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Florence Gastaud • Delegato generale dell’ARP

Nel cuore dei finanziamenti al cinema

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Incontro, a pochi giorni dalla 20ma edizione degli Incontri Cinematografici organizzati dall'ARP (società civile degli Autori-Registi-Produttori) dal 21 al 23 ottobre a Digione, con la delegata generale Florence Gastaud.

Cineuropa: Qual è la situazione attuale del finanziamento delle opere cinematografiche in Francia?
Florence Gastaud: I finanziamenti storici si sono un po' indeboliti, mentre i nuovi concorrenti, principalmente le piattaforme VOD, non rientrano in una dinamica di partecipazione su larga scala. Invadono gli schermi, e questo è un bene per la diffusione delle opere. Ma in cambio dovrebbero, come gli altri servizi televisivi, contribuire al finanziamento della creazione. Una direttiva europea li aveva invitati a farlo e un decreto applicativo francese è in preparazione. Ci dispiace enormemente che il CSA (Consiglio Superiore dell'Audiovisivo) abbia di recente dato un parere sfavorevole su questa bozza di decreto, considerandola troppo vincolante per le piattaforme. E' incredibile, perché vengono confermati gli attuali finanziamenti di Canal + e i canali classici, ma è necessario che i nuovi arrivati, loro diretti concorrenti, abbiano gli stessi obblighi, o quantomeno un'educazione al contributo fin dall'inizio. L'argomento di alcuni è che bisogna lasciare le piattaforme decollare perché non hanno un modello economico. Ma all'inizio si possono benissimo stabilire degli obblighi lievi, un contributo simbolico, giacché non è quando queste piattaforme saranno dei mastodonti che si riuscirà a imporre loro qualcosa.

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Gli Incontri 2010 dibatteranno sulla questione delle esclusive. Come vede il loro futuro, e come quello della cronologia dei media così com'è attualmente in Francia?
L’esclusiva resterà perché rimane il miglior modo di valorizzare un'opera, e su questo sono tutti d'accordo. La cronologia attuale è la migliore soluzione? Ci sono sicuramente altre cose da inventare. In casi molto precisi ed economie più fragili, per esempio quando un film esce in meno di 80 copie, non si può immaginare niente di meglio in materia di uscite simultanee rispetto alla cronologia attuale? Far uscire un VOD in abbonamento quattro anni dopo l'uscita nelle sale, ad esempio, è un peccato. La cronologia attuale viene rimessa in discussione ogni sei mesi e sperimentare è possibile.

In Francia vengono prodotti più film, ma l'investimento medio si abbassa. Che cosa ne pensa?
Siamo vigili su questo aspetto perché gli investimenti calano per ogni voce. Molti registi dell'ARP fanno film in condizioni difficili che li limitano nella creazione. In compenso, gli investimenti si concentrano un po' più sui film nella fascia di budget tra i 4 e i 7 M€, e meno sui grossi film. Sembra che l'immenso scarto tra piccoli e grandi budget tenda poco a poco a diminuire. Per difendere la diversità, incontriamo regolarmente i responsabili della direzione acquisizione dei canali. Ad esempio, quest'anno TF1 ha concentrato enormemente i suoi investimenti, passando da 21 a 14 film per la stessa cifra. E ci piacerebbe vederci più chiaro sulla questione dello stop alla pubblicità su France Télévisions: il finanziamento è mantenuto per un certo periodo, ma questa resta una spada di Damocle e speriamo in annunci rapidi.

Presieduta da Radu Mihaileanu, e con Stephen Frears tra i suoi membri, l’ARP è stata raggiunta di recente da Christian Mungiu (così come da Mathieu Amalric e Thomas Langmann). Quali sono le vostre aspettative rispetto all'Europa?
Siamo aperti agli autori-registi-produttori di tutti i paesi. Riguardo all'Europa, ci dispiace molto che la commissione Androulla Vassiliou non possa venire agli Incontri di Digione. Più in generale, siamo favorevoli a un'IVA al 5,5 % per i beni culturali. Perché questi ultimi contribuiscono all'identità europea.

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