Per Hanna l'Olocausto è semplicemente storia, un argomento che finisce di essere importante nel momento in cui esce dall'aula in cui insegna. I motivi del suo viaggio in Israele sono prettamente egoistici: un paio di mesi a far "qualcosa sugli ebrei" arricchirebbero il suo curriculum e aiuterebbero la sua carriera. Itay, un assistente sociale che Hanna incontra sul suo percorso, si diverte a prenderla in giro con battute sull'Olocausto e con commenti cinici sulla storia tedesca al solo scopo di flirtare con lei. Hanna, però, non ama il suo modo di scherzare e non si sente a suo agio. Con il passare del tempo, Hanna comincia ad interessarsi alla storia della sua famiglia, da sempre restia ad affrontare la questione Olocausto.