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Jaume Balagueró • Regista

“L’horror spagnolo è molto stimato a livello internazionale”

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- Il regista Jaume Balagueró, che aprirà Sitges con [REC]4: Apocalypse, ha ricevuto un premio d’onore durante il Festival Nocturna

Jaume Balagueró  • Regista

Il regista catalano Jaume Balagueró (Lleida, 1968), che aprirà il Festival di Sitges con l’atteso [REC] 4: Apocalypse [+leggi anche:
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Cineuropa: Che novità ci saranno nel quarto capitolo della saga [REC]?
Jaume Balagueró: Lo spettatore troverà finalmente le risposte alle domande che si è posto durante gli altri capitoli. Abbiamo cercato di girare un film che fosse un festival dell’orrore e di divertimento: adrenalina pura ed emozione.

Perché ritorna a questa saga dopo non aver partecipato al terzo capitolo?
Fu deciso così. Girammo i primi due e poi parlai con Paco Plaza, il co-regista, e con i produttori e decidemmo di muoverci in questo senso: il terzo capitolo lo avrebbe diretto Paco da solo e poi io avrei diretto il quarto. In questo modo mi sono potuto dedicare a un altro progetto in quel periodo.

Come si riesce ad emozionare, spaventare e offrire spettacolo allo stesso tempo? Cerco di coinvolgere il pubblico nella tela narrativa perché lo spettatore resti assorbito da quello che viene raccontato e questo mi permette di generare emozione. Nella mente ho sempre lo spettatore poiché i miei film sono per lui, non per me.

Cosa rende tanto speciali questi festival di genere come Nocturna, Sitges o la Settimana del Terrore di San Sebastián?
Appartengono molto al proprio pubblico composto da veri appassionati e questo fa sì che vengano vissuti in maniera intensa.

Ma il fan del fantastico… non è molto esigente?
E’ probabile però non è una cosa negativa, anche se dipende dal festival. Ho assistito ad alcuni che erano abbastanza “talebani”, come la Settimana del Terrore di San Sebastián che ha fama di essere il più duro anche se non lo era. Invece credo che quello di Bruxelles sia il più estremo, nel senso buono, cioè del divertimento.

Nella sua filmografia ci sono due versanti: da un lato l’horror spettacolo, come [REC] e un altro più psicologico, come Bed Time.
Io sono così: non sono sempre uguale. C’è un po’ di eclettismo nel fare ciò che vuoi in ogni momento: mi godo i grandi spettacoli hollywoodiani, l’horror sanguinolento e i film d’autore, un cinema più piccolo e concettuale. Quando ero piccolo guardavo Tarkovsky e un film di zombi di Lucio Fulci e mi piacevano entrambi. Quando faccio cinema ho lo stesso spirito.

E’ più facile trovare finanziamenti per film horror rispetto ad altri generi?
Tutto dipende: negli Stati Uniti gli incassi del cinema horror sono diminuiti. E’ un genere molto popolare ma lo è anche la commedia: ora direte che i film regionalisti sono più redditizi e di fatto lo sono, a patto che sappiano come dirigerli e come venderli. Forse un film horror è più esportabile che una commedia locale.

Fuori dal nostro paese esiste l’etichetta “Horror spagnolo”?
Credo che il genere sia un linguaggio universale anche se sì, ha un certo prestigio, ma lo percepisci quando vai all’estero perché è ben stimato. Ci sono sempre occhi puntati sul nostro cinema.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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