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Katja von Garnier • Regista

Un impatto positivo

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Per Katja von Garnier un film è una porta verso la speranza e l’animo umano, verso la magia della vita e i misteri dell’ignoto. “I film hanno un gran potere. Possono avere un impatto molto forte, un impatto positivo, e io vorrei farne parte”, dice la regista.

La Von Garnier ha vissuto a Los Angeles negli ultimi dieci anni e adesso è di ritorno a Berlino per girare il prossimo autunno Hector’s Journey, per la casa di produzione Egoli Tossell Film. Il film si basa sul romanzo best seller di François Lelord, che parla di un giovane psichiatra che vuole scoprire perché così tanti suoi pazienti sono infelici e intraprende un viaggio intorno al mondo alla ricerca del segreto della felicità. Una storia che ha attirato da subito l’attenzione della von Garnier.

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"Il tema mi ha davvero affascinato e mi piace perché è molto attuale. Quella di Hector è la storia del risveglio di una coscienza. Il film non vuole essere una ricetta per la felicità, ma con esso penso di poter portare le persone a riflettere su cos’è che le rende felici e forse dare loro la possibilità di credere che nella vita, per quanto questa sia complessa, è possibile conoscere meglio se stessi. E questo è già un punto di partenza".

Il potere dell’animo umano è qualcosa che ha sempre affascinato la von Garner, specialmente nei personaggi femminili. Nel suo primo film di successo del 1993, Donne senza trucco, la regista ci propone il ritratto di alcune donne single che lottano contro una serie di ostacoli per essere felici. Con Bandits, invece, che risale al 1997, la regista ci racconta la storia di quattro donne detenute che formano un gruppo rock e alla fine riescono a evadere dal carcere.

Sulla stessa linea il film che ha segnato il suo debutto negli Stati Uniti, Angeli d’acciaio, che analizza la vita della femminista americana Alice Paul, che guidò la campagna per il diritto di voto alle donne all’inizio del ventesimo secolo. “Mi ha sempre interessato il fatto di ricreare un percorso di vita quando il protagonista è un personaggio femminile, così come esplorare un certo tipo di personaggio che lotta contro uno stereotipo, attraverso un punto di vista che viene della mia personale osservazione dell’animo femminile. È questo il genere di storie che mi attira e che mi coinvolge”, dice la regista.

Anche in Blood & Chocolate, del 2007, la giovane donna protagonista lotta, a causa di un amore proibito, contro le dure leggi di una comunità di licantropi molto unita. Questa mistica storia d’amore ha lanciato la moda delle relazioni sentimentali soprannaturali cominciata un anno dopo con la fortunata saga di Twilight, che esplora molti dei temi affrontati in Blood & Chocolate.

Anche se la von Garner ha un po’ rallentato i ritmi di lavoro negli ultimi anni per passare più tempo con i suoi bambini, adesso è entusiasta di ricominciare a fare film e di accorciare le pause tra un lavoro e l’altro. Anche se trovare il progetto giusto resta una sfida, il ritorno in Germania le ha riservato molte potenziali opportunità. “Mi ci è voluto del tempo per scegliere il progetto giusto, trovare quello in cui poter affondare i denti e che trattasse un argomento che mi corrisponde".

Da quando è tornata in Germania, la von Garnier sviluppa le sue idee con più facilità. “Ho molte idee per dei film che voglio portare avanti. Sicuramente ho imparato molto durante il periodo che ho passato negli Stati Uniti. Voglio attingere a quelle risorse e allo stesso tempo sfruttare le mie origini e lo spirito europeo, e combinare insieme tutte queste cose”.

Al momento la von Garner sta programmando una serie di lavori da realizzare dopo Hector’s Journey, tra cui un film ambientato in Irlanda con sfumature mistiche. Un altro progetto riunirebbe gran parte del cast di Bandits. “Non sarà il seguito di Bandits, sarà qualcosa di nuovo ma con un cast simile”, dice la von Garnier. “Volevo realizzare qualcosa con loro perché tra di noi c’è un’intesa creativa unica e sul set ci divertiamo molto. Ho lavorato sulla sceneggiatura, è davvero eccitante!”

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