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Álex de la Iglesia • Regista

"Il mio dovere è fare il cinema che mi piace"

di 

- Il regista basco Alex de la Iglesia presenta fuori concorso a San Sebastian la spregiudicata commedia horror Las brujas de Zugarramurdi

Il regista basco lancia la sua ultima burla, una spregiudicata commedia horror con protagonisti Carmen Maura, Terele Pávez e Hugo Silva che vuole innanzitutto divertire. Presentata ai festival di Toronto e San SebastianLas brujas de Zugarramurdi [+leggi anche:
trailer
intervista: Álex de la Iglesia
scheda film
]
 uscirà in diversi paesi nei prossimi mesi.

Cineuropa: Nei titoli del suo film compaiono donne celebri e importanti come Greta Garbo, Margaret Thatcher e Angela Merkel. Perché?
Alex de la Iglesia:
 E' una dichiarazione di intenti. Compaiono anche altre donne che ammiro molto, come Frida Kahlo e Simone de Beauvoir. Si tratta di donne che suscitano rispetto, fascino e anche paura, come tutto ciò che vale la pena.

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Provocando un po'?
Credo ci sia già molta gente che si dedica al politically correct. E' questione di trovare il tuo posto e il tuo modo di essere: c'è già altra gente che fa quello che andrebbe fatto. Inoltre, il pubblico ti chiede questo: se fai un'altra cosa, sembra che tu stia rinunciando a te stesso. Io sono un tipo semplice e tranquillo, ma i miei film no. Il mio dovere è fare il cinema che mi piace.

Da dove nascono i suoi film: dallo stomaco, dal cuore o dal cervello?
Credo ci sia abbastanza stomaco, ma nonostante le apparenze, sono film anche molto pensati.

Qualcuno potrebbe accusarla di misoginia per il ritratto che fa delle donne così manipolatrici…

Non accetto questo aggettivo, preferisco usare il termine misantropia. Semplicemente, cerco di avere una visione del conflitto tra i sessi e mi metto dalla parte del più debole.

Qual è stata la scena d'azione più difficile di Las brujas: la rapina iniziale o il pandemonio finale?
L'ultima, senza dubbio: c'è voluto un anno e mezzo di lavoro. Abbiamo girato cinque giorni nella grotta, ma il montaggio (avevamo molte camere) e gli effetti speciali sono stati complicati: è la cosa più difficile che abbia mai girato. Per riuscirci, abbiamo sostituito il budget con il sudore: c'erano troupe a Madrid, Barcellona, Miami e Los Angeles. E' stato un grande sforzo, era l'unico modo per andare avanti. Il budget totale è stato di cinque milioni di euro, il cui cinque percento è di partecipazione francese.

Concepisce il suo cinema come eccesso, divertimento e festa, anche se parla di temi seri?
Sì, credo che il divertimento faccia parte del mio stile e non posso farne a meno. Mi piace che sia così; è il modo più generoso per parlare di ciò che mi interessa.

Continua a pensare che si debba cambiare il modello di cinema?  
Ce ne stiamo rendendo tutti conto. Le cose stanno cambiando e gli studi devono reagire. Abbiamo bisogno di un cambio strutturale rapido, prima che si facciano solamente film a basso costo o megaproduzioni. E i social network sono essenziali in questo nuovo modello.

I suoi film escono in molti paesi. Come reagisce il pubblico al suo umorismo?
A Philadelfia mi hanno dedicato una retrospettiva con fan che conoscevano persino il mio corto Mirindas asesinas. E a Tokyo, dove controllano tutto, conoscono il cinema spagnolo ed europeo. Capiscono abbastanza bene l'umorismo; io credo che quanto più una pellicola è locale, più funziona. Siamo abituati al localismo americano, con le sue battute su Times Square e i bar in voga, che in molti non cogliamo. Loro si dedicano al loro mondo, per questo abbiamo il dovere di raccontare dove e come viviamo noi: all'estero piace. In questo senso, Pedro Almodovar è stato molto intelligente: si è concentrato sul suo mondo e così è riuscito a essere internazionale.

Che percorso avrà il suo film?
Dopo i festival di Toronto e San Sebastian, lo presenterò a Mosca, in Colombia e in Messico, ma dopo mi metterò a lavorare al mio prossimo progetto, perché non mi piace trascorrere un anno intero a girare il mondo con un film. Si tratta di un documentario, su commissione, sul giocatore del Barcellona Leo Messi, che sarà pronto per maggio 2014.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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