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Régine Hatchondo ed Antoine de Clermont-Tonnerre - Unifrance

myFrenchFilmFestival: la promozione in campo digitale

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L’agenzia di promozione del cinema francese all'estero Unifrance lancia la prima edizione del festival online myFrenchFilmFestival (dal 14 al 29 gennaio 2011). Un'innovazione mondiale analizzata dal presidente e dalla direttrice generale di Unifrance: Antoine de Clermont-Tonnerre e Régine Hatchondo.

Perché creare il festival online myFrenchFilmFestival?
Régine Hatchondo: Il cinema francese ha un'ottima immagine all'estero. E' una sorta di alternativa all'egemonia americana. Ma è diventato più difficile da distribuire, diffondere, vendere, perché la costruzione di multiplex ha indebolito le sale d'essai un po' ovunque, anche in Europa. E il cinema francese non è percepito come un cinema da multiplex, ma come un cinema d'autore. Questa immagine è la sua forza, ma anche la sua debolezza. Il digitale è una sfida perché dobbiamo rinnovare il nostro pubblico, ringiovanirlo. Negli ultimi dieci anni abbiamo perso la fascia 15-35 anni. Bisogna andare a cercare il pubblico giovane utilizzando i suoi mezzi di comunicazione.

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Antoine de Clermont-Tonnerre: E' una tappa importante nell'ottica di una politica di presenza all'estero. Al momento, è un'esperienza. Siamo molto fiduciosi e molto prudenti giacché non si può misurare l'impatto dell'operazione, ma questo tipo d'iniziativa è fondamentale.

Come avete scelto i film presentati?
Régine Hatchondo: Abbiamo selezionato dieci lungometraggi, dieci corti e un film del patrimonio cinematografico. La nostra intenzione era di mostrare opere prime e seconde. Dovevano essere state distribuite in Francia dopo il I gennaio 2009 e non essere state vendute in più di cinque territori. Il sottotitolaggio è assicurato in nove lingue (tedesco, inglese, arabo, spagnolo, italiano, giapponese, portoghese e russo; in versione coreana sul sito di KT) per ampliare il target. I film selezionati possono essere visionati in video on demand alla tariffa di 1,99 euro ciascuno fuori la Francia (dove il prezzo è allineato ai siti nazionali di VoD per non fare concorrenza sleale) ad eccezione dell'America Latina e della Russia, dove l'accesso è gratuito. Sono inoltre disponibili sistemi di pack e di abbonamenti. Vogliamo offrire una finestra ai film meno facili da vendere. Distributori, registi, venditori, ci hanno messo tutti il loro impegno. Temevamo ad esempio di dover escludere il Belgio perché tutti i film vi erano stati venduti. Ma i distributori locali si sono mostrati molto aperti. E gli artisti sono stati al gioco giacché la piattaforma propone una quarantina di interviste.

Quali premi saranno assegnati dal festival?
Régine Hatchondo: I tre film premiati dagli internauti, i blogger stranieri e la stampa internazionale saranno diffusi per sei-nove mesi sui voli a lunga percorrenza di Air France. Dopodiché, speriamo di trovare un modo di distribuire i vincitori nelle sale. Vogliamo anche creare una community di cinefili da tenere informati sui nostri festival off-line. A tale scopo, abbiamo creato French Film Epidemic, un quiz sulla pagina Facebook del festival.

Che cosa vi aspettate da questa prima edizione?
Antoine de Clermont-Tonnerre: Anche se non sono stati venduti in più di cinque territori, i film selezionati hanno ricevuto un'ottima accoglienza da parte della stampa, hanno avuto successo in sala e vinto premi (tra cui il Louis-Delluc). Vogliamo dar loro una seconda vita, cercare di farli conoscere a spettatori che non hanno avuto occasione di vederli. Ma non ci aspettiamo miracoli da questa prima edizione: è un'operazione a lungo termine.

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