Andrea Arnold • Regista
"Una passione per il reale"
- La regista britannica descrive il suo metodo impregnato di realismo in occasione della conferenza stampa del Festival di Cannes 2009
La regista britannica Andrea Arnold descrive il suo metodo impregnato di realismo in occasione della conferenza stampa seguita alla proiezione del suo secondo lungometraggio, Fish Tank, in concorso al 62mo Festival di Cannes.
Qual è stato lo spunto che l'ha lanciata in Fish Tank, film molto
realista?
Andrea Arnold: Quando scrivo, mi baso su una prima immagine che non
vi svelerò. Ciò che è interessante nella scrittura è l'aspetto incosciente,
ciò che emerge senza neanche capire il perché. Cerco successivamente di far
vivere i personaggi senza pensare ad altri film, senza riferimenti. Ho
diretto qualche documentario e ho una passione per il reale e la maniera di
filmarlo. Cercavo una giovane donna a metà tra l'infanzia e l'età adulta. E'
stato difficile: molte ragazze di 17-18 anni sono già adulte. Guardando il
film, Katie Jarvis ha l'aria più giovane, più fragile di quanto non sembri
nella realtà. Ho preso coscienza di questa giovinezza che scaturiva
dall'immagine durante il primo montaggio ed è emersa ancor meglio di quanto
immaginassi.
Come ha scoperto Katie Jarvis, un'attrice non professionista?
In una stazione dopo aver cercato a lungo nei casting. Abbiamo visto Katie
che sgridava il suo ragazzo. Non ci credeva che noi volessimo farle un
provino. Poi, durante il provino, non voleva ballare, tranne che sola in un
angolo. Questo corrispondeva con il personaggio che avevo in testa. Ma
quando si è messa a danzare, non importa che non fosse veramente Hip-Hop, la
cosa interessante è che era se stessa. Sprigiona anche qualcosa di molto
dinamico.
Lei dimostra una grande sensibilità alle reazioni delle donne rispetto
alla musica e alla danza.
La danza è un modo molto efficace per attenuare le proprie tensioni. Nel
film, le attrici cercano sempre di proteggersi e lo fanno immergendosi nella
danza. E' lì che sono se stesse. Nella sceneggiatura, la danza era molto
importante e abbiamo fatto il provino a numerose ragazze che danzavano l'R&B
in modo lascivo, seduttivo. Ma per l'Hip-Hop, ci siamo resi conto che
l'importante era danzare per qualcun altro e abbiamo capito che dovevamo
orientare il film in quella direzione.
Perché ha scelto di girare nell'Essex, una regione raramente
rappresentata?
Adoro il lato selvaggio di questo paesaggio. Andavo nell'Essex durante
l'infanzia, su quella A13 che parte da Londra e va verso il Mare del Nord.
Tutte questi agglomerati urbani sembravano delle isole in mezzo alla natura
selvaggia. Ci sono le fabbriche, i parcheggi deserti, un'atmosfera di grande
tristezza.
Perché il titolo Fish Tank (lett.: riserva di pesci)?
La gente è ansiosa di avere un titolo per le cartelle stampa, ma io ho
bisogno di sentire prima il film. C'è molta vita in questo piccolo vivaio,
in questo piccolo spazio che mostra il film e Fish Tank ne è una
buona metafora.
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