Pablo Berger • Regista
"Il mio obiettivo è sorprendere lo spettatore"
- Il regista di Torremolinos 73 torna dopo dieci anni con un film muto e in bianco e nero, destinato a replicare il successo della sua opera prima.
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intervista: Pablo Berger
scheda film] si risveglia il bambino che è in noi.
Pablo Berger: Per me il cinema è questo. Tutti i miei lavori nascono dal mio immaginario infantile e adolescente, da quello che ho vissuto dai tre anni, quando ho cominciato ad avere piccoli ricordi, fino ai 18 (quando la tua vita si normalizza). In questo periodo percepisci le esperienze a modo tuo. Mi piace ciò che dici perché mi piacerebbe che lo spettatore, vedendo il film, tornasse bambino.
Alcuni dettagli del film ci fanno intuire che non sarà fedele al racconto così come lo conosciamo…
La pellicola va in quella direzione: parla delle mie ossessioni, tematiche e visive. Il mio obiettivo come narratore è di sorprendere lo spettatore, è l'unica regola che seguo. Jean-Claude Carrière - sceneggiatore di Buñuel e Milos Forman, tra i tanti - dice lo stesso: se stai scrivendo una sceneggiatura e vedi che una sequenza è troppo logica o che lo spettatore scopre quello che succederà dopo, cambia strada… però rimani verosimile.
Biancaneve ha trionfato a Toronto, è stato in concorso a San Sebastian ed è stato selezionato dalla Spagna per l'Oscar.
Toronto è uno dei grandi festival-mercato. Lì puoi vedere come reagisce il pubblico internazionale e la risposta è stata meravigliosa: la gente si è emozionata con una storia folle, con toreri e flamenco, ambientata in Spagna, e non ha avuto problemi a capirla. E le critiche sembravano scritte da qualcuno della mia famiglia. La nostra carriera internazionale è cominciata bene: abbiamo molte offerte da vari paesi. Perché la storia di Davide contro Golia, in questo caso il cinema spagnolo contro quello americano, a volte diventa realtà e puoi crearti un varco: è successo con Torremolinos 73 [+leggi anche:
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scheda film] , che è uscito in tutto il mondo.
Dopo il successo di quel film, perché ci ha messo tanto per realizzare quello che sta per uscire?
Mi è costato molto. Nel 2005 avevo già pronta la sceneggiatura di Biancaneve. Un produttore mi disse che gli piaceva che il film fosse in bianco e nero ma non che fosse muto, trattandosi di un film di grosso budget. Un rifiuto dopo l'altro, ho trovato un finanziamento all'estero, come per Torremolinos. E' comparso Ibon Cormenzana, che aveva da poco fondato Arcadia Motion Pictures con l'obiettivo di fare film internazionali di budget medio-alto. Gli passai la sceneggiatura e mi confessò che era la migliore che avesse letto in vita sua. Parole magiche di un produttore appassionato che mi assicurò: “Sarà molto difficile, ma insieme lo possiamo fare”.
Nel frattempo, è uscito The Artist [+leggi anche:
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intervista: Michel Hazanavicius
scheda film]. Come l'ha vissuta?
E' stato uno shock enorme. Ho scoperto l'esistenza di questo film una settimana prima di cominciare le mie riprese. Ricevetti un messaggio da un amico, da Cannes, che mi disse: “Ti tornerà utile…”. La mia prima reazione non fu di gioia, perché veniva meno il fattore sorpresa: sebbene cineasti come Guy Maddin facciano già questo genere di film, era la prima volta per l'industria mainstream. Alla fine The
Artist ha giovato a Biancaneve, perché ha fatto da rompighiaccio: ha spazzato via i pregiudizi contro i film muti e in bianco e nero.
Ha dato nuovo smalto al cinema erotico con Torremolinos 73, ora fa lo stesso con il cinema muto.
Mi piace passare tutto attraverso il mio filtro. Sono un regista che scrive e dirige pellicole personali, con la mia visione e il mio punto di vista. Mi piace l'omaggio, ma non la copia o la ricostruzione. Mi piace trasformare qualcosa di esistente in qualcosa di nuovo, tenendo conto della sensibilità attuale. Non volevo una copia né una ricostruzione esatta, bensì che il film parlasse al pubblico di oggi.
E come si mantiene questo equilibrio?
Il mio cinema è intuizione, viene dalla pancia, dal cuore, non c'è niente di analitico. Per questo penso che i film si facciano per se stessi: non riesco a pensare a un tipo di pubblico in concreto. Spero che le sensazioni che provoca a me, Biancaneve le provochi anche al pubblico. Io so solo quello che piace a me.
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