Alice Agneskirchner • Regista
Catturare il momento speciale
di Simon Kingsley - German Films
- Alice Agneskirchner è una documentarista nota per l’ampio lavoro per la TV tedesca, che include Washen und legen e An Appartment in Berlin
È stato un documentario per la TV (“Quando avevamo solo due o tre canali, per caso, vidi un film della Germania Est intitolato Zwei Deutsche!”) il momento più importante per Alice Agneskirchner. “Racconta due vite, una nella Germania Ovest, uno in DDR, senza narrazione fuori campo, e mi ha conquistato! Sapevo già che la gente chiacchierava con me facilmente, aprendosi e parlando della propria vita, e mi piace”.
Decisa a divorare il maggior numero di documentari possibile, scopre così dell’esistenza di un piccolo festival a Monaco e contatta alcuni registi della DDR. E viene subito conquistata: “Il documentario è il fascino della vita quotidiana”, spiega. “Quando la guardi, dall’esterno e in prospettiva, diventa straordinaria”.
Una delle discussioni filosofiche sul documentario, come genere, è se sia o meno possibile essere oggettivi. Per quanto riguarda Agneskirchner, la risposta è : “Mai! Neanche se ce la metti tutta! Anche se scegli un approccio giornalistico puoi solo dire la tua verità e quella delle persone attorno a te. Ci sono diversi stili di documentario – politico, umano, addirittura sperimentale, ma non potrai mai essere oggettivo. Anche se il regista non è nelle riprese, è sempre presente”.
E per chiunque dovesse pensare che il cinema documentario è una scelta facile… “Può essere una vera seccatura! Ho appena finito An Apartment in Berlin, documentario su tre giovani israeliani che affrontano con me un viaggio cinematografico ristrutturando l’appartamento nel quale aveva vissuto una famiglia ebrea fino alla deportazione nel 1943. Ci sono voluti cinque anni per finanziarlo e poi sei mesi per farlo!”
La bellezza del documentario è che può includere il dramma umano, e questo è il punto fermo di Agneskirchner: “Di solito la maggior parte dei miei film sono incentrati su un personaggio. Cerco di trovare un personaggio forte, con delle capacità, non per giudicare il suo valore ma per farlo diventare protagonista di un film. Le persone di solito non sono così, e penso si possa fare un film su qualunque cosa col protagonista giusto”.
Bisogna però anche trovare il denaro! “Essere finanziati è difficile”, concorda, “i documentaristi sono intrappolati nel sistema ed è l’unico che abbiamo per fare film. Sono opere che dovrebbero appartenere alla TV, e ne vengono realizzati ancora molti, ma con budget sempre più ridotti e un’apertura mentale sempre più ristretta”.
Come autrice e regista, lavora sempre con un produttore ed è fortunata, dato che ha un nome e una riconoscibilità, ma ha ancora bisogno “di scegliere e pensare quale commissioning editor, canale, slot avere. Sono sempre lì a pensare e a immaginare dove e a chi presentarmi”.
Vorrebbe o potrebbe girare film di fiction? “Beh sono in trappola: mi piace scoprire il film durante le riprese”, ammette, “ma se avessi un buono script potrebbe funzionare. An Apartment in Berlin è la cosa più organizzata che io abbia mai realizzato. Ho fatto documentari di tutti gli stili, ma mai una cosa totalmente messa in scena”. Fa una pausa: “Sì, offritemi uno script!”
Cosa sarebbe un filmmaker se non sfruttasse l’opportunità di promuovere i suoi ultimi progetti? Per Agneskirchner sono Die Andere Seite der Mauer (su una guardia carceraria che crede che la pena senza terapia non cambi nulla), Who Owns Nature? (su ciò che accade quando uomini e animali reclamano lo stesso habitat), e The Mountain King Who is a Queen (Lilja Loftsdottir, prima donna scelta come Re delle Montagne in Islanda, alla guida degli enormi greggi di pecore del paese).
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