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Ivo Andrle • Distributore

Aerofilms: l’esercizio e la distribuzione nella Repubblica Ceca

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Aerofilms distribuisce 10 film europei e indipendenti l’anno, sia nei cinema d’essai che nei multisala. Il distributore acquisisce le pellicole in grandi festival come Berlino e Cannes, ed è sempre più interessato a progetti in fase di scrittura. La compagnia lavora principalmente nell’esercizio: Aerofilms gestisce infatti tre cinema a Praga. “La cosa fondamentale è il collegamento con le sale, viene tutto da lì”, dice Ivo Andrle, Direttore delle acquisizioni.

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Cineuropa: Cosa vi ha portato verso l’espansione oltre l’esercizio?
Ivo Andrle: Quando abbiamo iniziato a gestire il Kino Aero nel 1998, abbiamo iniziato anche a organizzare settimane dedicate al cinema straniero e a mostrare titoli che non avevano distributori cechi, e così abbiamo imparato ad acquisire i diritti e le copie. Abbiamo collaborato con l’Associazione di Cineclub Cechi, che ci ha insegnato molto, come la polacca Gutek Film. Quando abbiamo iniziato a gestire il Kino Světozor, nel 2004, abbiamo capito che c’era spazio per un altro distributore nel mercato locale. Conoscevamo il nostro pubblico, e sapevamo che era interessato a film non sempre disponibili da noi. Nel 2005 abbiamo trovato un angelo, un investitore che ci ha consentito di acquisire film per la distribuzione.

Com’è composto il vostro pubblico?
Per quanto riguarda i piccoli film d’autore, di solito da persone tra i 16 e i 40 anni, che vivono nelle grandi città e hanno una cultura universitaria e un interesse verso l’arte. Presentiamo anche trasmissioni in digitale dalla New York Metropolitan Opera, e il pubblico è composto da melomani — una platea diversa da quella per noi abituale.

Qual è il vostro film ideale?
Cerchiamo film che possano piacere non solo alle platee dell’essai dei nostri cinema ma anche a quelle dei multiplex. Vicky Cristina Barcelona [+leggi anche:
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e Il labirinto del fauno [+leggi anche:
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sono stati ad oggi i nostri maggiori successi. Ma ci piacciono anche piccoli film come Il segreto di Esma [+leggi anche:
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. Anche se hanno un numero limitato di spettatori, possiamo calcolarne i costi e ottenere anche un profitto.

Qual è stata la vostra strategia di marketing per North [+leggi anche:
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Cerchiamo con tutti i film di concentrarci sulla pubblicità nella maniera più efficace. Qual è il target? Com’è composto? Cosa legge? Si prova a pensare a chi potrebbe essere interessato a vedere un certo film oltre alla gente che viene di solito nei nostri cinema. Con North abbiamo cercato persone interessate alla cultura nordica, siamo andati alla Scandinavia House a Praga, sui siti web sulla Scandinavia, e abbiamo parlato del film e fatto girare la notizia.

Cosa cercate quando comprate un film in fase di scrittura?
Non si tratta solo di quello che c’è nello script, di solito è il nome che ci aiuta a vendere. Abbiamo fatto una pre-vendita su Jack Goes Boating perché il regista è Philip Seymour Hoffman, e quando abbiamo letto lo script abbiamo pensato che era una buona storia. Abbiamo acquisito Norwegian Wood, tratto dal romanzo di Haruki Murakami, che ha venduto molti libri qui. Chi c’è e chi vende hanno la stessa importanza.

Quanta concorrenza c’è nelle pre-vendite?
Maggiore è il potenziale, maggiore la concorrenza. È accaduto di aver aspettato troppo e perso il film, acquisito da un distributore che voleva film che non aveva visto. Abbiamo anche perso pre-vendite perché la nostra offerta era bassa.

I film europei sono avvantaggiati rispetto agli indipendenti hollywoodiani?
Quest’anno abbiamo avuto due indie americani — Black Dynamite e Cold Souls — e non sono andati benissimo. Però abbiamo avuto Bronson [+leggi anche:
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e North, e anch’essi non sono andati troppo bene. Ma almeno per i titoli europei c’è il supporto di MEDIA e non si perde tanto. Per questo possiamo rischiare con i film europei, mentre con quelli americani bisogna pensarci due volte.

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