quando abbiamo creato una forte divisione giochi. Ora stiamo lavorando molto apertamente per creare marchi per i giochi online. Crediamo che i giochi online e la divisione interattiva cambieranno la prospettiva del nostro business. I ragazzi passano più tempo con la Wii, la DS e internet piuttosto che con la televisione. Questo fenomeno è molto ben conosciuto dalle emittenti.

Quali sono gli elementi chiave del vostro successo?
La nostra società è riuscita lentamente a stare al passo coi tempi; alcuni show hanno funzionato, altri no. Siamo sopravvissuti perché siamo stati capaci di differenziare i guadagni.

Può spiegare il modello di business della BRB?
Il modello di business si può riassumere in una singola parola: S.A.M. S sta per sussidi (locali, nazionali o internazionali). A sta per advertising, ovvero pubblicità, che è la ricchezza che otteniamo dalle emittenti, da diversi tipi di sponsorizzazione e da Internet. M sta per margine sui prodotti. E' la differenza tra quanto costa un peluche e quante entrate ottengo dalla vendita del peluche. Il margine può essere prodotto anche mettendo un gioco in DVD, quanto mi costa e quanto ne ricavo dalla vendita; il margine può anche essere la differenza tra il costo di mettere un film in un servizio VOD (video on demand) e il guadagno che ottengo vendendo il film.

Come può un produttore massimizzare questi tre elementi?
Per quanto riguarda i sussidi, molto dipende da dove è situata la società. Un produttore francese, ad esempio, può facilmente ricevere supporto da un'emittente locale. In Francia le emittenti televisive sono obbligate ad investire nelle produzioni indipendenti. In Francia puoi anche ottenere i sussidi CNC (Centre National du Cinéma) e puoi diventare molto più forte in termini di velocità e finanziare una parte maggiore dello show.

Come funziona invece in Spagna?
Fino a poco tempo fa la situazione in Spagna era difficile per il settore animazione. C'era pochissimo supporto dalle emittenti e dal Ministero della Cultura (ICAA). Le società spagnole cercavano guadagni al di fuori del Paese. I produttori spagnoli sono probabilmente meno pigri e più aperti a livello internazionale.
I produttori spagnoli lavorano molto con la Francia ed il Canada. Generalmente noi siamo associati come co-produttori di minoranza. Il sistema francese è molto ben sviluppato (artisticamente e finanziariamente). Il Canada ha sviluppato una forte industria dell'animazione probabilmente per combattere “l'invasione statunitense”.
Queste due nazioni possono finanziarci fino al 60, 70 o addirittura 90 per cento degli show, specialmente se l'animazione viene realizzata all'interno dei Paesi stessi.
Le altre nazioni in Europa in cui si possono ottenere sussidi sono il Regno Unito e l'Irlanda (specialmente per i lungometraggi), il Lussemburgo e il Belgio grazie ai crediti d'imposta e alle imposte rifugio.
L'Italia è un Paese interessante per il supporto che un produttore può ricevere dall'emittente pubblica.

Vi siete avvicinati al mercato asiatico?
L'Asia è stata usata per molti anni per subappalti. Di recente i Paesi asiatici stanno cercando di sviluppare dei propri show. I governi supportano le società di animazione, specialmente in Corea, Cina, Singapore e Malesia. In 6 – 8 anni queste nazioni saranno in grado di produrre show di successo.

E per quanto riguarda i Paesi dell'America Latina?
Le nazioni più interessanti sono il Brasile e l'Argentina che sostengono con forza l'industria dell'animazione.

E riguardo la pubblicità nel vostro modello di business?
Quando creiamo uno show cerchiamo di raggiungere almeno questi sette mercati: Francia, Germania, Regno Unito, Italia, Spagna, Stati Uniti e Giappone. Guardiamo a questi mercati in termini di preferenze degli show, come lanciare uno show, il nome, l'aspetto dello show, cerchiamo di raggiungere più mercati possibile.
Se vendi in tutti e sette i mercati avrai probabilmente uno show di grande successo. Se arrivi a tre, probabilmente avrai comunque uno show molto bello. Con due, avrai un buono spettacolo. Se non arrivi a nessuno probabilmente avrai uno show mediocre con uno scarso successo.

Come rivolgersi a questi sette mercati?
Se un produttore vuole lavorare non solo per ottenere il massimo da quello che la TV paga per una mezz'ora, deve cercare di avere esposizione e visibilità. In questo momento è molto importante ottenere visibilità attraverso Internet, i social network, Facebook e Twitter. Se uno show è in onda avrai molte più opportunità di lavorare sulle altre entrate, sui margini, come giocattoli, pubblicità e simili.

