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Giorgia Priolo

2009 Producers on the move - Italia

di 

Giorgia Priolo è responsabile sviluppo progetti e produttore esecutivo di FilmKairos, società di produzione indipendente nata nel 2006. Fino ad oggi la società ha prodotto otto pellicole - quasi sempre in co-produzione con altri paesi europei - spesso premiate in festival internazionali.

Cineuropa: Che significa per voi essere il “Producer on the move” italiano?
Giorgia Priolo: Siamo stati scelti da Filmitalia come “Producers on the Move” italiani soprattutto sulla base di due film che abbiamo prodotto - Mar nero [+leggi anche:
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di Federico Bondi (Pardo d’Oro per la miglior attrice a Locarno) e Come l’ombra di Marina Spada (presentato alle Giornate degli Autori di Venezia) – e del fatto che siamo una società giovane, con appena tre anni di vita. Per noi sarà un’occasione importante di conoscere altri produttori indipendenti che realizzano cinema di qualità negli altri paesi e che, come noi, basano la loro linea editoriale sulle co-produzioni e sulla ricerca di pellicole ‘crossing-border’. Essere a Cannes con questa iniziativa ci permetterà senz’altro di aprire la strada della co-produzione ai nostri progetti, di creare un network di relazioni e di entrare in progetti altrui. D’altronde il nostro percorso è iniziato proprio co-producendo film stranieri, come L’impero dei lupi e Una top model nel mio letto [+leggi anche:
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, ed è proprio a Cannes, grazie al producers network, che abbiamo messo in piedi il progetto di Mar nero, prima co-produzione maggioritaria italiana di un nostro film, che uscirà in settembre in Romania e più tardi in Francia.

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Qual è la linea editoriale di FilmKairos?
Puntiamo alla realizzazione di film di qualità che possano essere competitivi sul mercato internazionale e aperti a un pubblico vasto: non vogliamo limitarci a realizzare un cinema ‘art-house’ di nicchia, o esclusivamente ‘da festival’.

Quali progetti porterete a Cannes?
Abbiamo in preparazione un discreto numero di progetti, da opere a basso budget a grosse produzioni. Tra questi c’è l’opera terza di Marina Spada Metafisica per le scimmie, un film sulla modernità dal punto di vista femminile che racconta di una donna che insegna strategie economiche ai manager attraverso la filosofia; abbiamo pronta la sceneggiatura e stiamo cercando il cast e i finanziamenti. Poi c’è il nuovo film di Enrico Pau L’accabadora, un film in costume ambientato in Sardegna negli anni ’50. Per lo sviluppo della sceneggiatura abbiamo avuto il finanziamento del MiBAC. Il titolo si riferisce alla figura antropologica delle donne dei villaggi che portavano la “buona morte”, dunque l’eutanasia. Prevediamo un budget di 2,5 milioni di euro. Inoltre abbiamo il nuovo film di Stefano Tummolini, uno sguardo critico sul mondo dei giovani universitari, e un grosso progetto in co-produzione con l’israeliana Metro Communication, Montedidio: sarà la prima pellicola tratta da un romanzo di Erri De Luca. E’ sceneggiato da Lara Fremder, è ambientato a Napoli e avrà un budget di circa 5 milioni di euro. E poi ancora il sequel Mi manda (ancora) Picone, scritto da Elvio Porta, il documentario 50 italiani di Flaminia Lubin, sui cittadini aderenti al regime che si sono dati da fare per salvare gli ebrei, realizzato su impulso del museo della Shoah, e infine il primo film di finzione della documentarista Fabiana Sargentini Non lo so ancora, scritto con Morando Morandini.

C’è una “linea produttiva” a cui vi ispirate?
In particolare con il progetto di L’accabadora di Enrico Pau vorremmo riprodurre un impianto narrativo-produttivo simile a quello di Nuovomondo di Emanuele Crialese. Un grande film in costume la cui storia è molto radicata in un particolare contesto regionale, ma che ha un respiro internazionale.

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