Cosa significa la M nel vostro modello di business?
La M sta per “margine”. I produttori possono cercare più guadagni nel settore dell'attività promozionale, home video e pubblicità. Il settore promozionale è particolarmente importante con gli show negli orari pre-scolastici, perché i giocattoli, i peluche e i libri vengono comprati dai genitori. Quando parliamo di margine, possiamo parlare di due diverse prospettive. La prospettiva tradizionale è quella di ottenere la licenza da uno dei maggiori concessionari di giocattoli e trovare un distributore che venda il giocattolo in tutto il mondo. La nuova prospettiva è diventare distributore e vendere il giocattolo direttamente via Internet. Questa è la strada che la BRB sta cercando di percorrere.

Perchè la BRB sta producendo così tanti cortometraggi?
Con i cortometraggi puoi ottenere una vastissima esposizione per il tuo futuro show. Puoi testare lo show in ogni mercato e adattarlo al territorio. Noi produciamo corti d'animazione che durano due o tre minuti. Cerchiamo di creare visibilità al fine di distribuire i giocattoli e gli altri articoli promozionali.

Qual è la strategia della BRB per i prossimi anni?
BRB sta creando nuovi marchi, specialmente per i genitori. Sviluppiamo le nostre creazioni con un forte elemento musicale.
Sviluppiamo anche show riadattando vecchi marchi. E' un modo per attirare i genitori che guardavano quello show quando avevano quattro o cinque anni, e in questo modo vengono attirati anche i loro bambini, perché i genitori vogliono che i bambini guardino gli show che loro amavano guardare.

Con la riduzione dei budget da parte delle emittenti, è sempre più difficile finanziare uno show. Qual è la vostra risposta a questo problema?
Se non abbiamo tutti i soldi per produrre uno show, tagliamo le spese. Se non abbiamo sei milioni di Euro per produrre ventisei show da mezz'ora l'uno, ma ci sono abbastanza emittenti interessate al progetto, allora produciamo tredici episodi da tredici minuti l'uno. Almeno si inizia la produzione e si possono testare i personaggi.
Un'altra strategia è quella di cercare nuove applicazioni tecnologiche per tagliare i costi senza perdere la qualità. Cerchiamo inoltre di razionalizzare il processo di pre-produzione usando ad esempio le metodologie dei videogame.

Quali sono i principali partner con cui lavorate in Spagna come società di produzione?
In Spagna ci sono 46 milioni di abitanti. La particolarità della Spagna è che ci sono cinque diverse lingue: castigliano, catalano, galiziano, basco, valenzano... Nelle varie comunità le emittenti pubbliche vogliono che i loro bambini imparino la lingua locale attraverso l'animazione. Le emittenti pubbliche come Forta mandano in onda fino a dodici ore al giorno di cartoni animati.

Come società di produzione, come vi siete evoluti in questi ultimi vent'anni?
Prima degli anni ‘80 le società di produzione spagnole erano solo studi di assistenza. Venivamo usati solamente per pubblicità, pre-produzione e animazione. Durante gli anni ‘80 e '90, dopo alcuni grandi successi di serie tv spagnole, i produttori spagnoli hanno iniziato a costruire co-produzioni internazionali. La maggior parte degli show erano basati sui libri, come “I Tre Moschettieri” e “Il giro del mondo in 80 giorni”. Di recente le serie tv spagnole sono prodotte in 3D, con l'utilizzo delle tecnologie più attuali e un design innovativo.

Quali sono altri importanti fondi pubblici per l'animazione in Spagna?
Da quando qualche mese fa il governo ha annunciato la sua intenzione di togliere la pubblicità dalla televisione di stato, i produttori hanno iniziato a chiedersi quali sarebbero state le conseguenze sul già precario equilibrio tra film e televisione. Per legge, quest'ultima deve investire il 5% dei suoi ricavi nei film.
Nel giugno del 2009 il Consiglio dei Ministri ha quindi approvato il disegno di legge della tanto attesa Legge Generale sull'Audiovisivo, che, tra le altre cose, permette ai network televisivi di investire parte di questo 5% nelle serie tv. Questa è una delle principali esigenze della UTECA (Unione delle Reti Televisive Associate).
Ad ogni modo, almeno il 60% del suddetto investimento dovrà essere destinato ai film ed almeno la metà andrà alle produzioni indipendenti.
Al fine di compensare la diminuzione di fondi alla produzione cinematografica, il disegno di legge include un maggior numero di società obbligate a investire il 5% dei loro profitti in film, nello specifico i provider elettronici di servizi di comunicazione che trasmettono i canali televisivi e i provider dei palinsesti televisivi.
L’ICAA investirà circa 5 milioni di Euro all'anno nelle serie TV animate. La ICAA in Catalogna sta cercando di supportare la produzione di corti e film animati per la tv con circa 1 milione e mezzo l'anno. Tutto dovrebbe essere fatto in Catalogna.
Il governo della Catalogna sostiene l'industria dell'animazione da molti anni. L'1% di ogni singolo introito proveniente da TV Catalogna va alla produzione di serie animate.

Traduzione italiana: Irene Garbuglia

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